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Defunti nelle chiese, le imprese funebri lanciano una proposta alternativa


Federcofit, la federazione del comparto funerario italiano, interviene nel dibattito relativo alla possibilità per i comuni di montagna di utilizzare chiese o oratori per ospitare i defunti prima dei funerali. I sindaci della Comunità montana Valle Brembana hanno chiesto alla Regione Lombardia di modificare la legge regionale sui servizi funebri che al momento vieta l’esposizione dei feretri a cassa aperta in luoghi che non siano sono la casa del defunto o dei famigliari, l’obitorio, la casa funeraria, la camera mortuaria degli ospedali. Sul tema ci sono state recenti prese di posizione dei consiglieri regionali bergamaschi della Lega e di Fratelli d’Italia. Anche la deputata della Lega Rebecca Frassini si è fatta promotrice di un ordine del giorno alla Camera.

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Federcofit ha scritto una lettera alla Giunta e al Consiglio regionale in cui ha chiesto un’audizione da parte della III Commissione Sanità, ricordando che l’utilizzo di edifici non adeguati, anche se religiosi, per l’esposizione del defunto prima del funerale non è consentito dal DPR del 14 gennaio 1997, su cui si fondano tutte le leggi regionali e anche quella lombarda. «Da questa normativa nazionale non si può prescindere – sottolinea il presidente di Federcofit, Davide Veronese -. Nonostante ciò, riteniamo però che sia perfettamente comprensibile la preoccupazione dei sindaci della Valle Brembana per la carenza di strutture per il commiato in un territorio difficile dal punto di vista geomorfologico».

Da anni, le imprese funebri lombarde hanno provveduto con investimenti privati alla realizzazione di “case funerarie”, strutture che consentono di ospitare le famiglie dolenti con la necessaria dignità e sicurezza nel delicato momento di osservazione del defunto. «In Lombardia, ci sono attualmente circa 250 case funerarie, per un investimento complessivo privato che sfiora il mezzo miliardo di euro», precisa Federcofit nella lettera a Palazzo Pirelli, precisando che «il periodo di osservazione è estremamente delicato dal punto di vista medico, e quindi dell’igiene e della prevenzione, e solo personale specializzato in locale appositamente attrezzato può farvi fronte».

La federazione lancia però una proposta. «Ci rendiamo assolutamente disponibili ad interloquire con i sindaci della Comunità montana Valle Brembana – dichiara Veronese -, al fine di poter fornire, con la nostra esperienza sul campo, tutti quei suggerimenti utili affinché si possano trovare soluzioni alternative per alleviare in queste zone una problematica che viene comprensibilmente percepita dalla cittadinanza e dalle amministrazioni locali».

Proprio i sindaci potrebbero fornire una soluzione. «La legge sui servizi funebri – conclude il presidente di Federcofit -, obbliga infatti i comuni a realizzare presso i cimiteri apposite sale di osservazione delle salme o strutture obitoriali, che fornirebbero alle famiglie dolenti un luogo adatto e sicuro per l’ultimo saluto al defunto».

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