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Borse lavoro, Primiani (M5S): “Serve una strategia occupazionale strutturale”


CAMPOBASSO. «La massiccia adesione al bando regionale per le Borse lavoro, con circa 3.300 domande presentate, rappresenta un segnale che merita un’analisi approfondita e una riflessione strategica sul futuro occupazionale della nostra regione». Queste le parole del capogruppo M5S in Consiglio regionale, Angelo Primiani.

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«Dietro questo numero si cela una realtà che deve farci necessariamente riflettere: 3.300 persone, molte delle quali probabilmente alla ricerca della prima occupazione o fuoriuscite dal mercato del lavoro da tempo – visto che parliamo di molisani che non percepiscono alcun sussidio, neanche la Naspi – hanno visto in questa iniziativa l’unica possibilità di inserimento o reinserimento professionale. Insomma, parliamo in molti casi di persone in difficoltà economica e sociale- prosegue Primiani- Pur apprezzando l’iniziativa come strumento di supporto immediato, è fondamentale utilizzare questo dato come punto di partenza per elaborare una strategia occupazionale strutturale. Un percorso di sei mesi, seppur utile, non può rappresentare la soluzione a un problema che richiede interventi a lungo termine e soluzioni che garantiscano sbocchi professionali stabili e duraturi.

La sfida che abbiamo di fronte è trasformare questa esperienza temporanea in opportunità concrete di occupazione permanente, creando le condizioni per un mercato del lavoro più stabile.

In questo contesto, è necessario concentrarsi prioritariamente sulle imprese e sulla necessità di incentivare le aziende ad assumere. È evidente che ciò che crea reale occupazione è lo sviluppo di politiche mirate di sgravi fiscali e di incentivazione all’assunzione, che rendano conveniente per le imprese investire in nuove assunzioni stabili.

La Regione dovrebbe quindi sviluppare strumenti innovativi per sostenere le imprese che assumono a tempo indeterminato, ma è altrettanto evidente che non tutto può essere demandato alla competenza regionale. Il paradosso degli enti locali che soffrono di carenza di personale può rappresentare un’opportunità, ma il vero motore occupazionale deve essere il sistema imprenditoriale.

Questi numeri – 3.300 domande per borse lavoro da 700 euro mensili – meriterebbero una riflessione seria e importante anche da parte dello Stato centrale. Se non riparte il sistema delle assunzioni stabili, con contratti a tempo indeterminato e paghe adeguate, saremo sempre al solito punto: persone che non riescono ad accedere al mondo del lavoro perché sottopagato e che si trovano costrette ad affidarsi a quello che, di fatto, rischia di diventare un provvedimento una-tantum.

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Questo non è sostenibile né per i cittadini né per le finanze pubbliche.

Ben vengano quindi i percorsi formativi integrati alle Borse lavoro, ma a mio avviso servirebbero anche:

  • un sistema di monitoraggio che verifichi l’effettivo inserimento lavorativo dei beneficiari al termine del percorso, per valutare l’efficacia della misura e apportare eventuali correzioni;
  • l’implementazione di politiche di sostegno all’imprenditoria giovanile che possano offrire alternative concrete al lavoro dipendente, valorizzando le competenze acquisite durante l’esperienza formativa;
  • il rafforzamento della collaborazione tra Regione, Comuni e parti sociali per costruire un sistema integrato di politiche attive del lavoro che non si limiti a interventi emergenziali ma costruisca opportunità durature;
  • politiche regionali di sgravi fiscali mirati per le imprese che assumono stabilmente;
  • strumenti di defiscalizzazione per i primi anni di contratto per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato.

Il dato delle 3.300 domande presentate ci parla di una comunità che non si arrende, che crede ancora nelle possibilità del proprio territorio. È dovere delle istituzioni trasformare questa fiducia in un modello di sviluppo che metta al centro la dignità e le competenze, ma soprattutto che garantisca retribuzioni adeguate e contratti stabili.

Insomma, mi auguro che quello delle Borse lavoro non sia un provvedimento spot, ma che l’assessorato competente stia già lavorando a una strategia occupazionale più ampia, capace di offrire ai nostri cittadini prospettive concrete di futuro professionale e personale, in collaborazione con il tessuto imprenditoriale e con il supporto di politiche nazionali più incisive sul tema del lavoro dignitoso e ben retribuito.

Il mio vuole essere un appello: sediamoci intorno a un tavolo e ragioniamo insieme su queste soluzioni, con l’unico interesse di lavorare per il Molise e per i molisani».



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