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Il motore blu dell’economia italiana accelera: valore, occupazione e imprese in crescita


Presentato a Roma il documento strategico di Confindustria sull’Economia del Mare: “Pilastro della competitività nazionale”

L’Economia del Mare si conferma una delle leve più dinamiche della crescita italiana. A certificarlo sono i numeri emersi durante l’evento “Economia del Mare. Il motore blu della competitività italiana”, tenutosi il 15 luglio a Roma. In questa occasione Mario Zanetti, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, ha presentato il documento strategico “Economia del Mare: azioni strategiche per la maggiore competitività del nostro Paese”, sottolineando il ruolo trasversale e trainante del comparto per l’intero sistema economico nazionale.

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Un settore chiave per il PIL e l’occupazione

Secondo l’analisi di Confindustria, il valore economico complessivo generato dall’Economia del Mare nel 2024 è pari a 216,7 miliardi di euro, ovvero l’11,3% del PIL nazionale. A questo si affianca un incremento del valore aggiunto diretto di 76,6 miliardi di euro, in crescita del +15,9% rispetto all’anno precedente, un dato che supera di oltre due volte la media italiana (+6,6%).

Il settore conta 232.841 imprese attive e oltre 1 milione di occupati (1.089.710), con una crescita dell’occupazione del +7,7%, ben al di sopra della media nazionale (+1,9%). Inoltre, il moltiplicatore economico si conferma stabile a 1,8: ogni euro investito nel comparto marittimo attiva 1,8 euro nel resto dell’economia.

L’impegno di Confindustria e il ruolo strategico del documento

“L’Economia del Mare non è solo una risorsa, ma un pilastro strategico per una crescita sostenibile, integrata e innovativa dell’Italia”, ha dichiarato Zanetti, sottolineando come Confindustria sia l’unica associazione a rappresentare trasversalmente tutti i segmenti del settore: dalla cantieristica alla logistica portuale, dalla pesca alla nautica, fino all’energia e ai combustibili alternativi.

Il documento strategico rappresenta una roadmap di azioni concrete volte a rafforzare la competitività del comparto, attraverso un confronto strutturato con istituzioni, industria e mondo accademico.

La voce del cluster marittimo: politiche industriali, decarbonizzazione e governance

Numerosi gli interventi dei rappresentanti del cluster marittimo italiano, molti dei quali aderenti alla Federazione del Mare, che hanno evidenziato criticità, proposte e obiettivi comuni.

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Pietro Formenti, Presidente di Confindustria Nautica, ha ribadito che parlare di “politiche del mare” significa parlare di politiche industriali, richiamando l’attenzione sui costi della sostenibilità e sull’esigenza di una visione industriale strutturata.

Annamaria La Civita, Direttore di Assonave, ha evidenziato il ruolo della navalmeccanica nella transizione energetica e nella decarbonizzazione del trasporto marittimo, fattori centrali per la competitività del sistema Paese.

Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma, ha puntato l’attenzione sulle distorsioni generate dall’ETS europeo, auspicando una semplificazione normativa per rafforzare la bandiera italiana e rilanciare il trasporto via mare.

Biofuel, GNL e Low Carbon Fuels: le strade della decarbonizzazione

Nel dibattito energetico, Gianni Murano, Presidente di Unem, ha indicato nei biofuels, sia liquidi che gassosi, una leva essenziale per ridurre la CO₂, sottolineando la difficoltà di elettrificare il comparto marittimo. Tra le proposte emerse: armonizzare le normative UE e IMO, promuovere un “level playing field” globale, incentivare la R&S sulla propulsione marina e valorizzare GNL e Low Carbon Fuels come vettori di transizione.

Sul tema è intervenuto anche Matteo Cimenti, Presidente di Federchimica Assogasliquidi, che ha definito il GNL e il bioGNL una scelta pragmatica per la decarbonizzazione della logistica marittima su lunghe distanze. Grazie a nuove infrastrutture e all’intervento normativo del MIT, si stima una crescita del settore fino al 100% entro il 2027, a patto di un quadro di policy coerente.

Portualità e governance: la richiesta di chiarezza e competitività

Tomaso Cognolato, Presidente di Assiterminal, ha lanciato un appello per una governance semplificata nei porti italiani, in grado di favorire la competizione nel Mediterraneo e superare le inefficienze legate alle differenze territoriali. Inoltre, ha chiesto una chiara distinzione di ruoli tra regolazione, pianificazione e vigilanza.

Pesca e formazione: serve un’azione coordinata

Infine, Giovanni Azzone, Presidente di Federpesca, ha richiamato l’attenzione sulla crisi di competenze nel settore ittico, aggravata dalla mancanza di risorse umane qualificate. “Senza formazione, il comparto rischia il collasso”, ha affermato, proponendo percorsi formativi condivisi con le imprese e semplificazioni per l’imbarco di lavoratori stranieri, oltre a misure per supportare la giovane imprenditoria.

I dati e gli interventi emersi a Roma dimostrano che l’Economia del Mare è un asset strategico per la resilienza e il rilancio industriale del Paese. Per questo, secondo Confindustria, occorre un approccio integrato e lungimirante, capace di coniugare sostenibilità, innovazione, semplificazione e competitività internazionale. Il “motore blu” è acceso, ora serve una rotta condivisa.

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