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A Cortina d’Ampezzo si celebra il valore generativo dell’impresa artigiana


“Da Cortina, simbolo dell’opportunità ma anche della fragilità della montagna, Confartigianato Imprese Belluno lancia un nuovo modo di intendere l’impresa artigiana per il suo valore generativo”. La presidente Claudia Scarzanella ha spiegato così il senso del partecipato convegno “Imprese generative” organizzato nel salotto dell’Hotel de la Poste di Cortina, per celebrare i 70 anni dell’associazione provinciale.

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In questi giorni il maltempo e le frane che hanno colpito il territorio bellunese ci ricordano con forza quanto la montagna sia fragile. Un ambiente straordinario e insieme vulnerabile, che ha bisogno di politiche lungimiranti e di alleanze solide per poter essere custodito. Un territorio che genera oltre 2,2 miliardi di euro di valore aggiunto ogni anno, nel quale l’impresa artigiana si conferma non solo motore dell’economia, ma anche cuore pulsante della coesione sociale e della sostenibilità localeA Belluno, quasi un’impresa su tre è artigiana (31,2%) e conta oltre 12.800 addetti: realtà che rappresentano il primo presidio di questa montagna, non solo perché vi lavorano e vi generano valore, ma perché ci vivono, ci investono, ci credono. È proprio da questo legame profondo con il territorio che nasce la responsabilità più grande: tenere in piedi non solo l’economia, ma la comunità.

“Il tradizionale modello della piccola e media impresa radicata sul territorio si va trasformando in un modello più consapevole, che assume la sostenibilità economica e sociale non come vincolo formale, ma come scelta strategica per rimanere competitivo e interpretare la tradizione imprenditoriale italiana in modo innovativo”. Il direttore di Confartigianato Imprese Belluno Michele Basso ha sottolineato come le imprese artigiane siano “eccellenze vere, identità del territorio e vetrine viventi del Made in Italy nel mondo. Imprese spesso familiari che investono nel benessere collettivo perché vivono dove operano, e operano dove vivono. È questo radicamento che amplifica il valore delle relazioni tra impresa, famiglia e comunità, rendendole più resistenti, innovative e sostenibili”.

Tuttavia, la sfida generazionale resta aperta: “Se gli artigiani under 34 in Veneto sono appena l’8,3% – ha ricordato Basso – dobbiamo creare un contesto in cui i giovani possano credere nel futuro dell’artigianato. Hanno talento, visione, etica: ora tocca a noi dar loro fiducia”.

La tesi della generatività delle imprese artigiane è stata suffragata dall’analisi di Patrizia Messina – docente di Scienza politica all’Università di Padova e Direttore del Master Manager dello Sviluppo Locale Sostenibile – che ha lanciato un appello potente: “Fare impresa è un atto civico. Ogni impresa è un pezzo di futuro, e serve un nuovo patto tra impresa e comunità. La sostenibilità non è più un’opzione, ma un criterio di sopravvivenza. O il Made in Italy sarà generativo, o non sarà”.

Messina ha delineato un nuovo modello di impresa come soggetto “che co-produce bene comune, sceglie la sostenibilità come leva competitiva e punta su parità, inclusione, innovazione green e valorizzazione delle persone”. Un’impresa che “dal profitto individuale passa all’impatto condiviso. Dall’Io al Noi”.

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Interessante anche la lettura del ruolo delle associazioni di categoria “Non devono essere più solo “stakeholder” (portatori di interessi di parte) – ha detto Messina – ma “community holder” (portatori di interesse della comunità), attori di sviluppo territoriale, facilitando alleanze, accompagnando le imprese a costruire un futuro condiviso. E il Made in Italy può diventare simbolo di qualità relazionale, sostenibilità profonda, radicamento nei territori, capacità generativa di capitale sociale, fiducia: dalla bellezza del prodotto si deve passare alla bellezza del processo generativo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, la presidente Claudia Scarzanella. “Confartigianato – ha detto – deve offrire un orizzonte, ed essere il luogo dove fare sintesi e progetti, dove si cresce come persone e come imprenditori, dove si combatte la quotidiana paura del fallimento con relazioni, fiducia e supporto reciproco. Fare impresa non è solo un’opportunità individuale: è una responsabilità verso la collettività e la politica, con la quale la nostra associazione collabora e interagisce”.

