Thinking machines lab, la società di intelligenza artificiale fondata da alcuni dei più importanti ricercatori fuoriusciti da OpenAI, ha raccolto due miliardi di dollari (poco più di 1,7 miliardi di euro) in finanziamenti seed, come vengono definiti i primi fondi destinati a una nuova startup. La cifra record porta la valutazione della neonata azienda a 12 miliardi di dollari (circa 10 miliardi di euro).
I finanziamenti record, la squadra e i progetti
Il round di finanziamenti è stato guidato da Andreessen Horowitz, uno degli investitori più influenti della Silicon Valley, e ha coinvolto tra gli altri società come Nvidia, Accel, Cisco e Amd. L’enorme investimento – il più alto di questo tipo nella storia – dimostra ancora una volta quanto competitiva sia diventata la corsa a creare sistemi AI avanzati, ma anche l’altissimo valore attribuito ai migliori talenti nel campo.
L’amministratrice delegata di Thinking machines lab è l’ex responsabile tecnologica (chief technology officer) di OpenAI Mira Murati, che aveva lasciato l’azienda lo scorso settembre. Gli altri cofondatori sono John Schulman, informatico che ha contribuito allo sviluppo di ChatGPT; Barrett Zoph, ex vicepresidente della ricerca di OpenAI; Lilian Weng, che si è occupata di sicurezza dell’AI e di robotica nell’azienda di Sam Altman; Andrew Tulloch, specializzato in pre-addestramento e ragionamento dell’intelligenza artificiale; e Luke Metz, che a OpenAI ha lavorato sul post-training dell’AI. Thinking machines lab ha confermato per la prima volta la composizione del suo team a Wired US martedì 15 luglio.
Sempre martedì, Murati ha dichiarato in un post su X che la sua azienda sta sviluppando un’intelligenza artificiale multimodale che interagirà con gli esseri umani “attraverso la conversazione, la vista e il modo caotico in cui collaboriamo“. L’ad ha aggiunto che la nuova azienda lancerà il suo primo prodotto nei prossimi mesi, specificando che “includerà una significativa componente open source e sarà utile per ricercatori e startup che sviluppano modelli personalizzati”. Murati ha anche aggiunto che Thinking machines lab pubblicherà ricerche “per aiutare la comunità scientifica a comprendere meglio i sistemi AI di frontiera”.
Competizione alle stelle
In poco più di dieci anni l’intelligenza artificiale è passata da ambito di ricerca poco sviluppato a settore oggetto di grandi investimenti, importanti assunzioni e una frenetica ricerca di accordi.
Negli ultimi mesi, l’intensificarsi delle discussioni sulla possibilità che aziende come OpenAI siano vicine allo sviluppo di un’AI con capacità pari o addirittura superiori a quelle umane è coinciso con un aumento delle tensioni.
Di recente, l’ad di Meta Mark Zuckerberg ha ulteriormente scosso il settore. Facendo leva su offerte multimilionarie, il colosso ha strappato diversi ricercatori di alto livello ai rivali (in primis OpenAI), che lavoreranno nel suo nuovo laboratorio dedicato all’intelligenza artificiale generale (un tema sul quale Thinking machines lab è per ora rimasta in silenzio). Data la loro importanza e grande esperienza, è molto probabile che Meta abbia contattato anche i cofondatori della startup di Murati. Che per il momento ha preferito però non commentare la questione.
Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.
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