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Germania boccia Von der Leyen


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Le manovre finanziarie in Europa sono elaborate su piani di sette anni e prevedono la gestione di ingenti quantità di risorse. È inevitabile che esse riflettano anche precise scelte politiche, soprattutto nell’identificazione delle priorità in termini di investimenti. Altrettanto inevitabile è che, sulla scelta di tali priorità, nascano scontri fra fazioni politiche e fra diversi Stati Membri. Così è andata per la più recente proposta di bilancio dell’Unione Europea per il periodo 2028-2034, che ha suscitato reazioni negative da parte del governo tedesco. Il portavoce del governo Stefan Kornelius ha respinto categoricamente i piani della Commissione europea, definendo “ingiustificabile” l’aumento complessivo del bilancio UE in un momento in cui tutti gli Stati membri stanno compiendo sforzi considerevoli per consolidare i bilanci nazionali. La manovra proposta, che ammonta a circa due trilioni di euro, rappresenta un incremento di 700 miliardi rispetto all’attuale periodo settennale.

La proposta di bilancio della Commissione europea

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha presentato un progetto di bilancio pluriennale che riflette le nuove priorità dell’Unione. Il documento prevede un significativo aumento delle risorse destinate alla sicurezza, alla difesa e alla competitività economica europea, con l’obiettivo dichiarato di permettere all’Europa di reagire più rapidamente e con maggiore flessibilità alle crisi future.

Il programma agrandi linee

La Commissione europea intende ridurre di due terzi il numero dei programmi, portandolo a 16, per semplificare la gestione delle risorse. Le due voci di bilancio più consistenti – agricoltura e aiuti regionali – rappresentano insieme quasi il 70% dell’attuale bilancio con uno stanziamento di 865 miliardi di euro. Gli Stati membri dovranno sviluppare piani nazionali per l’assegnazione dei fondi, ma i pagamenti saranno subordinati all’attuazione di riforme specifiche e al rispetto dei principi dello Stato di diritto.

Il comparto agricolo continuerà a ricevere sostegno attraverso aiuti diretti che dipendono dalle dimensioni delle aziende, con uno stanziamento di 300 miliardi di euro. La Commissione prevede inoltre sostegno ai giovani agricoltori, aiuti agli investimenti e bonus ambientali provenienti da altri programmi.

I critici di questa misura esprimono preoccupazione per il possibile indebolimento della politica agricola comune se il relativo fondo verrà accorpato ad altri fondi, concedendo maggiore voce in capitolo agli Stati membri. Su questo punto, si sono già tenute alcune proteste degli agricoltori e delle loro associazioni a Bruxelles.

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Il bilancio proposto deve finanziare sia i compiti tradizionali dell’UE sia le nuove sfide che la Commissione considera prioritarie in questo momento. Prime fra tutte, la difesa e la competitività economica delle aziende. Il finanziamento del bilancio record presenta sfide significative. La Germania, in qualità di Stato membro con l’economia più forte, contribuisce normalmente con quasi un quarto dei fondi, insieme ad altri contribuenti netti come Francia e Paesi Bassi, che versano in media poco più dell’1% del loro prodotto interno lordo. Proprio a fronte di questo ruolo, Berlino guarda con scetticismo alla pressione che questa nuova manovra imporrebbe agli Stati Membri.

La Commissione europea propone nuove fonti di entrate per finanziare l’aumento di bilancio. Tra queste figurano un’imposta per le grandi imprese con fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro, un’imposta sui rifiuti elettronici non raccolti per il riciclaggio e il trasferimento di parte delle entrate derivanti dalle imposte sul tabacco nazionali a Bruxelles. Diversi governi vedono criticamente queste misure, poiché la politica fiscale in questo senso rappresenta una prerogativa dei governi nazionali e una parte della sovranità che pochi, c’è da presumere, sono pronti a cedere senza un dibattito. Il governo tedesco, per esempio, ha esplicitamente dichiarato che la tassazione aggiuntiva delle imprese proposta dalla Commissione non trova il suo sostegno e che il cancelliere Friedrich Merz (CDU) considera eccessivi i piani di spesa di von der Leyen. In molti altri Stati membri l’umore è simile.

Va detto che l’incremento della pressione fiscale sulle grandi imprese non è stata criticata solo dal governo federale tedesco. L’associazione dell’industria automobilistica VDA aveva già affermato in anticipo che le aziende in Germania e in Europa si trovavano in una situazione economica estremamente difficile. “Qualsiasi aumento delle imposte o l’introduzione di tasse aggiuntive sono quindi da escludersi, sia a livello nazionale che europeo”, ha affermato la presidente Hildegard Müller.





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