Il presidente statunitense rilancia la linea protezionista con un annuncio che scuote le relazioni transatlantiche. Bruxelles promette una risposta ferma. E anche il Messico accusa: “Accordo ingiusto”.
È un ritorno ai dazi e alle tensioni commerciali quello che Donald Trump ha scelto di imprimere alla scena internazionale, con l’annuncio di nuove tariffe del 30% su una vasta gamma di esportazioni provenienti dall’Unione Europea e dal Messico. La decisione, comunicata tramite una lettera indirizzata rispettivamente a Ursula von der Leyen e alla presidente messicana Claudia Sheinbaum e poi diffusa sulla piattaforma Truth Social, ha immediatamente innescato reazioni politiche e istituzionali da entrambe le sponde dell’Atlantico.
Nel testo rivolto all’Europa, l’ex presidente americano giustifica la mossa con la “disparità del deficit commerciale” e con la presenza di “barriere tariffarie e non tariffarie” che penalizzerebbero gli Stati Uniti. Tuttavia, la misura annunciata — superiore alle aspettative dell’Ue — rischia di rimettere in discussione l’intero impianto del commercio transatlantico, già scosso durante il primo mandato trumpiano.
Von der Leyen: “Misura sconvolgente, siamo pronti a reagire”
La risposta europea è stata affidata alle parole della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha definito “sconvolgente” l’ipotesi di dazi del 30% sulle merci europee. In una nota ufficiale, von der Leyen ha ribadito che l’Unione “ha costantemente dato priorità a una soluzione negoziata” ma che, al contempo, “adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare i propri interessi, inclusa l’adozione di contromisure proporzionate, se necessario”.
Il rischio di una guerra commerciale aperta appare concreto, tanto che a Bruxelles è stata convocata per domani pomeriggio una riunione d’urgenza del Coreper, l’organismo che riunisce i rappresentanti permanenti dei 27 Paesi membri. “Siamo stati informati in anticipo”, ha confermato una portavoce della Commissione, ma ciò non ha attenuato la portata del colpo.
Schlein attacca: “Follia autarchica, servono risposte forti”
Sul fronte italiano, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha duramente criticato la mossa di Trump, definendola una “follia autarchica portata avanti per ragioni puramente ideologiche”. La leader dem ha espresso preoccupazione per gli effetti economici della misura, che colpirebbe in particolare le imprese italiane “a forte vocazione esportatrice”. Ha quindi auspicato “una presa di posizione forte” da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, avvertendo che i costi di una guerra commerciale sarebbero “devastanti per Europa e Stati Uniti”.
Palazzo Chigi: “Sostegno alla Commissione Ue”
Dal governo italiano, intanto, è arrivata una nota formale in cui si esprime “pieno sostegno agli sforzi della Commissione Europea” nel tentativo di portare avanti i negoziati con Washington. Palazzo Chigi assicura che “il dossier è seguito con grande attenzione” e annuncia che il governo continuerà a lavorare per “rafforzare il dialogo transatlantico”.
Diverso il tono della Lega, che in una nota ha accusato Bruxelles di essere responsabile, con la sua “ideologia green deal” e l’“eccesso di burocrazia”, dei danni subiti dalle imprese europee. “Ancora una volta paghiamo il prezzo di un’Europa a trazione tedesca”, afferma il partito di Matteo Salvini, che critica anche le minacce di ritorsioni come “misure che Oltreoceano potrebbero far solo sorridere”.
Messico nel mirino: “Accordo ingiusto”
Ma l’Europa non è l’unico bersaglio di Trump. Il presidente ha annunciato gli stessi dazi del 30% anche per il Messico, accusando il Paese di “non aver fatto abbastanza per fermare i cartelli della droga” e di “mettere a rischio la sicurezza del Nord America”. Il governo messicano ha risposto con una dichiarazione congiunta dei ministeri dell’Economia e degli Esteri: “Si tratta di un accordo ingiusto e non lo accettiamo”.
Orsini (Confindustria): “Serve sangue freddo”
A gettare acqua sul fuoco è intervenuto Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, che ha invitato tutti ad affrontare la situazione “con calma e nervi saldi”. Secondo Orsini, la lettera di Trump esprime “una sgradevole volontà di trattare” e non va sottovalutata, ma nemmeno affrontata con reazioni emotive che possano danneggiare ulteriormente i mercati.
La strategia Usa: più dazi, più surplus
Intanto, dai dati del Dipartimento del Tesoro Usa emerge che le tariffe doganali imposte da Trump stanno generando effetti significativi: la riscossione delle tariffe ha superato i 100 miliardi di dollari in un anno fiscale, contribuendo a un surplus mensile di 27 miliardi. Le entrate derivanti dai dazi sono diventate la quarta voce per importanza nel bilancio federale, raddoppiando in quattro mesi dal 2 al 5% delle entrate totali.
Verso il primo agosto per i Dazi di Trump
Il tempo stringe. Le misure entreranno ufficialmente in vigore il 1° agosto, salvo colpi di scena diplomatici. L’Unione Europea si muove per evitare il peggio, mentre la comunità internazionale osserva con attenzione il braccio di ferro tra Bruxelles e Washington. La posta in gioco va ben oltre l’aspetto tariffario: è in gioco l’equilibrio dell’ordine commerciale globale.
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