Le imprese generative in azione: le testimonianze

Durante il convegno, due realtà storiche hanno portato la loro esperienza concreta:

  • ZAGO spa, azienda dell’arredo navale di alta gamma, attiva da quattro generazioni, oggi parte di Ferretti Group, ha raccontato il suo impegno per una nautica sostenibile, dall’uso di legno proveniente da foreste gestite responsabilmente all’adozione di tecnologie a basse emissioni. “Ma non voglio essere preso da esempio, ma da stimolo – ha detto Antonio Zago -, perché nelle scelte imposte dal mercato bisogna saper cambiare mentalità, spossessandosi dall’attaccamento al proprio prodotto per trasferirlo alla propria squadra e puntare su formazione, delega ai collaboratori e attenzione alla gestione. La sostenibilità poi si può fare laddove il mercato lo consente”.
  • COLUSSI spa, impresa agroalimentare attiva dalla fine del ‘700 (e originaria della Val di Zoldo), ha illustrato il suo “patto per l’agricoltura sostenibile”, tra packaging compostabili, CO₂ compensata, energia da fonti rinnovabili, progetti contro lo spreco alimentare e riforestazione in nove regioni italiane. “La nostra è una storia di resilienza – ha detto Angelo Colussi – che ha spinto persone a partire da Zoldo per andare a Venezia quando non era certamente facile raggiungerla, e che continua oggi, riuscendo ad adeguarsi ai tempi ed alle varie parti del mondo in cui andiamo: l’inventiva e la capacità di lavorare italiana emergono sempre”.

Il senatore Luca De Carlo, consapevole del fatto che “gli artigiani rappresentano il tessuto economico e sociale del territorio veneto”, ha sottolineato “l’importanza del sapere artigiano, riconosciuto e copiato nel mondo, perché il prodotto è frutto dei saperi, oltre che del sapore, perché dietro ha una storia, un processo di produzione riconosciuto per qualità e sicurezza”. Rispetto all’Intelligenza Artificiale, De Carlo sostiene che “non è un surrogato dell’intelligenza umana e artigiana: ci sono settori in cui è fondamentale e sarà di aiuto alle imprese, che non devono avere paura di tutto ciò che è nuovo: tutto va fatto con gradualità, ma senza ancorarsi al vecchio”.

De Carlo si è poi soffermato sulla formazione tecnica (“non sono scuole di serie B!”) e sulla necessità di lavorare su risorse e mentalità. A proposito della fragilità della montagna De Carlo ha ribadito che “è fragile perché la dolomia è bella e fragile. Ma non si possono chiudere le strade più del necessario al ripristino ed a garantire la sicurezza: la politica deve assumersi la responsabilità e non nascondersi dietro la facile soluzione del chiudere, perché si tolgono i servizi”. “Mi congratulo con Confartigianato – ha concluso De Carlo – perché in questi 70 anni ha saputo rinnovarsi e fare proposte concrete, come quella dell’assessorato alla montagna, che ritengo fondamentale”.

Un libro per raccontare 70 anni di testa, mani e cuore

A coronare l’evento, la presentazione del libro celebrativo “70 anni di testa, mani e cuore”, che ripercorre la storia dell’associazione bellunese, intrecciando economia e società, imprese e persone. “Troppo spesso l’artigiano viene identificato solo con la manualità – ha spiegato Scarzanella – ma è molto di più: è testa per studiare e innovare, mani per costruire e cuore per sentire, per creare. È da questa alchimia ed empatia che nasce la bellezza che ci circonda. E agli artigiani rivolgo un appello: le nostre imprese, il nostro lavoro ha sempre più valore, alziamo la testa, nella consapevolezza che l’artigianato è il Made in Italy nel mondo”.

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Hanno introdotto l’incontro il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, l’assessore ai lavori pubblici di Cortina Giorgio Da Rin, il vicepresidente di CortinaBanca Giacomo Giacobbi e la presidente della DMO Dolomiti Bellunesi Emanuela De Zanna, che hanno sottolineato il valore dell’artigianato per la comunità e il loro ruolo a supporto del dialogo costruttivo tra istituzioni e categorie per il bene del territorio.



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