La Commissione Finanze della Camera ha approvato l’emendamento firmato dal presidente Marco Osnato (Fratelli d’Italia), che introduce un nuovo ravvedimento speciale destinato ad autonomi e professionisti. Si tratta di una misura pensata per consentire la regolarizzazione delle pendenze fiscali relative al quinquennio 2019–2023, ma con requisiti stringenti: ne potranno usufruire soltanto i soggetti che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) e che aderiranno al concordato preventivo biennale per il periodo 2025–2026.
Per chi ha già aderito al concordato nell’anno precedente, la regolarizzazione potrà riguardare esclusivamente il 2023, poiché gli anni precedenti risultano già inclusi nel precedente ravvedimento.
Come funziona il nuovo ravvedimento
Il meccanismo ricalca quello adottato nel 2023, ma aggiorna le scadenze. In sostanza, i contribuenti che rispettano i requisiti, evidenziati sopra, potranno chiudere i conti col fisco versando l’imposta sostitutiva dell’IRPEF, delle relative addizionali e dell’IRAP. La base imponibile sarà calcolata sulla differenza tra il reddito d’impresa o di lavoro autonomo già dichiarato e il valore effettivo incrementato:
• del 5% per chi ha un punteggio ISA di 10
• del 10% per chi è tra 8 e 10
• del 20% per chi è tra 6 e 8
• del 30% per chi è tra 4 e 6
• del 40% per chi è tra 3 e 4
• del 50% per chi ha un punteggio inferiore a 3
L’aliquota dell’imposta sostitutiva sarà modulata anch’essa in base all’affidabilità fiscale: 10% per chi ha un punteggio pari o superiore a 8, 12% per chi è tra 6 e 8, e 15% per chi è sotto il 6. L’aliquota IRAP, invece, resterà fissa per tutti al 3,9%.
Previsto anche un bonus Covid: per i redditi riferiti agli anni 2020 e 2021, l’imponibile sarà ridotto del 30%. In ogni caso, il versamento minimo previsto non potrà essere inferiore a 1.000 euro.
Chi aderisce al ravvedimento speciale beneficia della sospensione automatica dei controlli fiscali per le annualità regolarizzate. Un incentivo che punta a garantire serenità ai contribuenti che scelgono di mettersi in regola. Tuttavia, il beneficio non è incondizionato: decadrà in caso di esclusione dal concordato, mancato pagamento delle somme dovute, oppure se emergono false dichiarazioni in fase di adesione.
Pagamento in unica soluzione o a rate
Il pagamento potrà avvenire in un’unica soluzione, da effettuare tra il 1° gennaio e il 15 marzo 2026, oppure in 10 rate mensili, maggiorate di interessi. Una flessibilità che punta a favorire l’adesione, soprattutto tra i piccoli contribuenti.
Secondo i dati attuali, sono 188 mila i soggetti che hanno già aderito al primo ravvedimento speciale. Gli incassi finora registrati ammontano a 1,26 miliardi di euro: 781 milioni già versati, mentre la parte restante è in fase di riscossione tramite rate.
Più trasparenza nei controlli fiscali
La Commissione ha inoltre approvato un secondo emendamento, volto a garantire maggiore trasparenza nei controlli fiscali. D’ora in avanti, le verifiche dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza dovranno essere “espressamente ed adeguatamente motivate” sia negli atti di autorizzazione sia nei verbali. Un passaggio atteso da anni da parte di imprese e professionisti, che chiedevano maggiore tutela nei confronti di accessi ritenuti a volte invasivi e poco giustificati.
Con queste misure, il governo punta a rafforzare il patto fiscale, offrendo nuove opportunità di regolarizzazione ma anche introducendo elementi di chiarezza e garanzia nei rapporti tra fisco e contribuenti.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link