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CIA – Agricoltori Italiani – Pac: Cia Grosseto, Fondo Unico compromette settore ed economia rurale


È forte la preoccupazione espressa da Enrico Rabazzi, direttore di Cia-Agricoltori Italiani Grosseto, che denuncia un attacco diretto al settore primario da parte della proposta avanzata dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sul bilancio dell’Unione europea.
“Siamo davanti a un cambio di paradigma che mette a rischio tutto il sistema agricolo europeo. Eliminare un fondo specifico per la Pac -spiega Rabazzi- vuol dire distruggere l’unico vero strumento che ha garantito fino ad oggi parità di condizioni tra gli agricoltori europei. Non è solo un problema di risorse, è una questione di visione e di futuro.”
La proposta di bilancio UE post-2027 prevede l’accorpamento delle risorse agricole in un fondo unico, condiviso con voci di spesa molto eterogenee – dal welfare all’immigrazione, dall’occupazione fino, non è da escludere, al riarmo. Verrebbe meno una dotazione certa e vincolata alla politica agricola comune: la gestione dei fondi sarebbe demandata ai singoli Stati membri, con ampia discrezionalità e senza garanzie per il settore primario.
“Questo vorrebbe dire la fine della Pac -denuncia Rabazzi- perché la Politica Agricola Comune nasce proprio per evitare la concorrenza sleale tra Paesi. Se ogni Stato dovesse decidere in autonomia come e quanto investire in agricoltura, si creerebbe uno squilibrio drammatico: chi ha più risorse potrà sostenere il proprio comparto, chi non le ha – come l’Italia – resterà indietro.”
Secondo CIA Grosseto si tratterebbe di una rinuncia grave a uno dei pilastri fondativi dell’Unione Europea, una regressione che metterebbe a rischio migliaia di aziende agricole e interi territori.
“L’Europa è nata anche per garantire equità tra i suoi agricoltori. Togliere il fondo Pac significa togliere uno strumento di coesione e sviluppo”. Ma le conseguenze non riguardano solo gli agricoltori. Il danno sarebbe economico, ambientale e sociale. 

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L’agricoltura, ricorda Rabazzi, non è solo produzione di cibo: è presidio del territorio, difesa dal dissesto idrogeologico, conservazione della biodiversità, economia diffusa.
“Colpire la Pac significa colpire l’intera economia rurale, i servizi ecosistemici, la qualità della vita nei piccoli comuni e nelle aree interne. È un danno collettivo, non settoriale. Inoltre, -sottolinea Rabazzi-, la nuova Pac dovrebbe essere adeguata anche all’inflazione e all’aumento dei costi, che negli ultimi anni hanno fortemente penalizzato il comparto.
“Chiediamo che le risorse vengano non solo confermate, ma indicizzate rispetto al valore reale. Dieci euro ieri non sono dieci euro oggi.”
Cia-Agricoltori Italiani è in mobilitazione su tutto il territorio nazionale, e la Confederazione di  Grosseto partecipa attivamente all’azione. Recentemente è stato incontrato il ministro dell’Agricoltura e si è in costante interlocuzione con rappresentanti del Governo e del Parlamento europeo. 

Il prossimo 16 luglio, tutte le organizzazioni agricole europee manifesteranno a Bruxelles, in un’azione condivisa e trasversale sostenuta da forze politiche di governo e di opposizione.
“È un fronte comune -conclude Rabazzi- a difesa di un settore strategico che nessuno può permettersi di abbandonare. Chiediamo al Governo italiano di farsi sentire con forza in Europa: non possiamo sacrificare l’agricoltura sull’altare della flessibilità di bilancio. Senza agricoltura non c’è futuro, né per i territori, né per l’Europa”



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