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Dazi Usa al 30%, allarme tra le imprese lecchesi: “Tutelare la nostra competitività”


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L’annuncio di Donald Trump sui dazi del 30% verso l’Unione Europea si abbatte come un terremoto sul tessuto industriale lecchese. Le aziende del territorio che esportano negli Stati Uniti guardano con preoccupazione alla data del primo agosto. L’annuncio arrivato nel fine settimana da Donald Trump ha scosso profondamente il mondo economico europeo e italiano, con ripercussioni che si fanno sentire anche nel tessuto industriale della provincia di Lecco. Il presidente degli Stati Uniti ha comunicato attraverso una lettera pubblicata su Truth Social l’introduzione di dazi doganali del 30% su tutti i beni importati dall’Unione Europea, con decorrenza dal primo agosto 2025.

La misura, indirizzata alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, rappresenta secondo Trump una risposta necessaria per correggere quello che definisce un “deficit commerciale ampio, persistente e insostenibile” causato dalle politiche tariffarie europee. Nella lettera, il presidente americano non risparmia minacce: eventuali contromisure europee porteranno a un raddoppio dei dazi, con l’aggiunta di ulteriori tariffe al 30% già previsto.

Le preoccupazioni delle imprese lecchesi

Sebbene il mercato americano non rappresenti il primo riferimento per la maggior parte delle industrie lecchesi, le aziende del territorio che commerciano oltreoceano mostrano crescente preoccupazione. Tra queste figura la Novastilmec Spa di Garbagnate Monastero, guidata da Daria Borgonovo, vicepresidente di Confapi Lecco Sondrio. “La posizione di Trump rispetto all’Europa ci porta innegabilmente a metterci in allerta”, spiega Borgonovo. “Speriamo tutti che questa lettera sia solo una scortese modalità di trattare condizioni diverse, ma la certezza l’avremo solo a cose fatte. Per le aziende di Confapi Lecco Sondrio ciò significa un’ulteriore difficoltà in un panorama di situazioni complesse che dal Covid in poi ci accompagna costantemente”.

L’imprenditrice evidenzia come i dazi possano avere diversi risvolti negativi nelle esportazioni, “soprattutto di chi realizza macchinari e ha consegne lunghe con contratti già acquisiti”. Una situazione particolarmente delicata per il settore meccanico lecchese, tradizionalmente forte nell’export di macchinari e tecnologie avanzate.

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L’appello al governo nazionale

Di fronte a questa nuova sfida, Confapi Lecco Sondrio chiede un intervento deciso del governo nazionale. “È necessario che il governo tuteli la nostra competitività portando aiuti sotto diverse forme che possano sostenere indirettamente queste situazioni che ci cadono dall’alto”, sottolinea Borgonovo, “per non lasciare tutto il peso del rischio e l’onere della difficoltà al solo imprenditore”. La richiesta di sostegno arriva in un momento già complesso per il sistema produttivo locale, che dalla pandemia in poi si trova ad affrontare continue sfide: dall’aumento dei costi energetici alle difficoltà nelle catene di approvvigionamento, fino alle incertezze geopolitiche internazionali.

Le reazioni da Roma e Bruxelles

Il governo italiano ha scelto una linea diplomatica, con Palazzo Chigi che ha dichiarato di confidare “nella buona volontà di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l’Occidente nel suo complesso”. La nota ufficiale sottolinea come “non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell’Atlantico”. Da Bruxelles, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha risposto che l’imposizione di dazi del 30% “sconvolgerebbe le principali catene di approvvigionamento transatlantiche, a scapito delle imprese, dei consumatori e dei pazienti su entrambe le sponde dell’Atlantico”. La Commissione resta pronta a lavorare per un accordo entro il primo agosto, ma non esclude “contromisure proporzionate, se necessario”.

Scenari e tempistiche

La situazione si presenta particolarmente delicata considerando che la sospensione delle contromisure europee, per un valore di 21 miliardi di euro, scade alle 24 di lunedì. Una riunione urgente dei ventisette ambasciatori Ue si terrà domenica 13 luglio alle 15.30 per decidere se rinnovare la sospensione o far entrare in vigore le misure di risposta. Trump ha anche indicato una possibile via d’uscita: “Non ci saranno tariffe doganali se l’Unione Europea, o le aziende all’interno dell’Ue, decidessero di costruire o produrre prodotti negli Stati Uniti”. Una proposta che però comporterebbe significative delocalizzazioni industriali dall’Europa verso il territorio americano. Per le imprese lecchesi, come per tutto il sistema produttivo italiano ed europeo, si prospettano settimane di incertezza in attesa di capire se la “tempesta” annunciata da Trump si concretizzerà effettivamente o se prevarrà la diplomazia nell’evitare una guerra commerciale transatlantica.



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