Per rafforzare l’impegno nella diffusione dell’Ai Confindustria ha avviato una collaborazione strutturata tra il Sounding Board per l’intelligenza artificiale e i Giovani imprenditori
Nel 2024 l’8,2% delle imprese con almeno dieci addetti dichiarava di utilizzare almeno una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale, in crescita rispetto al 5% del 2023. Questo incremento è stato trainato dalle attività manifatturiere (8%) e dai servizi non finanziari (9%). Il confronto con la media europea, che si attesta al 13,5%, evidenzia però ancora un divario marcato, che rischia di tradursi in una perdita di competitività a medio-lungo termine.
A che punto siamo
«La manifattura italiana – evidenzia il dg di Confindustria, Maurizio Tarquini – pur partendo da una buona base di digitalizzazione, è molto diversificata nell’adozione tra settori e dimensioni aziendali. E mostra ancora un ritardo rispetto alla media Ue. Nei prossimi anni le imprese avranno davanti una sfida esistenziale dove l’adozione di tecnologie digitali e AI diventa un fattore trasversale abilitante. Nel manifatturiero, infatti, alcuni studi dimostrano che grazie all’uso dell’intelligenza artificiale è possibile incrementare fino al 20% l’efficacia generale di un impianto e attraverso la manutenzione predittiva, è possibile ridurre i tempi di fermo degli impianti fino al 30-50%».
L’accordo di Confindustria per accelerare
Per rafforzare l’impegno nella diffusione dell’AI Confindustria ha avviato una «collaborazione strutturata tra il Sounding Board per l’Ia, coordinato dallo special advisor Alberto Tripi, e i Giovani Imprenditori, guidati dalla presidente Maria Anghileri». L’accordo, spiega in una nota l’associazione degli industriali, «nasce con l’obiettivo di costruire un’agenda condivisa di azioni, formazione e sensibilizzazione per rendere l’intelligenza artificiale uno strumento imprescindibile per la competitività, innovazione e inclusione, soprattutto per le piccole e medie imprese, per i territori e la P.a».
L’Ai dentro le fabbriche
«L’intelligenza artificiale può diventare un abilitatore fondamentale per rafforzare il nostro sistema industriale. Ma dobbiamo accelerare: solo l’8,2% delle pmi italiane la utilizza e il 4% dei lavoratori è specializzato in Ict», sottolinea Alberto Tripi. «La nostra generazione – rileva Maria Anghileri – ha il dovere di coniugare innovazione e responsabilità. L’Ia non è solo una tecnologia, ma un cambio di paradigma che deve diventare accessibile, comprensibile e utile a tutte le imprese, anche le più piccole. Insieme a Tripi e al suo gruppo tecnico, vogliamo portare l’Ia fuori dai convegni e dentro le fabbriche, le startup, i territori».
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