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Bergamo, il centrodestra su I Maestri del Paesaggio: «Quantità e qualità degli eventi in calo. Serve un piano di rilancio»


di
Redazione Bergamo

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L’affondo delle opposizioni, a fronte del contributo comunale rimasto invariato: 47 mila euro

«Ristabilire criteri di valutazione e vincoli al finanziamento». Nell’interrogazione depositata a fine giugno, i consiglieri comunali della Lega Alessandro Carrara e Alberto Ribolla analizzavano tanto le cifre del contributo comunale (circa 47 mila euro) riconosciuto all’associazione Arketipos quanto i numeri delle ultime edizioni dei Maestri del Paesaggio. Un’analisi dai toni critici, per quanto riguarda numero e tipologia di eventi organizzati («194 nel 2019 – 14 nel 2024», recita l’interrogazione). A fronte dei quali, ora, tutto il centrodestra mette in discussione l’entità del contributo riconosciuto dal Comune, rimasto invariato negli anni nonostante la riduzione quantitativa e qualitativa delle «installazioni e delle iniziative collaterali, perdendo parte del valore culturale e partecipativo che aveva caratterizzato le sue prime edizioni», recita un comunicato stampa unitario di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e della Lista Pezzotta. Forze che ritengono «necessario aprire una riflessione seria sull’utilizzo delle risorse pubbliche e sull’effettiva ricaduta dell’evento sull’intera città».

Nel comunicato i gruppi d’opposizione a Palazzo Frizzoni dicono di essere pronti «a presentare un piano articolato per il rilancio dell’iniziativa, che sarà condiviso con l’Amministrazione qualora vi sia, da parte della stessa, l’umiltà e il buonsenso necessari ad ascoltare proposte costruttive. Il piano punta a una valorizzazione più diffusa e inclusiva, con l’obiettivo di riportare il festival a essere un appuntamento di riferimento per tutta la città, e non un evento esclusivamente simbolico o concentrato su singole aree». E tornano sulla necessità di valutare «una revisione della governance dell’associazione Arketipos, introducendo forme di rappresentanza all’interno degli organi decisionali da parte degli enti pubblici finanziatori, quali il Comune di Bergamo e la Regione Lombardia. Una misura che garantirebbe maggiore trasparenza, controllo e coerenza rispetto agli obiettivi culturali e civici dell’evento».





















































«Preoccupa il fatto che questa vicenda si inserisca in un quadro più ampio – si conclude il comunicato stampa – in cui l’offerta culturale cittadina appare sempre meno strutturata e progressivamente in calo, sia in termini qualitativi che quantitativi».

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