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Clean Technology 2025: cresce l’impegno delle aziende verso la transizione ecologica


Le imprese italiane stanno mostrando una forte capacità di adattamento e una visione lungimirante nel loro percorso verso la sostenibilità ambientale. Nonostante le difficoltà economiche e le tensioni internazionali, continuano a investire in iniziative green. Questo emerge chiaramente dalla quarta edizione dell’Osservatorio Clean Technology 2025, una ricerca condotta da Eumetra per Haiki+ e Innovatec su un campione rappresentativo di 400 PMI e grandi aziende italiane.

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L’analisi evidenzia come gli imprenditori riconoscano sempre di più l’importanza della sostenibilità come leva strategica per la crescita e l’innovazione aziendale. Nonostante l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, e le incertezze legate a dazi e tensioni geopolitiche, circa metà delle imprese ritiene che questi fattori influenzeranno poco o nulla i loro investimenti in sostenibilità, mentre un quinto prevede addirittura di incrementare tali investimenti. Nel 2025, il 72% delle aziende ha effettuato almeno un intervento su temi quali sostenibilità ambientale, economia circolare o efficienza energetica, segnando un aumento rispetto agli anni precedenti, come riportato da Borsa Italiana.

Questo conferma che le imprese stanno guardando al lungo termine, considerando la sostenibilità non solo un obbligo morale, ma anche un fattore chiave per migliorare i processi produttivi e l’efficienza. La metà delle aziende investe tra l’1% e il 5% del proprio fatturato in queste iniziative, con una partecipazione crescente anche tra le realtà più piccole, indicando un progresso concreto verso modelli produttivi più sostenibili e circolari.

In particolare, l’efficienza energetica rimane l’area principale di investimento, con il 65% delle aziende attive in questo campo nel 2025, in lieve aumento rispetto al 62% dell’anno precedente. Tuttavia, l’economia circolare sta registrando la crescita più significativa, passando dal 16% nel 2023 al 27% nel 2025. Tra le pratiche più diffuse in quest’ambito ci sono il riciclo degli scarti di produzione (che è passato dall’61% all’82%) e l’uso di materiali riciclati (dal 64% al 77%).

Gli imprenditori percepiscono chiaramente il legame tra sostenibilità e performance aziendale: il 77% si aspetta benefici dal proprio impegno ambientale e più della metà (55%) dichiara di aver già ottenuto risultati concreti, come riduzione dei costi, miglioramento della redditività e facilità nell’accesso al credito. Inoltre, il 60% delle aziende ha visto un miglioramento della propria immagine, aspetto atteso da circa il 70%. Un dato interessante riguarda il rapporto tra sostenibilità e innovazione digitale: il 72% delle aziende concorda che questi due ambiti sono strettamente connessi, mentre il 66% riconosce l’importanza dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) nelle decisioni d’investimento.

Tuttavia, molte imprese si trovano ancora ad affrontare da sole le sfide di questa trasformazione. Tra gli ostacoli più rilevanti ci sono i costi elevati, la mancanza di incentivi adeguati, una normativa complessa e la carenza di competenze specifiche, anche se quest’ultimo problema sembra in miglioramento rispetto al passato.

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Un altro punto critico è la scarsa formalizzazione di strategie aziendali strutturate sulla sostenibilità: solo il 16% delle piccole imprese e il 35% delle medie e grandi hanno un piano chiaro in questo ambito, condizione essenziale per massimizzare l’efficacia degli investimenti e integrare davvero la sostenibilità nel proprio modello di business.

Inoltre, molte aziende riscontrano difficoltà nell’accesso ai finanziamenti pubblici dedicati alla transizione ecologica. Pur considerato un’opportunità da oltre la metà delle imprese, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è spesso visto come troppo complicato e limitato nelle aree di intervento. Solo il 4% delle aziende è riuscito a ottenere fondi dal PNRR e poche hanno partecipato ad altri bandi a causa di requisiti stringenti o ostacoli burocratici.

In conclusione, la sostenibilità si conferma un elemento imprescindibile per lo sviluppo delle aziende italiane, capace di generare valore economico, attrarre investimenti e migliorare la reputazione aziendale anche in un contesto economico difficile. Tuttavia, per realizzare appieno questo potenziale è necessario che le imprese adottino strategie più strutturate e che il sistema Paese metta in campo politiche industriali più efficaci, semplificando le normative e facilitando l’accesso ai finanziamenti.

Come sottolinea Elio Catania, presidente di Haiki+, la sostenibilità non è più una scelta facoltativa, ma un elemento fondamentale per la crescita. Giovanni Rosti, CEO di Haiki+, aggiunge che serve un impegno più deciso da parte delle istituzioni per supportare le imprese nel loro percorso verso un futuro più verde e innovativo.



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