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Nasce il Piano di sviluppo industriale della Valle d’Aosta per far crescere manifattura e attrattività


Puntare forte su energia, impianti a fune e montagna, ambiente, filiera del legno e filone sanitario, ma soprattutto su ricerca e sviluppo, per far crescere di importanza e qualità il sistema industriale e manifatturiero della Valle d’Aosta. In estrema sintesi è lo scopo del Piano di sviluppo industriale della nostra regione, presentato venerdì mattina.

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Il piano di sviluppo industriale della Valle d’Aosta

Frutto del lavoro di nove mesi tra Assessorato allo Sviluppo economico, Finaosta e Teha Group (realizzatore materiale del progetto) il Piano di sviluppo industriale si pone l’obiettivo di concretizzare i tanti buoni propositi emersi dal Tavolo delle politiche del lavoro e dai confronti di questi anni con aziende, associazioni datoriali e parti sociali.

Il tutto, per consentire uno sviluppo solido del sistema industriale e manifatturiero, con linee guida concrete e definite, 10 proposte di indirizzo, basate sul confronto con 13 realtà benchmark di alto livello, tra comparabili e leader di settore.

E le tempistiche? Non ci sono, in quanto ogni settore prevede anche eventuali collaborazioni con altri assessorati e altre realtà della Regione.

Gli step, però, saranno controllati da precisi strumenti di monitoraggio.

Piano di sviluppo industriale della Valle d’Aosta: la genesi

Per il Piano di sviluppo industriale della Valle d’Aosta, la Regione partirà dalle peculiarità e da una posizione già allettante, visto che, come spiegato dall’assessore allo Sviluppo economico, Luigi Bertschy, «almeno sette imprese stanno pensando di spostare la propria attività in Valle».

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«Queste ci dicono che gli strumenti messi a disposizione sono già notevoli – evidenzia Bertschy – e il piano industriale può servire a migliorare le condizioni e a capire se filiere principali come energia, impianti a fune, legno e cambiamento climatico possano essere ulteriormente potenziate».

Il lavoro si porrà come base per il prossimo governo regionale.

«Potrà essere usato o migliorato, ma noi avevamo il dovere di redarre un piano triennale – continua l’assessore -. Abbiamo cercato di concretizzare tutti gli interventi fatti in questi anni, frutto di grande concertazione con imprese e controparti, sempre nell’ottica di dare una visione di sviluppo e strategica alle imprese del territorio».

L’obiettivo è chiaro.

«L’economia deve essere sostenuta da più settori e industria e manifattura possono far crescere il livello di attrattività della Valle – analizza Luigi Bertschy -. Sappiamo tutti cosa sta succedendo a livello economico e geopolitico, ma queste filiere offrono occupazione di qualità, stabile, che consente alla persone di programmare la propria vita».

Attualmente i settori in questione occuppano tra i 6 e i 7 mila lavoratori, ma c’è bisogno di «allargare la base – conclude Bertschy -. Bisogna investire sulla ricerca, spingendo le realtà private medio-piccole a strutturarsi in tal senso, bisogna aumentare le relazioni con le grandi aziende e creare distretti produttivi. Inoltre, bisogna puntare ulteriormente sull’importanza degli investimenti nel capitale umano e sulla formazione e la creazione di un ITS di alto livello va in questa direzione».

La dirigente della Struttura Ricerca, Innovazione, Trasferimento tecnologico e Sviluppo industriale, Jasmine Abram, sottolinea come «la nascita del Centro unificato per la ricerca scientifica» possa servire «da esempio per dare una spinta rafforzativa e rendere competitiva la ricerca».

E questo anche se il piano proposto è «strettamente industriale, ma consente di prevedere misure perseguibili nel medio e lungo periodo».

Nel lavoro «sfidante» è stata coinvolta anche Finaosta, a cominciare dal direttore Mattia Sisto.

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«Il piano arriva nel momento giusto ed è redatto da un partner di grande livello – spiega -. Abbiamo dato un taglio operativo e concreto, con iniziative per dare effettivo supporto alle aziende».

Il Piano di sviluppo industriale della Valle d’Aosta

A redarre il Piano di sviluppo industriale della Valle d’Aosta, come detto, è stata Teha Group, presente con il senior partner e responsabile dell’area scenari e intelligence Lorenzo Tavazzi.

Evidenziato come «nessun territorio può prescindere da una solida base industriale», Tavazzi parla di un progetto che, in realtà, è composto da due documenti, il Piano strategico e il Piano di indirizzo.

Il lavoro, «fortemente partecipato», parte dai dati di fatto positivi della nostra Regione, ai vertici tricolori in materia di occupazione femminile e giovanile, sopravvivenza delle imprese nei settori ad alta intensità di conoscenza, legame profondo con la sostenibilità ambientale e un ecosistema diffuso di centri di formazione e ricerca.

