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arriva il Codice di condotta per le imprese




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Nel panorama in continua evoluzione della trasformazione digitale, l’intelligenza artificiale è ormai una presenza quotidiana per molte imprese. Dai software di selezione del personale ai sistemi predittivi per il business, fino ai chatbot e ai motori di generazione automatica di testi o immagini, l’adozione di tecnologie AI sta crescendo esponenzialmente anche tra le PMI italiane.


Ma a fronte di questo boom tecnologico, emerge una nuova necessità, quella di una governance responsabile e trasparente. È in questo contesto che si inserisce il nuovo Codice di Condotta europeo per l’Intelligenza Artificiale, uno strumento volontario ma fortemente consigliato, destinato a guidare le imprese verso una transizione etica e conforme alle norme europee.

Che cos’è il Codice di Condotta sull’intelligenza artificiale

Il Codice di Condotta europeo per i modelli di Intelligenza Artificiale Generativa (GPAI) è stato presentato ufficialmente dalla Commissione Europea e sarà sottoposto a valutazione da parte degli Stati membri. Pur essendo uno strumento non vincolante, rappresenta una bussola fondamentale per le aziende che vogliono prepararsi in tempo all’entrata in vigore dell’AI Act – il primo regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale, che diventerà obbligatorio dal 2 agosto 2026 per i nuovi modelli e dal 2 agosto 2027 per quelli già in uso.

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Il Codice nasce dal lavoro di 13 esperti indipendenti, con il contributo di oltre 1.000 stakeholder, tra cui aziende, organizzazioni civili, accademici ed enti regolatori. È articolato in tre sezioni principali e si applica in particolare a chi sviluppa o utilizza modelli generici di AI – come i chatbot o le piattaforme di generazione automatica di contenuti – ma fornisce indicazioni preziose anche a chi adotta strumenti già pronti all’uso per le funzioni HR, contabilità, marketing o produzione.

I tre pilastri del Codice: trasparenza, copyright e sicurezza

Uno degli aspetti fondamentali del Codice è la richiesta di chiarezza e documentazione sull’uso dell’AI. In concreto, le imprese devono:

  • documentare il funzionamento dei modelli di AI adottati;
  • specificare le fonti dei dati utilizzati per l’addestramento;
  • indicare chiaramente gli ambiti d’uso consentiti.

Per le PMI che utilizzano l’intelligenza artificiale in ambito HR (es. selezione automatica dei CV), questa trasparenza è cruciale per evitare bias algoritmici e per dimostrare l’equità dei processi decisionali. Si tratta non solo di una questione etica, ma anche di reputazione e fiducia del personale.

Il secondo pilastro del Codice è dedicato alla protezione del copyright. I modelli di AI non devono generare o utilizzare contenuti protetti da diritti senza autorizzazione. Le imprese sono invitate a:

  • verificare le licenze dei software AI;
  • adottare misure proattive per evitare violazioni;
  • formare il personale sull’uso corretto degli strumenti AI nella produzione di contenuti interni o comunicazioni aziendali.

Anche per una PMI che utilizza strumenti di generazione di immagini o testi per il marketing, questa attenzione può fare la differenza tra una campagna efficace e una violazione legale costosa.

Il Codice infine sottolinea la necessità di monitorare i rischi, gestire incidenti e prevenire l’uso di fonti compromesse. In particolare, le imprese devono:

  • implementare policy interne per l’uso dell’AI;
  • eseguire audit periodici dei sistemi AI adottati;
  • introdurre procedure di segnalazione in caso di anomalie.

Per chi gestisce tecnologie digitali o è consulente di imprese tecnologiche, questo significa costruire veri e propri sistemi di governance, in cui la sicurezza non è un accessorio, ma una parte integrante del ciclo di vita del software.

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Cosa cambia dal punto di vista pratico per le imprese

Anche se il Codice è volontario, la sua adozione rappresenta una buona prassi strategica per prepararsi con largo anticipo alla normativa. Non solo, per le imprese, adeguarsi già ora al Codice significa anche limitare i rischi di non conformità, migliorare i propri standard di responsabilità sociale e posizionarsi come player affidabili in un mercato sempre più attento all’etica digitale.

Infatti, dal  2 agosto 2025 parte la promozione del Codice volontario, ma dal prossimo anno (2 agosto 2026) entra in vigore l’obbligo AI Act per nuovi modelli, mentre dal 2 agosto 2027 l’obbligo verrà esteso anche ai modelli esistenti.

L’adozione del Codice di Condotta UE apre quindi una nuova frontiera di consulenza strategica. Per i consulenti del lavoro, gli avvocati d’impresa e gli esperti IT si apre infatti uno spazio rilevante: guidare le PMI nell’adozione consapevole dell’AI, giocando d’anticipo e non facendosi trovare impreparati.

Anche per i responsabili HR e CIO (Chief Information Officer) è il momento di interrogarsi sull’uso quotidiano dell’intelligenza artificiale e di preparare i processi aziendali a una compliance progressiva.

Adottare oggi il Codice significa essere competitivi domani. E, soprattutto, significa mettere le basi per un uso dell’AI che sia al servizio delle persone e della società, non il contrario.





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