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Fondi regionali, favori sospetti e rassegne enogastronomiche. «Turbative da 200 mila euro»


di
Massimiliano Nerozzi

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Chiusa l’inchiesta della polizia, il pm: «Collusioni di vario tipo». In quattro indagati (in concorso) per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente

Prima di pubblicare l’avviso di manifestazione d’interesse o di confrontare i preventivi, gli allora vertici di Visit Piemonte avevano ricevuto una mail con la proposta del progetto che poi sarebbe stato scelto, in un caso («We are Piemonte»); e nell’altro («Gusto delle Alpi») si erano riuniti con i proponenti per stabilire i contenuti del progetto, poi risultato vincente: per la Procura — che ha notificato l’avviso di fine indagini — i due bandi relativi ad eventi enogastronomici vinti dalla Rosfert srl, società di eventi e promozione turistica, erano insomma truccati, in seguito a «collusioni di vario tipo». 

Gli indagati

Per questo, quattro persone sono indagate (in concorso) per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente: Giuseppe Carlevaris e Alessandro Zanon, rispettivamente ex presidente e direttore generale di Visit Piemonte, «società in house della Regione a prevalente partecipazione pubblica che si occupa di valorizzazione turistica, agroalimentare e sportiva del territorio»; insieme all’ex caporedattore di La Stampa e direttore de Il Gusto (testate estranee all’inchiesta) Luca Ferrua, socio al 50% di Rosferte, oltre all’amministratrice unica della società, Maria Rosaria Ursillo. In ballo c’erano 125 mila euro per «We Are Piemonte» e 72 mila euro per «Gusto delle Alpi».




















































Documenti e intercettazioni

Cifre, nomi e date che saltano fuori dai documenti (e dalle intercettazioni) esaminati dai poliziotti della Sezione investigativa di Torino dello Sco (il Servizio centrale operativo), coordinati dal pubblico ministero Elisa Buffa. Bisogna partire dalla date: per «We are Piemonte», Carlevaris e Zanon — secondo l’ipotesi investigativa — pubblicano sul sito istituzionale un avviso di manifestazione di interesse dal 7 al 12 dicembre 2022 e finalizzato a individuare un fornitore per organizzare nel gennaio successivo eventi promozionali a New York in occasione del passaggio della bandiera delle Universiadi, e dopo aver ricevuto la candidatura di Rosfert, il 12 dicembre, attivano con la stessa società una trattativa diretta sul sito Mepa «per l’importo di 125 mila euro», all’esito della quale, siamo al 20 dicembre, le affiano il progetto. Ma — contesta la Procura — «le fasi preliminari alla procedura diretta alla scelta del contraente erano turbate» perché il 23 novembre precedente, «Ursillo trasmetteva a Zanon, via mail, la proposta del progetto, i cui «singoli punti venivano ripresi dai dirigenti di Visit Piemonte e inseriti nella manifestazione di interesse». Come dire, su misura. Morale (del pm): «La pubblicazione dell’avviso di manifestazione era un inutile pro-forma, volto a dare la parvenza del rispetto di una concorrenza tra imprese, nei fatti non avvenuto». Nel caso di «Gusto delle Alpi», invece, il confronto tra preventivi — tra Rosfert e le società Babel Agency e QNI srl — era preceduta da una riunione tra i quattro indagati, «per stabilire il contenuto del progetto». Avvenuta il 18 settembre 2022, a fronte di una determina del 30 ottobre seguente. Dunque — sempre per gli investigatori — «il confronto tra preventivi pubblicato era in realtà fittizio».

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Il filone Baldissero

Un’altro filone dell’inchiesta riguarda la concessione di un contributo di circa 50 mila euro per il «Fricassé ‘d Baudissé an girula» (fritto di Baldissero in giro), un progetto del Comune di Baldissero Torinese per il rilancio di un piatto della tradizione. Una vicenda che ipotizza la truffa aggravata (in concorso) per Ferrua, Ursillo, il consigliere comunale di Baldissero Federico Costa e l’imprenditore Flavio Dotta, della Fly srl di Cherasco. Ora i difensori — gli avvocati Luigi Chiappero e Fabio Martinetto per Ferrua e Ursillo; l’avvocata Silvia Coda per gli ex di Visit Piemonte e la collega Cosima Marocco per Costa — decideranno se depositare memorie o far riascoltare i propri assistiti, incassando comunque la scomparsa dell’ipotesi di corruzione. In una vicenda complessa e complicata che — in ottica difensiva — potrebbe essere al confine tra il diritto penale e il pasticcio amministrativo.

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12 luglio 2025

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