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ecco i piani per il futuro dello stabilimento


Sono settimane fondamentali per il futuro dell’ex Ilva di Taranto. Oggi, 14 luglio 2025, è previsto un incontro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per discutere dello stabilimento siderurgico insieme ai sindacati, convocati per partecipare al tavolo sull’Accordo di Programma. Domani, 15 luglio, sarà invece il turno del Comune di Taranto e della Regione Puglia, che dovranno confrontarsi sul piano industriale. Al centro del dibattito c’è soprattutto il tema della decarbonizzazione dello stabilimento. Il piano iniziale prevedeva un percorso di dodici anni per l’eliminazione del carbone dagli altoforni, ma ora si punta a ridurre i tempi a sette o otto anni.

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Non si tratta del primo confronto sul futuro dell’ex Ilva: già l’8 luglio si è svolto un vertice ministeriale sul tema. Resta alta la preoccupazione anche per gli aspetti occupazionali. In un’intervista a Il Messaggero, il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha ribadito l’impegno del governo a non arrendersi e ad adottare ogni misura utile per salvare quello che, fino a pochi anni fa, era il principale polo siderurgico d’Europa. Urso ha annunciato una nuova gara con l’obiettivo di evitare lo stop della produzione.

Dopo gli incontri dell’8 luglio, il neoeletto sindaco di Taranto, Paolo Bitetti, ha riunito la giunta e i consiglieri di tutti gli schieramenti per affrontare la questione. Per ora, il futuro dell’ex Ilva resta incerto.

Il calendario degli incontri

In un contesto di grandi cambiamenti politici per Taranto e per la Regione Puglia, l’ex Ilva continua a rappresentare una priorità. Oggi, 14 luglio, i sindacati tornano al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per discutere l’Accordo di Programma. Domani, martedì 15 luglio, le istituzioni locali – Comune e Regione – saranno chiamate a valutare il piano industriale e a sottoscrivere l’intesa definitiva, con l’obiettivo di chiudere l’accordo nella stessa giornata.

Tra i punti chiave, l’accelerazione della transizione ecologica: il piano iniziale di 12 anni per l’uscita dal carbone potrebbe essere ridotto a 7–8 anni. Il governo garantisce comunque la continuità produttiva durante l’intera fase di transizione.

Le dichiarazioni del ministro Urso

Il ministro Adolfo Urso, in un’intervista a Il Messaggero, ha definito questi giorni come una “settimana decisiva” per salvare l’ex Ilva. Ha sottolineato l’urgenza di prendere decisioni immediate e ha anticipato che giovedì si terrà, presso il Ministero dell’Ambiente, la conferenza dei servizi per chiudere un Accordo di Programma con le amministrazioni territoriali, al fine di ottenere l’approvazione della nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).

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Inoltre, il governo attende per domani una risposta da parte degli enti locali pugliesi sulla possibilità di installare a Taranto una nave rigassificatrice a supporto del processo di transizione energetica. Già in passato, Urso ha sottolineato l’impegno del governo sulla questione ex Ilva.

Obiettivo: scongiurare lo stop

Destano preoccupazione le indicazioni della Corte di Giustizia europea e il possibile impatto della sentenza del Tribunale di Milano, che potrebbe disporre lo stop alla produzione. È quindi urgente adeguare la gara in corso alle nuove condizioni già entro la fine di luglio.

Il governo punta chiaramente a evitare la chiusura dell’impianto e i conseguenti licenziamenti. L’integrazione a Taranto degli impianti per la produzione di preridotto rappresenta un elemento strategico per attrarre investitori. Il piano di rilancio prevede il passaggio dagli altoforni ai forni elettrici, alimentati con Direct Reduced Iron (DRI). Sono allo studio due opzioni per realizzare tre forni elettrici e garantire 6 milioni di tonnellate annue: la prima prevede impianti DRI sul sito, alimentati da una nave rigassificatrice; la seconda, invece, forni a Taranto con preridotto fornito da DRI Italia da un impianto situato in un’altra area del Sud Italia dove il gas è più facilmente disponibile.

Riassunto in tre punti

  • Vertici decisivi: Oggi e domani si svolgono incontri cruciali tra governo, sindacati e istituzioni locali per definire il futuro dell’ex Ilva e siglare l’Accordo di Programma.
  • Decarbonizzazione accelerata: Il piano per l’uscita dal carbone potrebbe essere anticipato da 12 a 7–8 anni, con garanzia di continuità produttiva e sostegno alla transizione.
  • Nuovo assetto industriale: Due le opzioni per il rilancio: tre forni elettrici a Taranto con DRI prodotto in loco da una nave rigassificatrice, oppure preridotto fornito da un altro sito del Sud tramite DRI Italia.

 



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