In occasione del quarantesimo anniversario della strage di Stava, il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha voluto richiamare l’attenzione sul legame tra ambiente, coesione sociale e democrazia. Le sue parole, pronunciate a Tesero , mettono in guardia rispetto all’allentamento dell’impegno verso uno sviluppo sostenibile conquistato con sacrifici. L’evento rappresenta un momento di riflessione su una tragedia dal forte impatto collettivo, con implicazioni tuttora attuali nel dibattito politico e sociale.
La strage di Stava e il valore della memoria pubblica
Il 19 luglio 1985 a Stava, nelle valli di Fiemme e di Fassa, due discariche di scarti minerari si ruppero, causando una frana che travolse il paese e provocò la morte di 268 persone. Questa tragedia rappresenta uno dei più gravi disastri ambientali e umani nel territorio italiano recente. La cerimonia di commemorazione, tenuta a Tesero, ha ricordato non solo le vittime ma anche le responsabilità che portarono a un disastro evitabile. La memoria di quell’evento rimane fondamentale per mantenere viva la consapevolezza sull’importanza della tutela ambientale e sulla necessità di regole rigorose per prevenire futuri incidenti.
Ambiente e coesione sociale: mattoni per la democrazia
Mattarella ha collegato esplicitamente la tutela dell’ambiente alla coesione sociale e al funzionamento della democrazia. La riconciliazione con la natura non è solo una questione tecnica o economica, ma un tema che coinvolge direttamente le relazioni sociali e la stabilità delle comunità. Quando si trascurano gli equilibri ambientali, si mettono a rischio risorse fondamentali per la qualità della vita e per la solidarietà tra cittadini. La ripresa di un dialogo che metta al centro questi aspetti è quindi indispensabile per rafforzare il tessuto democratico soprattutto in territori fragili come quelli montani.
Lo sviluppo sostenibile come conquista da difendere
Nel discorso ufficiale, il presidente ha sottolineato che lo sviluppo sostenibile rappresenta un traguardo raggiunto con grande fatica. Tale percorso ha richiesto investimenti di energie, denaro e volontà politica per creare modelli di sviluppo capaci di conciliare crescita economica e rispetto per l’ambiente. Oggi, però, certifica Mattarella, questa conquista rischia di essere percepita da alcuni come un peso o un limite, invece che come una base indispensabile per il futuro delle nuove generazioni. Il richiamo è a mantenere viva la responsabilità collettiva nel non abbandonare queste strategie, quelle che garantiscono un futuro abitabile.
Le sfide del presente e la gestione del territorio alpino
Il territorio trentino, e in particolare le aree alpine, affrontano problemi legati proprio a una gestione ambientale complessa. La speculazione edilizia, l’erosione degli spazi naturali e il cambiamento climatico rappresentano realtà che colpiscono direttamente queste zone e le comunità locali. La strage di Stava, simbolica di quanto può accadere senza un controllo attento, continua a evidenziare la necessità di regolamentazioni dure e di investimenti per difendere il paesaggio, fondamentale anche per la vita economica e sociale. Nel discorso del capo dello stato emerge anche un invito a rafforzare la responsabilità istituzionale in queste materie.
Il ruolo delle istituzioni e della società civile oggi
Il monito di Mattarella si rivolge alle istituzioni e ai cittadini chiamati a proteggere l’ambiente per garantire anche la coesione sociale e la qualità della democrazia. Non basta intervenire dopo tragedie o emergenze, serve un impegno costante nel prevenire rischi e nel promuovere pratiche rispettose dell’ambiente. Il dialogo tra amministrazioni pubbliche, imprese e cittadini deve essere più intenso e trasparente. Solo così si possono costruire percorsi di sviluppo che permettano di non ripetere errori del passato e di sostenere comunità resilienti di fronte ai cambiamenti globali.
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