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Dazi, la via di Tajani: “Bce tuteli le imprese, serve piano straordinario come nel Covid”


Il governo di Giorgia Meloni si trova ad affrontare l’ennesimo grattacapo dall’inizio del suo mandato. Gli Stati Uniti, alleato storico dell’Italia, non sono più il mercato solido e remunerativo del passato, ma con i dazi hanno assunto le sembianze di un’arma a doppio taglio che rischia di dissanguare il nostro Paese. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, è perfettamente consapevole di questo cambio di direzione ed ora si trova a guidare una rivoluzione culturale ed economica che possa limitare i danni dei dazi nel nostro Paese.

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Lo scorso sabato, il presidente Usa ha annunciato tariffe al 30% sulle merci esportate dall’Unione europea. Un colpo durissimo che ha dimostrato l’inaffidabilità di Washington anche sulle trattative più importanti. “Trump fa gli interessi Usa, l’Europa deve tutelare i suoi“, ha spiegato il vicepremier in un’intervista a Il Messaggero, cercando di minimizzare l’impatto che tale decisione potrebbe avere sui rapporti tra le due sponde dell’Atlantico. L’Ue ha infatti accolto la decisione di Donald Trump con reazioni piuttosto diverse.

Dazi, la posizione di Meloni a 48 ore dall’annuncio di Trump

La Commissione Ue e Palazzo Chigi hanno invocato la calma e la riflessione, per evitare di dare vita ad uno scontro commerciale che potrebbe essere evitato tramite trattative. La Francia e la Spagna hanno invece iniziato a spingere per far entrare in vigore le contromisure individuate da Bruxelles per ripagare Washington con la stessa moneta. Giorgia Meloni si è inserita direttamente nella questione solo nel tardo pomeriggio di ieri, dopo che per ore le opposizioni avevano criticato il suo silenzio.

Il premier ha parlato di un pomeriggio denso di contatti tra le parti, così come di una “linea morbida” da adottare per evitare strappi con gli Stati Uniti (Ne abbiamo parlato qui). “Una guerra commerciale interna all’Occidente ci renderebbe tutti più deboli“, ha spiegato il premier. Una posizione che è stata accolta e accettata anche dal ministro degli Esteri, che ha ricordato come la fermezza di un Paese possa essere valutata anche sulla base di negoziati forti e non solo tramite “reazioni inconsulte“.

Tajani martedì a Washington per incontrare Rubio

Il ministro degli Esteri, che martedì volerà negli Usa per incontrare il segretario di Stato Marco Rubio, rivendica la possibilità di procedere ancora con un accordo per dazi zero per zero, attraverso una trattativa tra pari che metta da parte gli individualismi. Tale proposito, però, deve essere raggiunto passo dopo passo. L’Ue, quindi, deve impegnarsi per arrivare ad un’intesa di principio sul modello di quella inglese, per poi dare inizio a trattative nei mesi successivi per trattare i dazi sui singoli capitoli commerciali. Solo nel caso in cui anche questo accordo dovesse naufragare, allora l’Ue potrà rispondere con le contromisure individuate.

Nel frattempo, anche l’Europa deve fare la sua parte. Nello specifico, Tajani ha esortato la Banca centrale europea (Bce) a sviluppare un piano, sul modello di quanto attuato durante il Covid, che aiuti le industrie europee a sopravvivere. “La strada migliore per supportare la crescita è rilanciare la domanda interna, oltre che trovare altri mercati esteri“, ha spiegato Tajani, chiarendo che tali obiettivi possono essere raggiunti tramite una sorta di “Quantitative Easing 2.0“, ovvero una nuova politica espansiva della Bce che possa tagliare i tassi e procedere all’acquisti di titoli di Stato per finanziare il taglio dei costi dell’energia, la sanità e le politiche industriali.

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Tajani: “Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto con gli Usa”

Per quanto riguarda i nuovi mercati esteri, Tajani ha riconosciuto la necessità di accedere al Mercosur, ovvero l’organizzazione internazionale che promuove l’integrazione economica tra gli Stati membri dell’America del Sud, trovando una quadra che tuteli il settore agroalimentare del nostro Paese. Allo stesso tempo, l’Italia procederà con un intervento a sostegno delle imprese colpite dai dazi, magari attraverso l’utilizzo dei fondi del Pnrr messi a disposizione dall’ultima rimodulazione.

Alle accuse delle opposizioni, che criticano il governo Meloni per la presunta sudditanza nei confronti degli Usa di Trump, Tajani risponde durissimo. Innanzitutto, il vicepremier osserva che per l’Italia sarebbe insostenibile un commercio non allineato a quello statunitense. Proprio per questo, Giorgia Meloni ha assunto un ruolo ponte per mediare e rendere più semplici questi rapporti.

Dovremmo fare come Conte, schierarci con la Cina e magari uscire dalla Nato?“, ha chiesto Antonio Tajani, sottolineando che l’Italia ha sempre avuto ottimi rapporti con Washington anche quando ad amministrarla c’era un governo democratico. “Non si può italianizzare tutto“, ha concluso lanciando una dura critica ai costanti attacchi delle opposizioni.



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