Fondamentali societari solidi e rendimenti interessanti dovrebbero aiutare le obbligazioni investment grade (rating BBB/Baa e superiore) ad affrontare potenziali ostacoli per la crescita. I rendimenti elevati per le obbligazioni corporate investment grade offrono una protezione dalle variazioni di spread e tassi.
Per quanto semplice possa sembrare, i rendimenti sono un indicatore dei rendimenti complessivi futuri. Ad esempio, la storia ci insegna che la correlazione tra il rendimento iniziale per le obbligazioni corporate investment grade e il rendimento complessivo nei successivi cinque anni è stata estremamente elevata.
Oggi, a seconda della qualità dell’emissione, i mercati obbligazionari offrono rendimenti compresi tra il 4% e l’8% nei vari settori. Assicurarsi questi rendimenti offre un buon valore nel lungo periodo.
Al contempo, gli indicatori del credito continuano a mostrare che le società sono in buona salute.
Gli utili aziendali sono ragionevoli, anche se l’aumento dei costi e l’indebolimento del sentiment dei consumatori oscurano le prospettive economiche generali. Nei periodi in cui le aspettative sulla crescita vengono riviste al ribasso, le entità consolidate con indicatori creditizi solidi, un rischio di rifinanziamento basso e ampie riserve patrimoniali sono meglio posizionate per affrontare le difficoltà e sono dunque favorite dagli investitori.
I bilanci aziendali sono stati generalmente gestiti in modo prudente; pertanto, le società sono ben posizionate per affrontare le sfide poste da un contesto macroeconomico più incerto. Lo dimostra, ad esempio, la leva finanziaria. Sia negli USA che in Europa, il livello debito netto/EBITDA è ancora pari o inferiore alla mediana post-CFG.
L’high yield USA si è dimostrato un’asset class più resiliente negli anni
Il settore high yield USA sembra in buone condizioni.
La crescita degli utili aziendali è positiva, la leva è moderata, i tassi di default sono bassi. Inoltre, la qualità creditizia del mercato high yield è migliorata nettamente negli ultimi decenni. Il gruppo con rating più elevato è BB, che ora rappresenta oltre il 50% del mercato high yield statunitense.
Una conseguenza importante di questo miglioramento nella qualità creditizia è emersa durante la fase di volatilità del mercato di inizio 2025, soprattutto rispetto al periodo della crisi finanziaria globale (CFG).
All’epoca della CFG, il mercato high yield USA come asset class ha registrato una flessione comparabile all’azionario, cedendo oltre il 25% nella seconda metà del 2008. Per contro, nel recente periodo di incertezza, quando l’Indice S&P 500 ha perso il 15%, l’high yield ha ceduto solamente l’1,8%.
Il miglioramento nella qualità creditizia media negli ultimi due decenni ha aiutato le obbligazioni high yield USA a rimanere più salde in condizioni di mercato avverse, fornendo un importante elemento di diversificazione rispetto all’azionario.
Obbligazioni ME in valuta locale: ben ancorate, in un contesto che evolve
Il calo dell’inflazione inerziale, dei prezzi dell’energia e della crescita globale indicano una traiettoria discendente per i tassi d’interesse nei mercati emergenti (ME). Al contempo, data la ridotta pressione per l’apprezzamento del dollaro, il canale dei bilanci – che di norma ha indotto le banche centrali dei ME a mantenere una politica monetaria più restrittiva nelle fasi di avversione al rischio – non è più una limitazione. Il mercato prevede tagli dei tassi in quasi tutti i mercati dei ME nei prossimi 12 mesi e prospetta ora un rialzo molto inferiore in Brasile rispetto a quello previsto prima del “Liberation Day” del 2 aprile.
Un calo dei tassi d’interesse nei ME dovrebbe supportare le obbligazioni in valuta locale.
Anche se la possibilità che l’avversione al rischio aumenti rimane superiore alla norma data l’incertezza della politica estera USA, i Paesi dei ME sono in una posizione relativamente robusta per affrontare le difficoltà future, considerando i fondamentali perlopiù solidi e fattori tecnici di supporto.
La minore titolarità estera del debito in valuta locale dei ME, combinata con l’ampliamento della base di investitori nazionali nella maggior parte delle regioni, offre una certa protezione contro le fughe di capitale.
Questo perché gli investitori locali hanno spesso obiettivi e orizzonti temporali diversi rispetto a quelli esteri e generalmente sono una fonte più solida di domanda.
Al contempo, in caso di abbandono più consistente degli asset statunitensi, la partecipazione estera relativamente bassa in gran parte delle regioni dei ME implica una maggiore capacità di accogliere gli afflussi esteri.
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