PagoPA rappresenta una piattaforma digitale pubblica sotto il controllo statale, che consente a cittadini e imprese di effettuare pagamenti verso la Pubblica Amministrazione in modo semplice e sicuro. È uno dei progetti più rilevanti nella trasformazione digitale della pubblica amministrazione italiana. Nel corso del 2025, tramite PagoPA sono stati elaborati pagamenti per un totale di circa 57 miliardi di euro, con circa 50 milioni di transazioni effettuate solo nei confronti dei Comuni. Oltre ai pagamenti, PagoPA gestisce servizi essenziali come l’app IO, utilizzata da 12 milioni di utenti per accedere ai servizi pubblici digitali e conservare documenti ufficiali, e la piattaforma SEND, che invia notifiche digitali con valore legale a oltre 5.000 Comuni. Questo sistema è quindi un pilastro fondamentale per la digitalizzazione dello Stato, facilitando il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione attraverso servizi innovativi e integrati.
Da più di un anno si discute della possibile acquisizione di PagoPA da parte di Poste Italiane e del Poligrafico e Zecca dello Stato, un’operazione fortemente sostenuta dal Governo per rafforzare e semplificare la gestione dei pagamenti digitali pubblici. La proposta prevede che Poste Italiane acquisisca una quota di minoranza, intorno al 49%, mentre il Poligrafico e Zecca dello Stato dovrebbe detenere la maggioranza, con il 51%. L’obiettivo è creare un soggetto pubblico unificato che possa coordinare in modo più efficace la digitalizzazione dei servizi della Pubblica Amministrazione. Tuttavia, nonostante l’accordo di massima, la trattativa è al momento sospesa a causa di divergenze sul valore di mercato di PagoPA. Il Tesoro ha valutato l’azienda intorno ai 500 milioni di euro, cifra che Poste e il Poligrafico considerano troppo elevata, rallentando così il processo di negoziazione. Ora le parti sembrano intenzionate a riprendere le trattative con l’obiettivo di giungere a un’intesa entro settembre 2025, anche se non è stata fissata una scadenza definitiva, come si legge su key4biz.it.
L’ingresso di Poste in PagoPA ha generato preoccupazioni nel settore bancario italiano, che teme un rafforzamento della posizione di Poste nel mercato dei pagamenti digitali pubblici, già fortemente competitivo e dominato da grandi aziende internazionali come Apple, Google e PayPal. Inoltre, Poste potrebbe sfruttare la piattaforma SEND per l’invio di comunicazioni ufficiali, riducendo la presenza di altri operatori nel campo delle notifiche digitali con valore legale. Per Poste, questa operazione rappresenterebbe un’ulteriore tappa nella sua evoluzione da semplice servizio postale a protagonista del settore digitale, dove è già attiva nei comparti finanziario, energetico e delle telecomunicazioni, essendo anche azionista di TIM. L’acquisizione di PagoPA rafforzerebbe la sua posizione nel mondo digitale, ampliando i servizi offerti e le opportunità di guadagno.
Nei prossimi mesi sarà cruciale monitorare se e come si concluderanno le trattative, se le autorità di regolamentazione implicheranno condizioni o restrizioni e quale sarà l’impatto di questa operazione sulla gestione e lo sviluppo dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione, nonché sull’equilibrio tra soggetti pubblici e privati. In sostanza, non si tratta solo di una semplice vendita, ma di un passaggio significativo nel modo in cui l’Italia governa la digitalizzazione dei servizi pubblici.
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