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futuro Ucraina è responsabilità comune europea


Alla Conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina, Giorgia Meloni richiama i valori condivisi tra Nazioni, imprese e società civile: Non ricostruiamo solo infrastrutture, ma la dignità e la speranza di un popolo.

La rinascita di un popolo è responsabilità di tutti.

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Si è tenuta a Roma, il 10 luglio 2025, la Ukraine Recovery Conference, che ha riunito capi di Stato, leader di governo, organizzazioni internazionali, imprese e rappresentanti della società civile per discutere del futuro dell’Ucraina, martoriata da oltre tre anni di guerra.

Nel suo discorso inaugurale, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto rimarcare il significato profondo dell’iniziativa: non solo un’agenda di ricostruzione infrastrutturale, ma una chiamata collettiva alla responsabilità etica e storica. “Questa partecipazione così ampia, a così alto livello, trasmette al mondo un messaggio estremamente importante. […] Guardare oltre l’insopportabile ingiustizia che da più di tre anni viene inflitta al popolo ucraino”.

La guerra non spegne l’amore per la patria

Tra le citazioni più forti, l’appello al sentimento che dà senso alla ricostruzione: “Per ricostruire una Nazione martoriata dalla guerra non bastano i soldi, gli ingegneri, gli architetti, gli operai. C’è bisogno di qualcosa di più, e quel qualcosa di più è il sentimento che il popolo ucraino più di tutti ha dimostrato di conoscere: l’amore di patria, l’amore per la libertà, la volontà di garantire ai propri figli un futuro di prosperità”.

Meloni ha ricordato come, nonostante le bombe e le distruzioni, l’Ucraina abbia continuato a vivere, produrre, innovare. “In questo caso, il popolo ucraino ha guardato dritto negli occhi il proprio nemico e ha scelto di combattere. Non perché ama il conflitto, ma perché ama ciò che sta difendendo. Perché sa vedere oltre quel conflitto”.

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Cultura e identità: l’Italia al fianco dei simboli dell’Ucraina

Il contributo italiano alla ricostruzione non si limita al sostegno economico e tecnico. “Non è un caso – ha detto Meloni – che l’Italia abbia scelto di occuparsi di alcuni dei simboli dei luoghi che compongono il mosaico identitario della Nazione ucraina: la Cattedrale della Trasfigurazione, la Filarmonica, il Museo delle Belle Arti di Odessa”.

Sono luoghi carichi di storia, spiritualità, cultura. “Gemme di un patrimonio culturale splendido che ci appartiene come europei e che, come europei, vogliamo proteggere perché possa essere consegnato a chi verrà dopo di noi.”

Investire è costruire la pace

Meloni ha ribadito con forza che la ricostruzione dell’Ucraina non è solo un dovere politico o strategico, ma un atto di giustizia e lungimiranza. “Investire sulla ricostruzione dell’Ucraina non è un azzardo, è un investimento in una Nazione che ha dimostrato più resilienza di qualsiasi altra… è anche un investimento sulla pace, sulla crescita economica dell’Europa intera, sulla sicurezza dei nostri cittadini”.

Ha annunciato la creazione di un nuovo fondo equity europeo e la firma di accordi strategici tra aziende italiane (tra cui Enel, Leonardo, Terna, Snam, Ferrovie) e partner ucraini. “Il sistema Italia può fare la differenza… il genio e la creatività che tutto il mondo riconosce alle nostre imprese dimostrano che siamo pronti a raccogliere questa sfida”.

Il valore della memoria e della speranza

Con un richiamo potente alla storia italiana del dopoguerra, Meloni ha concluso il suo intervento con una visione che unisce memoria e speranza: “Noi siamo quel popolo che sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale ha costruito il miracolo economico degli anni Sessanta. […] Mi piace pensare che questa Conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell’Ucraina”.

Il presidente Meloni ha concluso il proprio intervento affermando : “Ogni scuola, ogni ospedale, ogni campanile che ricostruiremo sarà un pezzo di noi stessi che avremo ricostruito, un pezzo d’Europa che riconsegneremo alla storia e ai nostri figli.

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