Il monitoraggio

Per monitorare le performance, Teha Group ha creato una sorta di Tableau de bord, che parte dal confronto con i profili di territori benchmark (Verbano Cusio Ossola, Cuneo, Bergamo, Brescia, Massa-Carrara, Sondrio, Bolzano, Trento, Belluno, Udine, Pordenone, Pesaro e L’Aquila), che rappresentano situazioni comparabili, o comunque di alto livello, per raggiungere i macro obiettivi, che vedono comunque la Valle in buona posizione in tanti di essi.

In uno scenario geopolitico complicato, con un’involuzione demografica diffusa ovunque e le transizioni digitali ed ecologiche da affrontare, per Lorenzo Tavazzi «l’incidenza della manifattura sulle attività economiche è cresciuta molto negli ultimi sette anni, ma la sua incidenza sul valore aggiunto totale rimane ancora lontana dai territori benchmark».

Questo può essere in parte anche dovuto a una natalità inferiore rispetto al livello italiano, ma anche a un’incidenza dell’intelligenza artificiale ancora agli albori.

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Piano di sviluppo industriale della Valle d’Aosta: le linee di indirizzo

In una realtà manifatturiera che conta su 731 imprese (6,6% delle imprese attive), 6 mila occupati (10,5% dell’occupazione regionale), 339,7 milioni di valore aggiunto manifatturiero; 804,6 mln di export manifatturiero (97,8% export regionale totale), Teha Group ha individuato tre linee di sviluppo, declinate in 10 ambiti di intervento.

La prima riguarda azioni di potenziamento settoriale ed è composta di 7 ambiti.

La creazione di una filiera energetica sostenibile appare il punto forte del piano.

L’idea è di favorire il posizionamento del futuro distretto dell’energie rinnovabili, un centro di eccellenza per lo sviluppo, che passi da un hub-incubatore, per coinvolgere grandi e piccole aziende e lanciare startup.

Altro punto è la valorizzazione della filiera del legno.

In particolare, il piano di sviluppo industriale ritiene fondamentale «ricostituire la filiera della prima lavorazione del legno, creando un marchio unico per i prodotti realizzati e lavorati in Valle».

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Importante sarà anche rafforzare la posizione delle produzioni Agrifood regionali sui mercati nazionali e internazionali, creando partnership con distributori e rivenditori specializzati e partecipando a fiere e manifestazioni del settore.

Linea fondamentale è quella del rafforzamento dell’ecosistema regionale delle Scienze della vita.

In un settore in forte espansione, il piano prevede di spingere per l’insediamento di operatori big tech nelle Pépinières, per sviluppare soluzioni avveniristiche nel campo della diagnostica e della prevenzione. Il tutto partendo dallo sviluppo del Centro CMP3VdA.

In tema di montagna, il documento punta a creare un centro di eccellenza per la formazione nella manutenzione degli impianti sciistici.

Questo, attraverso la collaborazione con imprese leader nella produzione di impianti di risalita, creando una filiera della montagna per valorizzare l’offerta turistica e sportiva.

Altro aspetto importante riguarda lo sviluppo e il supporto della filiera della componentistica automotive in segmenti ad alto potenziale.

Sulla scia della Podium, la Regione dovrà sviluppare realtà medio piccole del settore, ampliando il portafoglio verso tecnologie sostenibili, ad ampio valore aggiunto, con focus su aerospace e motorsport.

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Infine, ci dovrà essere il rafforzamento della filiera della metallurgia e della siderurgia attraverso integrazioni verticali e sinergie strategiche.

L’obiettivo è mirare alla specializzazione in settori ad alto potenziale come energia, medicale, edilizia e grandi opere, puntando ancora forte sulla rifusione dell’acciaio.

Altro ambito è quello riguardante incentivi per innovazione dell’ecosistema di ricerca e sviluppo.

Questo prevede, innanziatutto, il dialogo tra realtà territoriali di diverse dimensioni per consolidare filiere e creare opportunità, arrivando a creare una task force pubblico-privata, puntando su ricerca e sviluppo.

In seconda battuta, si mira alla creazione di una filiera del monitoraggio sul cambiamento climatico e il rischio idrogeologico nelle zone alpine.

Questo sarà attuabile attraverso partenariati con enti di ricerca e università, partnership con imprese di microelettronica e sensoristica e con la creazione di un gruppo di lavoro specializzato sul futuro dello sci in Valle.

Ultimo ambito è quello relativo a programmi di attraction e retention di talenti e forza lavoro qualificata.

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Qui, l’obiettivo, cui si punta già a breve termine, riguarda la creazione di un ITS (Istituto tecnico superiore), con indirizzo relativo al settore elettrico, elettronico ed energetico, in stretta collaborazione con gli ITS di Piemonte e Lombardia.

(alessandro bianchet)



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