Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta alle istituzione e ai cittadini pugliesi siglata dai sindacati Filctem (Cgil) Flaei (Uil) e Uiltec (Uil) Puglia.
In piena estate assistiamo, in Puglia come nel resto del Paese, a guasti che si ripercuotono su utenti domestici, esercizi commerciali e aziende. Nel primo semestre dell’anno si registrano circa 4.000 guasti su Bari e oltre 3.500 su Foggia, Taranto e Brindisi con punte che arrivano a toccare 6.000 guasti su Lecce, per un totale in Puglia di circa 21.000 guasti.
Solo a titolo di esempio e non in maniera esaustiva, registriamo i disservizi ripetuti a Porto Cesareo nella marina di Lecce, nella città di Lecce un guasto diffuso ha interessato, anche, l’ospedale “Fazzi”, nella città di Andria blackout per 12 ore continuate, interruzioni di 5 ore a Bisceglie, a San Marco in Lamis (Foggia) un disservizio dalle prime ore del mattino fino alle prime ore del pomeriggio, guasti sul Gargano caratterizzati dall’interruzione di energia elettrica per case e masserie per oltre 2 giorni consecutivi.
Si cerca di attribuire i disservizi al caldo asfissiante e all’eccessivo uso di migliaia di condizionatori d’aria, proprio quelli che le aziende elettriche consigliavano di installare come sistemi di riscaldamento e raffrescamento, per usare meno gas e più energia elettrica e contribuire in questo modo a combattere il “cambiamento climatico”.
Le segreterie regionali di Filctem, Flaei e Uiltec della Puglia da tempo hanno chiesto un incontro con la direzione di e-distribuzione Puglia per conoscere e valutare i necessari investimenti per efficientare la rete elettrica, incontro prima convocato poi rinviato più volte e mai più fissato.
Chi dovrebbe garantire a cittadini e imprese di avere sempre e comunque a disposizione la quantità di energia elettrica necessaria per tutti i bisogni (familiari o industriali), dichiarano i segretari regionali Antonio Frattini (Filctem), Natale Lattanzi (Flaei Cisl) e Carlo Perrucci (Uiltec), oggi si dà la colpa dei blackout al caldo eccessivo e… inaspettato.
Manca la giusta programmazione e confronto sulle politiche industriali, di aziende concessionarie e partecipate dallo stato. Mancano le giuste politiche industriali. Queste aziende hanno una concessione dello Stato italiano per distribuire l’energia elettrica costruendo impianti sufficienti per tutti i bisogni, investimenti che vengono pagati dalle bollette.
Si sceglie invece di risparmiare, riparare impianti vecchi, di privarsi del personale necessario per i lavori e predisporre per i lavoratori orari sfalsati che si ritrovano ripetutamente, con ordini di servizio per garantire reperibilità aggiuntive, che vanno oltre i limiti previsti dal Ccnl (contratto collettivo nazionale del lavoro, ndr).
Filctem, Flaei e Uiltec, da anni lottano dentro questa azienda, contro politiche industriali sbagliate e-distribuzione, società del gruppo Enel, ha la concessione per oltre l’85 per cento del territorio nazionale e sta curando in maniera esagerata la dimensione finanziaria – e chi gestisce una concessione non deve farlo in questo modo: i soldi, quando ci sono, devono servire anche ad abbassare le bollette – e non sta mettendo in campo gli investimenti necessari sulla rete e sulla forza lavoro.
Ormai si contano a centinaia, forse a migliaia, su tutto il territorio nazionale gli ordini di servizio ai lavoratori, perché gli organici di base sono del tutto insufficienti: il sindacato con queste lotte ha messo a nudo queste fragilità aziendali. Da oltre un anno e mezzo sono in atto scioperi in e-distribuzione proprio su questi temi.
Oggi come sindacato chiediamo alle istituzioni (Governo, Regioni, sindaci,) e alle forze politiche di ogni parte, di intervenire per riprendere la loro funzione di controllo sui concessionari di servizi pubblici come sono le aziende che svolgono attività di distribuzione di energia elettrica, perché i blackout non nascono casualmente, ma sono responsabilità ben precise di chi non ha fatto quanto doveva per evitarli.
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