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Unicredit-Commerzbank: Merz, la fusione è un rischio per il sistema finanziario


La possibile fusione Unicredit-Commerzbank continua a incontrare ostacoli provenienti dal governo tedesco. Ora è il cancelliere tedesco Friedrich Merz a prendere una posizione netta, confermando le preoccupazioni esternate nelle ultime settimane dai suoi ministri. Il capo del governo ha contestato aspramente l’approccio dell’amministratore delegato della banca italiana Andrea Orcel, definendolo “ostile”. Inoltre, ha avvertito dei rischi per il sistema finanziario da una combinazione tra le due banche.

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In questo articolo:

 

  • Unicredit-Commerzbank: Merz si oppone alla fusione
  • Anche i dipendenti della banca tedesca scendono in campo

 

Unicredit-Commerzbank: Merz si oppone alla fusione

Ormai è quasi diventata una guerra di nervi per Unicredit, che deve mantenere la lucidità di fronte all’ostracismo dichiarato senza mezzi termini non solo di Commerzbank, ma anche delle istituzioni tedesche. L’istituto di Gae Aulenti ha iniziato la scalata sul rivale tedesco lo scorso settembre, in occasione del collocamento del 4,5% del capitale di Commerzbank da parte del governo tedesco attraverso la procedura dell’accelerated bookbuilding. La quota è stata fagocitata interamente da Unicredit, che aggiungendo un altro 5% rastrellato sul mercato, è arrivato a una partecipazione del 9,5%. Poco più tardi ha migliorato la sua posizione attraverso derivati con un aggiuntivo 18,5%, il che permetteva alla banca di detenere una quota potenziale del 28%. Ciò in attesa dell’autorizzazione della Banca centrale europea di arrivare al 29,9%, oltre la quale scatta l’offerta pubblica di acquisto obbligatoria. Autorizzazione che è sopraggiunta prontamente, così come pronta è stata la conversione dei derivati in azioni fino a ottenere una partecipazione del 20%. Rimane l’8% ancora da convertire, ma si tratta di una formalità, dal momento che Orcel ha espresso tutta l’intenzione di farlo.

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Per andare oltre, però, Unicredit vorrebbe scendere a patti con Berlino, che non ha alcuna intenzione di vendere il suo rimanente 12%. Anzi, il governo tedesco ha continuato ad attaccare Orcel e le sue mire espansionistiche. Oggi, in una conferenza stampa nella capitale tedesca, Merz ha enunciato due motivi per cui si oppone alla fusione Unicredit-Commerzbank. “In primo luogo, il modo in cui si sta tentando di farlo è ostile, sia nei confronti di Commerzbank che nei confronti della Repubblica Federale di Germania”, ha detto il leader conservatore ai giornalisti. “In secondo luogo, l’istituzione che verrebbe creata potrebbe rappresentare un rischio significativo per il mercato finanziario a causa della struttura del suo bilancio”, ha aggiunto. “Fino a quando questo problema non sarà risolto in modo soddisfacente, non cambierò la mia opinione”.

Queste dichiarazioni sono in perfetta sintonia con quelle del ministro delle Finanze Lars Klingbeil, che ha invitato Orcel a vendere le sue quote in Commerzbank e a ritirarsi dalle sue velleità predatorie. Le preoccupazioni sono sempre le stesse evidenziate dalla Germania in diverse occasioni. In sostanza, una combinazione finirebbe per creare problemi occupazionali e per danneggiare, attraverso una politica nei finanziamenti più italocentrica, il sistema delle piccole e medie imprese tedesche che rappresentano la spina dorsale dell’economia del Paese. Il Ceo di Unicredit, invece, è convinto che il deal “creerebbe un nuovo campione bancario nazionale per la Germania, rivitalizzando l’economia tedesca”. Tuttavia, il top manager sta valutando la situazione e si è dato tempo fino al 2027 per decidere se andare oltre con un’offerta per l’istituto di credito rivale.

 

Anche i dipendenti della banca tedesca scendono in campo

Le tensioni tra Roma e Berlino sono tangibili anche a livello dei rappresentanti dei dipendenti di Commerzbank. Una delegazione sindacale si è incontrata con alcuni esponenti del parlamento europeo nei giorni scorsi per esprimere tutta la sua preoccupazione per una possibile acquisizione di Unicredit. Dopo l’incontro, si è espressa Nina Olderdissen, membro del consiglio di vigilanza di Commerzbank, che in un post su Linkedin ha esternato la sua contrarietà alla fusione. “Abbiamo chiarito che un takeover non sarebbe un progresso verso un’unione bancaria europea come sembra”, ha scritto. “In realtà nasconde rischi considerevoli per i dipendenti, i clienti e gli investitori di entrambe le parti, senza alcun valore aggiunto percepibile”.





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