Quattro miliardi di euro alle imprese umbre per investimenti, innovazione e credito. È la cifra a livello regionale del plafond frutto del nuovo accordo quadriennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria per la crescita delle imprese italiane, sottoscritto lo scorso gennaio. Il programma nazionale congiunto mette a disposizione 200 miliardi di euro fino al 2028, di cui quindi 4 miliardi alle aziende umbre, per rilanciare lo sviluppo del sistema produttivo e cogliere le opportunità di Transizione 5.0 e I.A., integrando così le risorse già stanziate dalla banca per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr.
Nella sede umbra di Confindustria, Carlo Pacifici, consigliere delegato a credito e finanza Confindustria Umbria, e Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo, dopo avere firmato l’accordo hanno evidenziato le peculiarità delle nuove misure messe in campo e si sono confrontati sulle strategie di sviluppo e competitività dell’Umbria.
Il protocollo presentato – è stato ricordato – consolida e rinnova quindi la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria già avviata nel 2009, per un volume di crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450 miliardi di euro in quindici anni.
“Investimenti, innovazione e credito – ha affermato Pacifici – rappresentano leve imprescindibili per garantire crescita sostenibile e competitività al nostro sistema produttivo, e il valore di questa collaborazione sta nella capacità di fare rete, di integrare finanza e strategia al servizio delle imprese”.
“Le imprese umbre avranno a disposizione 4 miliardi di euro per dare forza al tessuto produttivo e accelerare gli investimenti oggi strategici per la competitività incentivando sostenibilità, accesso ai mercati esteri e innovazione” ha quindi detto Nocentini. Sono state così presentate alla platea di imprenditori umbri misure ad hoc per favorire il supporto a nuovi insediamenti produttivi, all’ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti e agli investimenti nel settore energetico, sostenendo così l’attrattività dei territori italiani con posizione strategica per le rotte e gli interscambi internazionali. Le novità riguardano gli investimenti in nuovi modelli produttivi innovativi ed evoluti ad alto potenziale con particolare attenzione ad aerospazio, robotica, intelligenza artificiale e scienze della vita. Ma anche l’accelerazione della transizione sostenibile in linea con il Piano Transizione 5.0, dei processi innovativi ad alto contenuto tecnologico, dell’economia circolare verso un bilanciamento energetico ottimale tra fonti energetiche sostenibili; inoltre, l’impatto in ricerca e innovazione, favorendo la nascita e lo sviluppo di startup e Pmi ad alto contenuto tecnologico anche attraverso soluzioni finanziarie e servizi dedicati; ed infine il sostegno ai lavoratori attraverso il Piano per l’Abitare Sostenibile, per facilitare la mobilità e l’attrazione dei talenti nell’industria italiana.
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