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Imprese piemontesi, fiducia in calo ma investimenti in crescita: la fotografia del primo semestre del 2025 – CanaveseNews


Dopo il rimbalzo di marzo, tornano più caute le aspettative delle imprese piemontesi. È quanto emerge dall’indagine congiunturale condotta a giugno dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino, su un campione di circa 1.200 aziende manifatturiere e dei servizi. Il contesto globale, segnato da incertezze geopolitiche ed economiche, frena l’ottimismo, ma non arresta del tutto la spinta all’investimento.

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I dati regionali indicano segnali contrastanti: in miglioramento le attese per l’occupazione (saldo +4,9%), ma in calo la produzione (-1,0%), gli ordini (-2,3%), l’export (-6,1%) e la redditività (-6,9%). Resta elevato il tasso di utilizzo degli impianti (77%) e stabile il ricorso alla Cassa integrazione (10,4%, che sale al 14,1% nel manifatturiero).

Positivo, invece, il dato sulla propensione a investire, che coinvolge il 74,6% delle imprese. Cresce anche la quota di aziende pronte ad acquistare nuovi impianti: oltre il 25%, con un +1% rispetto alla rilevazione di marzo.

Manifattura in sofferenza, terziario in crescita

Nel dettaglio settoriale, la manifattura – che rappresenta due terzi del campione – resta sotto pressione: produzione (-5,9%), ordini (-8%), redditività (-11,5%) e export (-7,8%) chiudono tutti in terreno negativo. In difficoltà il metalmeccanico, in particolare i comparti automotive e metallurgia (-9,7% di saldo per la produzione). Tornano in calo anche tessile (-28,3%), cartario-grafico (-16,7%) e manifatture varie (-15,6%).

In controtendenza alimentare (+11,4%), edilizia (+7,2%) e impiantisti (+23,3%), che continuano a offrire contributi positivi alla crescita. Più favorevole lo scenario per il terziario, meno esposto alle tensioni internazionali: in espansione servizi alle imprese (+26,2%) e ICT (+24,2%), seguiti da commercio e altri comparti con saldi comunque positivi.

Le parole del presidente di Confindustria Piemonte Amalberto: “Serve un cambio di prospettiva”

“Il nostro tessuto produttivo, sempre più diversificato, resta il perno della tenuta economica del Piemonte”, ha commentato Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte. “Accanto alle vocazioni storiche, come la mobilità, le imprese stanno affrontando con coraggio le sfide della transizione ambientale e tecnologica. Ma a frenare la redditività concorrono anche ostacoli strutturali: il cuneo fiscale è tra i più alti d’Europa e pesa direttamente su occupazione e potere d’acquisto. Dobbiamo insistere per un sistema che non penalizzi chi fa impresa”.

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Grandi aziende più ottimiste, penalizzate le più internazionalizzate

L’indagine conferma anche il divario dimensionale: le imprese con meno di 50 dipendenti segnalano un saldo negativo sulla produzione (-1,9%), mentre quelle con 50 o più addetti tornano in terreno positivo (+0,8%).

Paradossalmente, le aziende meno esposte ai mercati esteri mostrano le attese più fiduciose: +5,2% per chi esporta meno del 10% del fatturato. Peggiorano le aspettative man mano che cresce il grado di internazionalizzazione: -7,1% (export 10–30%), -10,7% (30–60%), -7,8% (oltre 60%). In miglioramento, infine, le previsioni sui prezzi delle materie prime (-8,4 punti) e dell’energia (-16,8 punti). Più contenuta la discesa per i costi logistici (-2,7 punti).



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