Microcredito

per le aziende

 

Un’eurotassa sulle imprese per finanziare il bilancio Ue


L’Europa batte cassa e mette nel mirino le grandi aziende del continente (ma non le Big Tech, per mandare un segnale di distensione agli Usa). Si scrive “risorse proprie”, ma si legge imposte europee per finanziarie direttamente il bilancio dell’Unione. A Bruxelles circolano le ultime bozze del quadro finanziario pluriennale, il budget post-2027 che dovrà recuperare le risorse necessarie per tutte le politiche Ue fino al 2034 – si ipotizzano oltre 1300 miliardi di euro – e la cui struttura sarà svelata mercoledì prossimo a palazzo Berlaymont.

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L’iniziativa di Ursula von der Leyen di creare un maxi-fondo per la competitività dovrebbe essere confermata, ma a creare scompiglio sono le bozze relative all’aumento delle “risorse proprie”, i balzelli applicati direttamente dall’Ue per reperire i finanziamenti. Allo studio del Commissione, secondo quanto riferito dal Financial Times, ci sarebbe un’imposta sulle grandi aziende che operano nel continente: il prelievo riguarderebbe società con un fatturato netto superiore ai 50 milioni di euro. Per il momento, si tratta solo di un’ipotesi: anzitutto, bisognerà vedere se la proposta sarà contenuta nel dossier che la Commissione presenterà mercoledì; poi, sarà oggetto di trattative con i governi dei 27, e servirà l’unanimità per approvarla. Tutte le grandi aziende che operano nell’Ue sarebbero soggette al prelievo, indipendentemente da dove abbiano la loro sede. Il sistema prevedrebbe scaglioni contributivi, con versamenti più alti richiesti ai gruppi con i maggiori ricavi netti, scrive il quotidiano della City.

Ma questa non è che una delle ipotesi. Esclusa una “digital tax” che avrebbe preso di mira le Big Tech Usa, tra le altre misure per aumentare le entrate del bilancio Ue figurerebbe pure – stando alle indiscrezioni filtrate a Bruxelles – un maxi aumento delle accise sul tabacco: non solo sigarette, ma anche sigarette elettroniche, sigari, tabacco riscaldato, tabacco da rollare e bustine di nicotina. Secondo il portale Euractiv, ciò porterebbe ad aumenti delle accise tra +139% per le sigarette tradizionali a oltre 1000% per i sigari, e a un ipotetico incremento del 20% dei prezzi al consumo. Si tradurrebbe, inoltre, in un trasferimento di entrate di circa 15 miliardi dalle casse nazionali a quelle Ue.

I PRELIEVI

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Altri possibili prelievi riguardano, invece, un contributo per i rifiuti elettronici non riciclati e una tariffa di gestione doganale per i pacchi dell’e-commerce a lunga distanza (si ipotizza 2 euro a pacco), una misura che colpirebbe soprattutto le importazioni dalla Cina dai giganti dell’e-commerce come Shein e Temu. Questo è il momento, nella preparazione del budget settennale, in cui la Commissione svela tutte le sue carte; ma spesso le nuove imposte europee ipotizzate da Bruxelles non superano l’esame dei 27, come fu in passato per la tassa sulle transazioni finanziarie. Allo studio anche la creazione di un meccanismo che garantirebbe alla Commissione la possibilità di emettere Eurobond in caso di crisi, i cui proventi distribuire poi sotto forma di prestiti o sussidi.

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