“Non ci sono alibi, riconciliarsi con l’ambiente è una questione che riguarda anche la coesione sociale, che riguarda anche la democrazia. La prospettiva dello sviluppo sostenibile è stata una conquista conseguita a caro prezzo, una conquista della quale talvolta sembra che taluni vogliano liberarsi, quasi fosse un fastidio anziché un investimento col futuro”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Tesero.
Nell’attività economica d’impresa l’ambiente non va “considerato risorsa da sfruttare” bensì va posto “doverosamente in favore della comunità, come un valore al suo servizio” ha aggiunto Mattarella. “Qui è accaduto qualcosa di sconvolgente e inaccettabile – ha detto – L’Italia purtroppo non è esente da calamità che si usa definire naturali, per sottolinearne l’imprevedibilità, la loro quasi ineluttabilità. Qui non è stata la natura a distruggere, a uccidere, qui a provocare la strage è stata una calamità non di natura, causata artificialmente dall’ uomo. Qui vi sono state responsabilità delle imprese coinvolte, incuria, mancanza di vigilanza dalle autorità nella gestione del progetto minerario. In una parola a determinarla fu l’indifferenza al pericolo per le persone, sulla base di una errata concezione del rapporto uomo-ambiente, con quest’ultimo considerato risorsa da sfruttare e non da porre doverosamente in favore della comunità, come un valore al suo servizio”. “E’ la storia – ha aggiunto il presidente della Repubblica – di un rapporto improprio formatosi tra grandi imprese e una piccola comunità, terra di emigrazione, posta inconsapevolmente davanti al bivio tra lavoro e sicurezza. Profitti e lavoro si presumevano superiori ad ogni criterio di compatibilità ambientale a ogni altro diritto, alla stessa etica civile. La montagna e le sue risorse non dovevano e non devono essere sfruttate senza ritegno”.
Nell’attività economica d’impresa l’ambiente non va “considerato risorsa da sfruttare” bensì va posto “doverosamente in favore della comunità, come un valore al suo servizio”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Tesero (Trento) alla cerimonia per il quarantesimo anniversario della strage di Stava. “Qui è accaduto qualcosa di sconvolgente e inaccettabile – ha detto Mattarella – L’Italia purtroppo non è esente da calamità che si usa definire naturali, per sottolinearne l’imprevedibilità, la loro quasi ineluttabilità. Qui non è stata la natura a distruggere, a uccidere, qui a provocare la strage è stata una calamità non di natura, causata artificialmente dall’ uomo. Qui vi sono state responsabilità delle imprese coinvolte, incuria, mancanza di vigilanza dalle autorità nella gestione del progetto minerario. In una parola a determinarla fu l’indifferenza al pericolo per le persone, sulla base di una errata concezione del rapporto uomo-ambiente, con quest’ultimo considerato risorsa da sfruttare e non da porre doverosamente in favore della comunità, come un valore al suo servizio”. “E’ la storia – ha aggiunto il presidente della Repubblica – di un rapporto improprio formatosi tra grandi imprese e una piccola comunità, terra di emigrazione, posta inconsapevolmente davanti al bivio tra lavoro e sicurezza. Profitti e lavoro si presumevano superiori ad ogni criterio di compatibilità ambientale a ogni altro diritto, alla stessa etica civile. La montagna e le sue risorse non dovevano e non devono essere sfruttate senza ritegno”
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