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“No al ladruncolismo, sì alle regole del mercato”


Un confronto acceso, che assume sempre più i contorni di uno scontro politico aperto, quello in corso tra il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, e Confartigianato Terni. Al centro della polemica, la gestione degli appalti pubblici da parte dell’Amministrazione comunale, accusata dall’associazione di categoria di penalizzare le piccole e medie imprese locali a favore di una logica di “massimo ribasso” che finirebbe per escludere il tessuto imprenditoriale cittadino.

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La replica del sindaco non si è fatta attendere ed è arrivata in termini netti e senza mezzi termini. “Speravo che avessero capito ha dichiarato Bandecchima la replica di Confartigianato dimostra che non capiscono una mazza. Ci vuole rispetto per il primo cittadino e per l’amministrazione comunale che sta solo applicando le leggi sugli appalti”.

I numeri dell’amministrazione: “10 milioni sbloccati per le imprese”

Nel suo intervento, Bandecchi rivendica quanto fatto finora dall’Amministrazione per sostenere il tessuto economico locale: “Abbiamo sbloccato 10 milioni di euro di pagamenti arretrati alle imprese del territorio, abbiamo messo le nostre partecipate nelle condizioni di onorare i propri impegni con i fornitori, abbiamo diminuito la pressione fiscale e il costo dei servizi. Noi produciamo fatti, non comunicati pieni di chiacchiere”. Un attacco diretto, che sottolinea la volontà del Comune di seguire una linea chiara, basata sul rispetto delle norme e sulla trasparenza nella gestione della cosa pubblica.

Ma è sul concetto di “ladruncolismo” che il sindaco affonda il colpo: “Non possiamo consentire il ladruncolismo negli appalti comunali. È ora di dargli una chiusa con le pretese assurde”. Una dichiarazione che lascia intendere una volontà di spezzare qualsiasi consuetudine o aspettativa di corsie preferenziali da parte di chi, secondo Bandecchi, si aspetterebbe vantaggi non giustificati.

Nel suo intervento, il sindaco Bandecchi rilancia anche una visione più radicale dell’organizzazione dei servizi pubblici: “Non vedo l’ora che lo Stato, che il pubblico faccia tutto da solo senza ricorrere alle aziende esterne. Solo così i cittadini potranno avere servizi efficienti, a prezzi equi e le aziende si occuperanno solo del mercato”. Una presa di posizione netta, che rivela un approccio ideologico ben definito: meno esternalizzazioni, più controllo diretto da parte dell’ente pubblico.

Una prospettiva che inevitabilmente crea frizioni con il mondo produttivo, soprattutto in un territorio come Terni dove le PMI rappresentano una fetta consistente dell’economia. “Solo così – conclude Bandecchi ci libereremo di quelle corporazioni che vogliono fare politica e dirigere l’amministrazione pubblica”.

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Confartigianato: “La norma consente scelte politiche diverse”

Toni altrettanto determinati quelli contenuti nel lungo comunicato di Confartigianato Terni, che accusa l’Amministrazione di rinunciare consapevolmente a sostenere le imprese locali. “Noi siamo i primi a chiedere il pieno rispetto delle norme scrive l’associazione ma il punto è proprio questo: le norme consentono, in modo pienamente legittimo, scelte diverse, più attente alla qualità, alla prossimità territoriale e alla valorizzazione del tessuto imprenditoriale locale. La norma non è in discussione. La volontà politica, sì”.

Una critica che punta il dito su quella che viene considerata una mancanza di visione strategica.  “Sostenere che ‘non è possibile fare diversamente’ – scrivono – significa abbandonare le imprese artigiane del territorio a una concorrenza al massimo ribasso con imprese provenienti da altre regioni, prive di radicamento e responsabilità verso la nostra comunità”.

Lo scontro si è esteso anche ad altri esponenti della giunta ternana. Confartigianato critica le reazioni dell’assessore Iapadre, che avrebbe percepito le osservazioni come un attacco personale, e respinge le affermazioni dell’assessore Maggi, accusato di affermare falsamente che l’associazione non avesse mai criticato le precedenti amministrazioni. Anche il vicesindaco Corridore è nel mirino per aver etichettato l’associazione come un soggetto politico.

“La nostra storia parla per noi – prosegue Confartigianato – e dimostra che abbiamo sempre fatto critiche e apprezzamenti nell’interesse generale delle imprese locali. Non accettiamo etichette inutili e offensive. Chi governa deve rispondere alle imprese e alla comunità dei risultati della propria azione”.



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