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È di 185 milioni di euro l’importo complessivo dei lavori edili avviati a Lecce nel 2024 – Oltre Free Press



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È di 185 milioni di euro l’importo complessivo dei lavori edili avviati nella città capoluogo nell’anno 2024. È quanto emerso nel corso della sesta Commissione consiliare che si è svolta questa mattina, a Lecce, a Palazzo Carafa. All’ordine del giorno la prosecuzione della discussione sul tema «Il contributo del settore delle costruzioni al progresso della Città di Lecce». Ha introdotto i lavori il presidente della commissione Bronek Pankiewicz. Ha preso la parola, poi, Davide Stasi, data analyst, che ha snocciolato alcuni numeri sui cantieri in città.
Di questi, solo 10.429.860 euro sono legati a lavori eseguiti da committenti privati e 174.527.625 euro da imprese e committenti pubblici, per un totale di 184.957.485 euro.
Nel 2024 sono state trasmesse 675 notifiche preliminari sul totale provinciale di 6.162 (fonte Cassa edile della provincia di Lecce), pari all’11 per cento delle notifiche complessive. Si contano 322 interventi di manutenzione straordinaria, 59 di edilizia civile e 67 ristrutturazioni di civile abitazione, per un totale di 448 interventi di recupero del patrimonio immobiliare pubblico e privato; a seguire i lavori stradali, le opere idrauliche, di edilizia scolastica ed altro.
Le imprese di costruzioni con sede a Lecce sono 1.045, pari al 9,9 per cento del totale provinciale (10.575). Ma se rapportiamo il numero delle imprese edili di Lecce (1.045) sul totale delle imprese presenti in città (13.241) la percentuale scende al 7,9 per cento.
“Il 2024 – spiega Stasi – è stato un anno di transizione, dopo l’incremento registrato nel biennio precedente. È l’anno in cui avviene il passaggio di testimone dai lavori in ambito privato a quelli pubblici. Nel complesso, però, si possono intravedere i primi segnali di rallentamento o, meglio, di «normalizzazione» dopo la spinta al mercato stimolata dal superbonus. All’orizzonte non c’è una vera e propria crisi, ma solo una prevedibile correzione dopo l’exploit incontrollato scaturito dalla maxi-agevolazione fiscale (Superbonus 110 per cento). Ma – prosegue Stasi – per comprendere cosa stia succedendo è bene tenere conto della sua «forza inerziale». Le costruzioni sono una macchina pesante che parte lenta e si ferma lenta, come una grande nave a pieno carico che lanciata a tutta velocità, per fermarsi, a macchina tutta indietro, impiega anche cinque miglia. Più la nave è grande più impiega tempo a fermarsi. L’onda di domanda è stata così alta che non si è esaurita velocemente, per i tempi dei cantieri, per le diverse fasi dei cicli di lavoro e per la capacità dell’offerta. Così appaiono numeri molto diversi: l’occupazione è cresciuta, grazie al boom delle opere pubbliche; mentre la vendita di caldaie e condizionatori si è invece dimezzata. Mercati diversi, tempi diversi – rimarca Stasi – Possiamo dire che l’attività di riqualificazione è già entrata nella fase della contrazione del mercato, mentre le opere pubbliche sono entrate nel vivo dell’attività. Anzi, stanno affrontando la sfida sempre più ardua dei tempi realizzativi del Pnrr, sperando che fili tutto liscio. Non sappiamo se il salto economico atteso con il Pnrr ci sarà prima o poi. Quel che è certo è che sono temi su cui riflettere con numeri alla mano. Il primo fattore di cambiamento dal quale partire è che le imprese, grazie alle bolle espansive, hanno in gran parte risanato i bilanci. Un secondo è che la politica economica europea è tornata restrittiva. Ma c’è molto altro da considerare – aggiunge Stasi – I tassi di interesse si mantengono tuttora alti, soprattutto per le imprese di micro e piccole dimensioni, ma stanno lentamente scendendo, mentre i costi di costruzione restano elevati. C’è da chiedersi se ci saranno dei ritorni al passato, nonostante le normative europee già adottate e le direttive che devono essere invece ancora recepite dai Paesi dell’Unione europea nella legislazione nazionale”.



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