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Chiusa l’attività di una “ciglista” abusiva a Rovigo, autofficina abusiva ad Occhiobello sequestrata


ROVIGO – Prosegue la campagna disposta dal Comando Provinciale della Guardia di finanza di Rovigo a contrasto dell’economia sommersa, che si avvale anche della preziosa collaborazione recentemente instaurata con diverse associazioni di categoria, attraverso l’esecuzione di mirati controlli nei confronti di quelle attività di produzione di beni e servizi che, operando fuori dal perimetro della legalità, rappresentano una insidiosa forma di concorrenza sleale nei confronti della moltitudine di attività sane che operano nel Polesine.

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Nei giorni scorsi, nell’ambito di due distinti interventi, il Gruppo di Rovigo e la Tenenza di Occhiobello hanno messo sotto la propria lente d’ingrandimento rispettivamente una “ciglista” operante nel capoluogo ed un’autofficina con sede a Occhiobello (RO), entrambe operanti in modo del tutto abusivo in spregio alla normativa di settore.

Nel corso del primo intervento, i finanzieri del Gruppo di Rovigo hanno individuato un’attività abusiva operante nel modo del beauty in pieno centro cittadino, gestita da una trentacinquenne ucraina che aveva avviato una fiorente attività di “lashmaker o ciglista”, priva delle necessarie autorizzazioni comunali e sanitarie, sorpresa dai militari mentre eseguiva una prestazione nei confronti di una cliente. 

La cura delle ciglia è infatti un trattamento di competenza dell’estetista, già normato per legge, ma da qualche anno si è venuta a creare una vera e propria nuova figura professionale non specificamente regolamentata e che sottrae competenze e clientela agli estetisti. Nel caso in specie, la titolare utilizzava negli atti e nelle dichiarazioni presentate all’Agenzia delle Entrate il codice Ateco “altri servizi per la persona nca”, utilizzato normalmente per le attività di servizi domestici, diverso da quello previsto per gli estetisti (“Servizi degli istituti di bellezza”), in modo da sviare eventuali controlli incrociati del Fisco; inoltre non ha mai comunicato l’inizio dell’attività allo Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap), ne ha iscritto l’attività nel registro delle imprese. Constatate le numerose irregolarità, le Fiamme Gialle hanno proceduto al sequestro amministrativo di tutte le attrezzature presenti nel salone di bellezza (materiale di consumo, varie attrezzature quali lettini, pennelli, palette, brush, stick, aghi per la laminazione delle ciglia, etc) ed alla contestazione di una sanzione pecuniaria fino a 5.000,00 euro, con la conseguente segnalazione al Comune ed alla Camera di Commercio di Rovigo.

Contestualmente, nel corso di un secondo intervento, i finanzieri della Tenenza di Occhiobello hanno individuato un’officina completamente abusiva, dove il cinquantenne titolare italiano esercitava l’attività di meccanico su alcune vetture in riparazione senza i requisiti tecnico-professionali necessari e la conseguente iscrizione all’albo degli autoriparatori. Anche in questo caso, al fine di “celare” l’irregolare attività di autoriparazione, il titolare aveva avviato una partita IVA dichiarando di svolgere l’attività di “altri servizi di sostegno alle imprese nca” e “commercio al dettaglio di prodotti via internet”, ciò in considerazione del fatto che il sedicente meccanico è risultato essere privo dei prescritti requisiti di carattere professionale, così come previsto dalla Legge 122/1992 che regolamenta il settore in argomento. Pertanto, attesa l’assenza dei previsti titoli autorizzativi, i finanzieri hanno provveduto al sequestro amministrativo dell’intera autofficina comprensiva di tutta l’attrezzatura professionale, costituita da banchi da lavoro, cavalletti, ponte, compressori e pezzi di ricambio vari, ed alla contestazione di una sanzione pecuniaria fino a 15.500,00 euro, con la conseguente segnalazione agli organi competenti.

Sono attualmente in corso da parte delle Fiamme Gialle gli approfondimenti sulla posizione fiscale di entrambe le attività abusive, per ricostruire il corretto volume d’affari conseguito negli ultimi anni e determinare i relativi recuperi d’imposta dovuti all’Erario.

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Le attività esperite confermano l’impegno della Guardia di Finanza a contrasto del “sommerso d’azienda”, ossia l’esercizio dell’attività d’impresa o di lavoro autonomo in totale violazione degli obblighi regolamentari e fiscali, fenomeno che pregiudica gli equilibri economici e finanziari del Paese essendo orientato alla riduzione illegale dei costi di “struttura” (fiscali, organizzativi e del lavoro) per massimizzare i profitti e ottenere ingiusti vantaggi competitivi nei confronti della maggioranza di imprese oneste presenti sul territorio.

Un fenomeno particolarmente insidioso anche nei confronti dei consumatori, che si trovano inconsapevolmente ad acquistare servizi resi da soggetti privi molto spesso delle competenze tecniche necessarie per il corretto esercizio dell’attività, così privandosi della possibilità di rivolgersi a personale adeguatamente qualificato.





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