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L’università cresce a Fermo: primo corso di laurea in Mediazione linguistica per il Made in Italy. “Risorsa per giovani e imprese”


FERMO – ‘Mediazione linguistica per il Made in Italy’ è questo il nuovo corso di laurea che parte dall’anno accademico 2025/206 a Fermo grazie all’università San Domenico e a Ossmed. “Ormai abbiamo un albero di progetti, non più una semplice linea. Diversifichiamo, ampliamo, specializziamo” sottolinea Carlo Nofri, direttore dell’Istituto.

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“La mappa dei progetti è in crescita. Crescono le collaborazioni con atenei in Italia e all’estero, in autunno insieme con l’Università per stranieri di Siena parte il primo diploma di insegnanti di italiano per persone sorde. Una specializzazione, così importante per la didattica, che in Italia non esiste”.

Collaborare per crescere. “Quando esce la classifica mondiale delle Università, le nostre no riescono a entrare nelle prime posizioni. Uno dei motivi è perché, tra i criteri, ci sono le collaborazioni con altri atenei, oltre a brevetti, Nobel e ricerche. Il salto di qualità è fondamentale” prosegue Nofri.

La regione Marche è al centro della progettualità, in primis con il consigliere regionale Marco Marinangeli: “Qui c’è qualità. Ossmed e San Domenico lavorano da anni al meglio. Le istituzioni devono supportare un lavoro come questo. L’offerta universitaria si arricchisce grazie a Fermo. questo corso crea una connessione con il tessuto produttivo. Non mi piace parlare di alternanza scuola – lavoro, bisogna cercare una vera connessione tra studio e lavoro. Le aziende ne hanno bisogno, in questa fase complessa. La nuova figura si inserisce al meglio nelle politiche del Governo sul made in Italy, dal liceo al potenziamento degli ITS fino ad arrivare al percorso universitario”.

Crede anche nell’incoming culturale Marinangeli: “Un corso come questo, che è un unicum, sarà un ulteriore attrattore. Per cui, doppio risultato: risposta ai bisogni dell’impresa e nuove opportunità per i giovani, marchigiani e non”.

Già pronte due collaborazioni con Confindustria Fermo, che ospiterà gli stage, e l’Its Made in Italy. “Il nuovo corso si è dato cinque obiettivi: vogliamo formare i giovani per farli restare sul territorio. Il rapporto che costruiamo con il mondo delle imprese è l’asse vincente; qui insegneranno anche esperti e capitani di industria, vogliamo far diventare le storie di successo una crescita didattica; integrare il sapere accademico con il saper fare, grazie a tirocini robusti; collaborare con altri atenei marchigiani, coinvolgendo docenti per creare una vera relazione interaccademica; coinvolgere studenti stranieri richiamati dal fascino del made in” spiega nel dettaglio Nofri.

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Un corso di laurea che ha l’ambizione di attrarre. Le lingue, essendo un corso di mediazione linguistica, sono la base: inglese obbligatoria, una seconda tra francese, tedesco, spagnolo e russo. No mancheranno i corsi d’italiano per stranieri. Confermato il corso di lingua dei segni, la sottotitolazione e il videomaking, con capacità di montaggio, e poi informatica applicata e intelligenza artificiale. “Nel corso dove traduciamo in pratica il principio dell’inclusione, utilizziamo programmi speech to text basati sull’AI. Noi non parliamo di AI, la usiamo in modo ragionato al servizio dell’uomo”.

Nello specifico, il corso sarà caratterizzato da una serie di materie: comunicazione giornalistica, teatro in lingua inglese con storia e cultura del marketing del made in Italy, storia del costume, storia dell’arte e dei beni culturali delle Marche, geografia e marketing del turismo: “Quando parliamo del made in Italy dobbiamo ampliare il concetto, la moda ne è il perno, ma c’è molto di più nella percezione del mondo, a comunicare dal food&wine”.

Dopo 8 anni, la San Domenico fa quindi un ulteriore salto in avanti, proseguendo sul percorso pubblico-privato: “Ci piacerebbe iniziare a collaborare con l’Euf. Ogni iscritto della san Domenico non è costato un euro al Comune e all’ente universitario, ma riteniamo di aver raggiunto un livello di maturazione come istituzione da essere un pezzo del patrimonio della città. Abbiamo bussato alla porta dell’Euf, ricevendo delle obiezioni sul fatto di essere ‘privati’. Ma questo è un errore. In Italia c’è la formazione privata, c’è la Statale e c’è la paritaria: noi siamo istituiti con un decreto del Ministero dell’Università, siamo monitorati annualmente da una commissione, siamo una istituzione del sistema pubblico dell’istruzione”.

Se il problema fosse il numero di iscritti, Nofri lo rimanda indietro con un colpo: “Noi siamo una research university. Qui, tra le tre missioni di ogni università (didattica, ricerca, progetti per il territorio), l’enfasi maggiore è nella ricerca e poi nei progetti territoriali. Quindi per noi la qualità è fondamentale, cominciamo ad avere un primo scaffale di pubblicazioni scientifiche” ribadisce il ‘rettore’.

Che ricorda come ogni progresso sia legato alla vittoria di bandi: “Per questo ci piacerebbe collaborare con l’Euf. a  oi vincere ed essere apprezzati soprattutto lontano da Fermo, tuttavia vorremmo stabilire un rapporto nuovo con l’amministrazione, dove si valorizzi appieno una esperienza unica in Italia”.

Ascolta soddisfatta Micol Lanzidei, assessora alla Cultura: “Tutti vogliamo dare il giusto valore e posizione a questo polo di ricerca per crescere e mostrare il suo valore, legato anche alla sua unicità. Oggi un nuovo tassello, dopo il riconoscimento Unesco ricevuto dalla San Domenico (leggi). Grazie a voi, l’Unipop e altre collaborazioni Fermo è sempre più learning city, siamo convinti che lavorando insieme, dando valore personale ed etico alle risorse, i risultati arrivano. È giunto il momento di investirci di più. Come? Insieme lo faremo, ne sono certo”.

In chiusura Francesco Trasatti, ex presidente del consiglio comunale e assessore con cui tutto partì quando si parla di Learning City: “Tu ci hai creduto prima di tutti. Il progetto – sottolinea guardando Nofri – è nato da una tua intuizione. L’amministrazione poi ha saputo accogliere il piano e sostenerlo. È stato l’incubatore di tutti i progetti che poi avete messo in campo. Bisogna però fare uno scatto di qualità e partecipazione, di crederci. Dobbiamo aprire un tavolo sull’Euf”. E così continuare a crescere.





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