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L’ecosistema imprenditoriale di Catania | UnictMagazine


Un modello replicabile per altre regioni periferiche. Lo studio dei docenti Rosario Faraci e Rosaria Ferlito

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Come può un ecosistema imprenditoriale fiorire anche in una regione periferica, spesso priva delle risorse tipiche che hanno a disposizione i grandi hub dell’innovazione?

A questa domanda di ricerca ha risposto il lavoro scientifico presentato dai professori Rosario Faraci (Università di Catania) e Rosaria Ferlito (Università Kore di Enna) alla prestigiosa R&D Management Conference 2025, svoltasi recentemente ad inizio luglio a Pisa, promossa dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dal team coordinato dai professori Andrea Piccaluga e Alberto Di Minin.

La Conference di R&D è dal 1980 uno degli appuntamenti scientifici più importanti a livello mondiale in tema di politiche e management dell’innovazione e il prossimo anno è in programma a Manchester.

Lo studio di Rosario Faraci e Rosaria Ferlito, intitolato Fostering Startup Innovation in Peripheral Area: The Case of Catania Entrepreneurial Ecosystem, affronta un tema di grande attualità, ovvero come il coordinamento e la collaborazione tra attori locali possano supplire alle carenze strutturali tipiche delle aree periferiche, come Catania, favorendo ugualmente la nascita e la crescita di startup e di imprese innovative.

«Non è solo importante chi partecipa a un ecosistema, ma soprattutto come questi attori collaborano tra loro» – sottolineano i due autori, introducendo la chiave di lettura della loro indagine empirica sul contesto catanese, ovvero l’importanza del network fra le persone e gli imprenditori.

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In foto da sinistra i docenti Rosario Faraci e Rosaria Ferlito

Attraverso interviste ai principali attori e la partecipazione a svariati eventi dell’ecosistema locale, lo studio identifica tre configurazioni organizzative che sostengono l’innovazione imprenditoriale a Catania: i Trust-Anchor, spazi informali dove la fiducia e le relazioni spontanee favoriscono l’incontro tra attori locali; gli Institutional Pipeline, percorsi strutturati promossi da università e imprese; e, infine, la Civic-Bridge, un meccanismo di partenariato pubblico-privato basato sull’uso strategico dei dati pubblici.

Uno dei principali contributi scientifici dello studio è la proposta di un modello sequenziale, che soppianta la tradizionale logica dei bucket of factors in un ecosistema.

«Abbiamo superato il modello statico che elenca semplicemente i fattori presenti in un ecosistema – spiega la prof.ssa Rosaria Ferlito – e proposto invece una visione dinamica, processuale, più adatta a spiegare come realmente funzionano le reti imprenditoriali nei contesti fragili».

Un altro risultato emerso dal lavoro riguarda il ruolo del partenariato pubblico-privato nelle regioni periferiche. Non si tratta più solo di finanziamenti pubblici diretti, ma di un modello data-driven, in cui il Comune agisce come facilitatore e broker informativo, come è stato nel caso del recente hackhaton GreenMindAI che si è tenuto a Catania nel mese di maggio.

Anche l’Università svolge un importante ruolo propulsivo e al riguardo il prof. Rosario Faraci ha richiamato la nuova esperienza di YouCube, l’incubatore dell’ateneo di Catania per start up e spin off inaugurato dal rettore Francesco Priolo a giugno.

Il lavoro scientifico dei due studiosi siciliani ha suscitato grande interesse tra ricercatori internazionali ed esperti di innovazione, aprendo la strada a futuri studi comparativi tra ecosistemi periferici.

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