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Tasse UE sulle grandi aziende nel bilancio da 2.000 miliardi


La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha recentemente rilanciato la necessità di introdurre nuove tasse UE sulle grandi aziende, oltre a imposte specifiche su tabacco e rifiuti elettronici, all’interno di una proposta di bilancio dell’Unione Europea da ben 2.000 miliardi di euro. Questa iniziativa rappresenta il cuore di una strategia volta a plasmare il futuro economico e politico dell’Europa nei prossimi anni, e ha già acceso un acceso dibattito tra i vari attori coinvolti.

La proposta di bilancio europea per il periodo 2028-2034, presentata da von der Leyen, non è solo una semplice pianificazione finanziaria, ma un vero e proprio manifesto politico che vuole rispondere alle sfide attuali, aumentando la resilienza e l’indipendenza del continente.

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Come ha spiegato la presidente durante la conferenza stampa, il documento prevede un massiccio aumento dei fondi destinati alla difesa, che saliranno a cinque volte rispetto ai livelli attuali, mentre i finanziamenti per la gestione delle migrazioni e delle frontiere verranno triplicati. Inoltre, la ricerca scientifica sarà potenziata con un raddoppio del budget, di cui il 35% sarà dedicato a iniziative per il clima e la biodiversità.

Tra le novità più rilevanti, il piano introduce un fondo di 100 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina, definita come il “partner strategico più importante” dall’eurocommissario al bilancio Piotr Serafin. Tuttavia, questo piano ambizioso non ha mancato di suscitare critiche da più fronti. I rappresentanti dei Verdi e diverse organizzazioni ambientaliste hanno espresso forte preoccupazione per l’eliminazione del fondo dedicato esclusivamente alla tutela della natura, visto come un passo indietro rispetto all’urgenza della crisi ambientale.

Un parlamentare verde danese, Rasmus Nordqvist, ha definito irresponsabile la decisione di abolire questo fondo, avvertendo che senza risorse mirate il degrado della biodiversità rischia di aggravarsi ulteriormente. A queste critiche si sono aggiunte quelle provenienti dal mondo agricolo e dal Parlamento Europeo, che hanno manifestato il proprio disappunto riguardo al progetto di accorpare politiche emblematiche, come la politica agricola comune (PAC) e i fondi regionali, in un unico grande fondo con meno programmi vincolati.

Il gruppo agricolo Copa-Cogeca, noto per la sua vocazione a rappresentare gli interessi degli agricoltori europei, ha anche organizzato una piccola ma rumorosa protesta davanti alla sede della Commissione a Bruxelles, accusando la proposta di smantellare le basi della politica agricola europea. Le istituzioni europee, però, hanno respinto queste accuse, assicurando che i pagamenti diretti agli agricoltori, che ammontano a circa 300 miliardi di euro, saranno salvaguardati.

Nel panorama delle tensioni politiche, non manca la voce contraria del premier ungherese Viktor Orbán, che già in passato aveva messo in difficoltà l’approvazione del bilancio europeo. Orbán si è opposto in modo netto al sostegno finanziario per l’Ucraina, dichiarando che “Bruxelles non deve abbandonare gli agricoltori europei per finanziare Kiev”, un segnale chiaro di ulteriori battaglie politiche all’orizzonte.

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Un punto fondamentale della proposta di von der Leyen riguarda proprio il modo in cui l’Unione intende finanziare questo enorme piano. La presidente ha voluto rassicurare i governi nazionali, sottolineando che i paesi membri non saranno chiamati a mettere mano al portafoglio con maggiori tasse nazionali.

Per farlo, la Commissione propone cinque nuove modalità per aumentare le entrate dell’UE. Tra queste spiccano la partecipazione al sistema europeo di scambio di quote di emissione, l’introduzione di una tassa sul carbonio alle frontiere europee, l’applicazione di imposte alle imprese con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro, e poi tasse specifiche su tabacco e rifiuti elettronici.

Va ricordato che l’Unione Europea è già in parte finanziata dai dazi doganali, ma questa nuova strategia punta a diversificare le entrate e ad aumentare il contributo delle imprese più grandi, in linea con la crescente attenzione verso una maggiore equità fiscale e la sostenibilità ambientale.

Questa proposta di bilancio rappresenta un momento importante per il cammino europeo, in cui la Commissione intende consolidare la capacità finanziaria e strategica dell’Unione, affrontando temi complessi come la sicurezza, la crisi climatica e le tensioni geopolitiche. Le tasse UE sulle grandi aziende diventano così uno strumento chiave non solo per finanziare le nuove politiche, ma anche per ridefinire il ruolo economico dell’Europa nel mondo contemporaneo.

Il percorso verso l’approvazione di questo bilancio si preannuncia tutt’altro che semplice, considerando le forti divisioni politiche e le molteplici pressioni degli interessi in gioco. Sarà interessante seguire come i governi nazionali, i parlamentari europei e i diversi stakeholder sapranno trovare un equilibrio tra le diverse esigenze, per costruire un futuro sostenibile e competitivo per il continente.

 

Elena Caccioppoli



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