Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

ecco il manifesto per il futuro dei territori montani


Motore di cambiamento, capaci di affrontare in modo concreto i problemi di spopolamento, impoverimento economico e disgregazione sociale che interessano vaste porzioni del territorio italiano. Imprese sociali a forte radicamento locale, che assumono la responsabilità di immaginare e costruire un futuro diverso per i luoghi in cui operano. Così sono presentate le cooperative di comunità nel Manifesto redatto a Dossena. 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Frutto di un lavoro collettivo, che si propone di chiarire cosa siano queste imprese, quale ruolo possano giocare e cosa chiedano per poter incidere realmente sul futuro dei territori, il documento non si limita a elencare buone pratiche o richieste puntuali, ma si presenta come una piattaforma politica condivisa, una dichiarazione di identità e responsabilità.

Un modello economico nuovo, fondato sul protagonismo delle comunità locali e dei giovani, che ha raccolto il sostegno di Confcooperative Bergamo, della Comunità Montana della Valle Brembana e di molte altre istituzioni.

Un nuovo modello di sviluppo per le aree interne

Il Manifesto delle Cooperative di Comunità è nato nel corso di un confronto tra cooperative provenienti da diverse regioni italiane, istituzioni locali e nazionali, mondo accademico e attori dell’economia sociale, con al centro un’idea precisa: le aree interne non sono terre marginali, ma possono diventare laboratori di un nuovo modello di sviluppo.

Le cooperative di comunità si propongono infatti come motore di rigenerazione sociale, economica e culturale, capaci di tenere vivi i territori, creare occupazione giovanile e riportare popolazione e servizi laddove lo spopolamento avanza.

Chi sono le cooperative di comunità e cosa fanno

Nel Manifesto, le cooperative di comunità si descrivono come soggetti che, partendo da un forte radicamento locale, si assumono la responsabilità di immaginare e costruire futuri diversi per i territori montani e interni. Non si limitano a erogare servizi — dalla manutenzione del verde alla gestione del commercio di prossimità, dal turismo sostenibile ai servizi sociali ed educativi — ma puntano a creare comunità vive, inclusive, capaci di attrarre nuove energie, soprattutto giovanili.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Fondamentali per queste cooperative sono valori come la promozione dell’identità culturale, il coinvolgimento diretto degli abitanti, la creazione di valore economico che resti nei territori e la capacità di innovare, anche in contesti difficili.

Le richieste alle istituzioni e al movimento cooperativo

Il Manifesto non è solo una lista di buone intenzioni, ma contiene richieste precise rivolte sia alle istituzioni pubbliche sia al mondo cooperativo stesso. Sul fronte legislativo, le cooperative chiedono una normativa nazionale specifica, che istituisca un albo ufficiale e riconosca la peculiarità delle cooperative di comunità, garantendo maggiore flessibilità, agevolazioni fiscali e un più facile accesso al credito. Al tempo stesso, invitano le centrali cooperative a dotarsi di strumenti, competenze e piattaforme dedicate per accompagnare la nascita e il rafforzamento di queste realtà.

E sollecitano tutte le istituzioni locali e nazionali a sottoscrivere e promuovere il Manifesto, trasformandolo in leve concrete di politica territoriale.

La voce dei protagonisti: Locatelli, Moioli e Bonzi

“La due giorni di Dossena è stata un’occasione straordinaria di confronto e crescita» afferma Simone Locatelli, presidente di I Rais, la cooperativa promotrice del convegno. «Siamo riusciti a portare alla luce non solo la bozza di un manifesto condiviso, ma anche – e soprattutto – a tessere nuove relazioni e reti di collaborazione. Il Manifesto rappresenta la sintesi di un lavoro collettivo e riafferma il ruolo centrale delle cooperative di comunità come strumento di rigenerazione, crescita economica e coesione sociale. Ora dobbiamo tradurre queste idee in azioni concrete, facendo tesoro delle reti nate a Dossena”.

Per Lucio Moioli, presidente di Confcooperative Bergamo, “nell’Anno Internazionale delle Cooperative abbiamo mostrato ancora una volta la coerenza e la forza del nostro modello. Colpisce che il Manifesto non si limiti a elencare richieste alle istituzioni, ma contenga anche impegni concreti che le stesse cooperative assumono in prima persona per il bene dei territori. È la dimostrazione che la cooperazione è impresa sociale, non assistenzialismo”.

Fabio Bonzi, sindaco di Dossena, esprime soddisfazione per il clima creatosi: “Questi giorni di lavoro hanno portato energie nuove e la consapevolezza che collaborazione e partecipazione possono fare la differenza. Sono orgoglioso che Dossena sia diventata punto di riferimento per una rete che vuole costruire sviluppo sostenibile e inclusivo per le nostre montagne”.

Uncem: oltre il nostro Io, verso il Noi

A chiudere il coro di voci è Marco Bussone, presidente di Uncem, che lancia un messaggio chiaro: “La Cooperativa di Comunità I Rais dimostra che esiste un modello economico diverso, quello dell’economia di comunità, che tiene in vita la montagna. Non serve una nuova legge che rischi di imbrigliare le esigenze delle comunità. Servono invece fiscalità differenziata, spazio nella programmazione europea e soprattutto coesione e fiducia tra i giovani. Vale più di ogni norma. Andare oltre il nostro IO, verso il NOI: questo è il cammino che Dossena ha indicato”.

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Contributi e agevolazioni

per le imprese