Un piano per trasformare, non per gestire. Un disegno per anticipare il futuro, non inseguirlo. La Valle d’Aosta ha oggi uno strumento nuovo e ambizioso: il Piano di Sviluppo Industriale, approvato dalla Giunta regionale e presentato questa mattina a Palazzo regionale dall’assessore allo Sviluppo economico Luigi Bertschy, frutto di un anno di lavoro condiviso tra istituzioni, imprese, esperti e centri di ricerca.
Realizzato assieme a Finaosta Spa (presenti in sala il direttore, Mattia Sisto e la dirigente Jasmine Abram) e Thea Group (rappresentata da Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e responsabile Area Scenari e Intelligence), l’obiettivo del Piano è chiaro: accompagnare la metamorfosi del sistema produttivo valdostano, coniugando innovazione, sostenibilità e competitività. Una sfida notevole, che parte da un dato: il manifatturiero regionale conta circa 730 imprese e 6.000 occupati, con un potenziale ancora inespresso ma pronto a fare il salto di qualità.
La mappa della trasformazione
Tre direttrici strategiche guidano il Piano:
– rafforzare le filiere industriali esistenti e crearne di nuove;
– spingere sull’innovazione tecnologica e ambientale;
– attrarre e trattenere i talenti, in particolare quelli giovani e qualificati.
Non si tratta solo di buone intenzioni, ma di un’agenda concreta: dieci proposte operative che spaziano dalla creazione di un Centro di Eccellenza per la manutenzione degli impianti sciistici, alla filiera per il monitoraggio del cambiamento climatico nelle Alpi, passando per l’idea di un Istituto tecnico Superiore interamente valdostano, in grado di formare professionisti di alto livello nelle aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo economico.
L’industria che (ri)nasce
Il Piano si inserisce nella cornice europea della Strategia di Specializzazione Intelligente (S3), che punta a valorizzare le vocazioni del territorio, e si raccorda agli obiettivi del Documento di economia e finanza regionale (DEFR) per il triennio 2025-2027.
Dalle risorse energetiche (“In Valle d’Aosta la Cva è un esempio primario di gestione e multi utilizzo etico e produttivo dell’energia” ha ricordato l’assessore), alla filiera del legno e alla metallurgia integrata, dall’automotive di precisione all’ecosistema delle Scienze della Vita, ogni intervento è disegnato per rafforzare la capacità competitiva delle imprese locali, favorendo sinergie verticali e reti orizzontali tra settori contigui.
“Non c’è sviluppo industriale senza innovazione, e non c’è innovazione senza capitale umano”, ha sottolineato Bertschy, annunciando l’avvio dei primi tavoli operativi con le imprese. In ballo ci sono anche nuovi strumenti per l’attrazione di investimenti (con la revisione della L.R. 8/2016), incentivi all’efficientamento energetico connessi alla strategia Fossil Fuel Free, e sostegni mirati all’imprenditoria giovanile e femminile.
Un’azione mirata
Il Piano non nasce a tavolino, ma da un’indagine rigorosa. Sono stati raccolti oltre 1.400 dati, analizzati in parallelo con altri 13 territori italiani ed europei simili per dimensione e vocazione. Ne è emerso un quadro complesso: l’economia valdostana tiene, ma rischia di essere fragile se non innesta nuove leve tecnologiche, soprattutto in un contesto di denatalità e transizione ecologica accelerata.
In questo senso, non si dovrebbe avere tra le mani un libro dei sogni, ma una roadmap realistica per dare un’identità forte all’industria valdostana, integrandola con turismo, ricerca, energia e formazione.
Un cambio di passo
“Non si tratta solo di economia, ma di scelte politiche – ha ribadito Bertschy -. Dopo anni in cui l’industria è rimasta sullo sfondo del dibattito pubblico, il nuovo Piano rimette al centro la produzione, il lavoro, la tecnologia, come elementi fondanti di una Valle d’Aosta moderna. Ora tocca agli attori del territorio: imprese, istituzioni, università, scuole, giovani. Noi abbiamo cercato di tracciare la rotta, ora è il momento di navigare. E, perché no, di provare ad accelerare”.
pa.ga.
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