Pino Bicchielli è vice capogruppo alla Camera di Noi Moderati e presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul rischio sismico e idrogeologico del territorio italiano. Con lui abbiamo parlato della condizione di salute della maggioranza e del governo Meloni, accendendo al contempo i fari su temi delicati e complessi come difesa, geopolitica, e cambiamento climatico.
Onorevole Bicchielli. Partiamo dal lavoro di Giorgia Meloni e la sua maggioranza. Un giudizio complessivo. Dove si è andati bene e dove oggettivamente si può fare meglio?
“Di più si può fare certamente, anche perché il nostro è un programma di legislatura. Ma non posso non essere estremamente soddisfatto del cambio di passo su molti temi, a partire dalle relazioni internazionali, dall’approccio ai flussi migratori, dal pragmatismo che si sta finalmente applicando a tutti i temi. Utilizzando un’espressione mi viene da dire che si sta mettendo in sicurezza il Paese, e su questo ovviamente si aprono anche i grandi capitoli delle crisi internazionali ma anche del contrasto ai rischi idrogeologici e sismici. Con il governo Meloni, abbiamo raggiunto livelli di occupazione che rappresentano il massimo storico per l’Italia. I dati confermano che le politiche adottate hanno contribuito a creare un contesto favorevole alla crescita dell’occupazione, riducendo la disoccupazione e aumentando le opportunità soprattutto per giovani e donne. È un risultato importante che testimonia come le scelte di stabilità, di sostegno alle imprese e di attenzione al lavoro abbiano prodotto effetti concreti nella vita delle persone”.
Lei è componente della commissione Difesa, una domanda sul contesto geopolitico è inevitabile: è d’accordo sull’innalzamento al 5% delle spese militari per il nostro Paese? Non c’è il rischio di togliere risorse da altri comparti fondamentali come istruzione, sociale e sanità?
“Da quel che è emerso, non si tratta di un semplice spostamento di risorse da un capitolo all’altro, e in particolare destinato alla voce “armamenti”. Si tratta, invece, di investimenti nel campo della ricerca e dell’innovazione militare, in gran parte dual use, che possono generare quell’effetto leva fondamentale per lo sviluppo economico e per rafforzare l’autonomia strategica. In questo senso ritengo che saranno risorse che “torneranno” ai cittadini sotto forma di sicurezza, in primis, ma anche di servizi, sanità, benessere sociale. Tutto ciò considerando che i tempi non sono immediati, e che rilevante sarà anche la regolamentazione finanziaria e l’attivazione di capitali privati. Investire in sicurezza, in considerazione della contingenza internazionale, dovrebbe essere classificato al pari dell’investire in sostenibilità. È una priorità perché le minacce sono reali e possono arrivare da molti livelli, compreso il cyber”.
Lei è presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico. Come sta agendo il nostro governo sul fronte della prevenzione e mitigazione del rischio?
“Innanzitutto stiamo spostando le lancette dell’orologio, concentrandoci sul prima, verificando ciò che non ha funzionato nelle catastrofi climatiche che hanno colpito il nostro territorio negli ultimi anni. L’obiettivo però non è fermarsi lì ma mettere in atto correttivi utili al non ripetersi delle conseguenze più infauste. Dobbiamo comprendere che non si tratta di “rischio” idrogeologico, al verificarsi di certe condizioni climatiche gli effetti sono certi, il tema è aumentare la resilienza del terreno, delle infrastrutture e degli edifici. Dobbiamo lavorare per sburocratizzare e semplificare tutte le procedure per ottimizzare la prevenzione”.
Sugli effetti del cambiamento climatico e la tropicalizzazione dei fenomeni atmosferici in Italia, c’è chi ancora nega e c’è chi chiede viceversa impegno comune. Quale la sua posizione?
“La mia posizione è quella del legislatore che deve ascoltare gli esperti, verificare la situazione sul territorio e lavorare alla definizione di norme che consentano di fare prevenzione e gestione delle emergenze. Molto pragmaticamente, non mi interessa validare il nesso fra inquinamento atmosferico e bombe d’acqua, ma ritengo al contempo che ridurre le emissioni sia essenziale per la salute dell’uomo e del suo habitat, l’ambiente, e, se prevenire le bombe d’acqua non è possibile, allora è necessario concentrarsi sulla riduzione degli effetti lavorando su una migliore manutenzione dei corsi d’acqua, del drenaggio del terreno e delle aree antropizzate. Ci sono grandi opere da mettere in cantiere, ma anche piccole accortezze. Basterebbe fare caso alla differenza fra un viale o un parcheggio alberato e le aree in cui non vi è verde”.
Qual è la azione politica di Noi Moderati in maggioranza? Quali i progetti che rivendicare con più orgoglio?
“Il ruolo di Noi Moderati all’interno della coalizione si è consolidato nel tempo, grazie al lavoro capillare svolto sui territori sotto la guida del nostro leader Maurizio Lupi, e alla gestione della maggioranza di governo da parte della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Rappresentiamo l’ala moderata, un punto di equilibrio, ci riconosciamo in pieno nel programma di governo e troviamo spazio per portare avanti le nostre posizioni in tutti i provvedimenti in elaborazione. Stiamo rafforzando la presenza sul territorio e ci facciamo portavoce di problemi sociali, delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Stiamo parlando del cuore dell’Italia, quello che si riconosce in valori tradizionali, senza cedere a spinte nostalgiche o estremismi. A loro rispondiamo del nostro operato in Parlamento, puntando alla riduzione delle tasse, del costo della vita, a più sicurezza e migliori servizi, dalla scuola alla sanità, puntando ad attivare tutte le energie, penso ai privati, al terzo settore, per ampliare l’offerta, la qualità e la libertà di scelta dei cittadini”.
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