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Arrivano il nuovo evasometro, gli italiani sono avvisati: chi rischia grosso con i nuovi sistemi


L’evasometro rappresenta dunque un salto di qualità nella lotta all’evasione fiscale, spostando l’attenzione su controlli più mirati.

L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza hanno introdotto ufficialmente il nuovo evasometro, lo strumento evoluto di contrasto all’evasione fiscale che prende il posto del redditometro, ormai superato.

Questo sistema innovativo si propone di affinare i controlli fiscali, concentrandosi su un numero più ristretto di contribuenti con profili di rischio elevato, per migliorare l’efficacia delle indagini e ridurre sprechi di risorse.

Cos’è e come funziona il nuovo evasometro

L’evasometro è stato formalmente introdotto dal Dlgs 108 del 2024, segnando la definitiva dismissione del redditometro, strumento che in precedenza analizzava in maniera generalizzata le discrepanze tra reddito dichiarato e spese sostenute da tutti i contribuenti. Al contrario, il nuovo sistema è calibrato per focalizzare i controlli solo su soggetti con indicatori chiari di rischio fiscale.

Il cuore dell’operatività dell’evasometro è l’incrocio automatico dei dati provenienti da diverse fonti: l’anagrafe dei rapporti finanziari, le informazioni scambiate a livello internazionale tramite il Common Reporting Standard (CRS), e le dichiarazioni dei redditi. Grazie a questo incrocio multidimensionale, viene assegnato a ogni contribuente un punteggio di rischio fiscale, che consente di individuare chi presenta maggiori probabilità di evasione.

Un elemento innovativo riguarda la frequenza con cui le informazioni vengono aggiornate: su richiesta della Guardia di Finanza, il flusso dati è mensile, garantendo così un monitoraggio continuo e tempestivo della situazione patrimoniale e finanziaria dei soggetti sotto osservazione, inclusi quelli con disponibilità all’estero.

Chi sono i contribuenti maggiormente a rischio

Il nuovo evasometro si concentra soprattutto su contribuenti con debiti fiscali superiori a 50.000 euro e con risorse finanziarie detenute all’estero, categorie ritenute più esposte al rischio di evasione. Particolare attenzione è riservata anche a chi aderisce alle rottamazioni fiscali, per verificare se la richiesta sia motivata da reali difficoltà economiche o da tentativi di elusione.

I nuovi controlli – impresamia.com

Non rientrano nel mirino dell’evasometro i contribuenti con scarse possibilità di adempimento, come ad esempio le imprese in fallimento o in procedure concorsuali, mentre viene posta la massima attenzione sulle cosiddette “partite Iva apri e chiudi”, ovvero quelle che si chiudono in modo irregolare o con anomalie, spesso utilizzate per operazioni elusive o fraudolente.

Gestione e azioni investigative

La gestione operativa dell’evasometro è affidata all’Unità Integrata Permanente di Analisi del Rischio (UIPAR), organismo interistituzionale che coordina le attività per evitare duplicazioni e ottimizzare le risorse investigative. L’obiettivo è ricostruire la reale disponibilità patrimoniale dei soggetti con debiti rilevanti, prevenendo lo svuotamento o la dispersione di beni per sottrarsi ai pagamenti.

L’avvio di un accertamento tramite evasometro richiede il verificarsi di due condizioni chiave: una differenza tra reddito dichiarato e reddito ricostruito di almeno il 20% e uno scostamento superiore a 70.000 euro (pari a dieci volte l’assegno sociale annuo). Solo in presenza di questi criteri scattano controlli approfonditi, mirati a contrastare condotte fraudolente quali alienazioni simulate o intestazioni fittizie di beni, spesso utilizzate per occultare patrimoni.

Uno strumento cruciale nelle indagini è la cosiddetta Silver notice, che consente di interrogare banche dati patrimoniali di oltre 50 Paesi, facilitando l’individuazione di patrimoni nascosti all’estero.



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