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- Scritto da Redazione ASI
- Categoria: Politica Nazionale
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(ASI) Roma. – “I dati Eurostat relativi al 2023 parlano chiaro: oltre il 50% delle entrate fiscali nei Paesi dell’Unione Europea proviene dal lavoro, attraverso stipendi, salari e contributi sociali.
Solo un quarto arriva dai consumi e appena il 21,9% dal capitale, ovvero profitti, dividendi e rendite. Ancora una volta, a sostenere il peso del fisco sono soprattutto lavoratori, famiglie e PMI. Un modello fiscale iniquo, sbilanciato e ormai insostenibile”. Lo dichiara il senatore del Movimento 5 Stelle Mario Turco, vicepresidente e responsabile del Comitato Economia, Lavoro e Imprese del M5S e promotore della proposta di riforma fiscale presentata in Senato. “Di fronte a un quadro così squilibrato – prosegue Turco – il Movimento 5 Stelle ha depositato una riforma fiscale radicalmente diversa da quella del governo, che non modifica in alcun modo lo status quo. Nella nostra proposta spostiamo il carico fiscale verso chi ha beneficiato di extraprofitti e rendite fuori misura: banche, assicurazioni, imprese energetiche, industria delle armi e grandi colossi digitali, per i quali prevediamo una web tax da portare al 15%. Interveniamo anche sulle rendite finanziarie e sulle operazioni speculative di Borsa ad alta frequenza, con l’introduzione di una Raider Tax. Si tratta di misure necessarie per riequilibrare un sistema che oggi penalizza chi lavora e premia chi specula. Inoltre, per tutelare i redditi medio-bassi da lavoro e d’impresa, abbiamo presentato una proposta per contrastare il fiscal drag, ossia quel meccanismo che aumenta la pressione fiscale nominale senza alcun reale beneficio per il potere d’acquisto. Una vera ingiustizia che colpisce milioni di contribuenti. La nostra riforma punta a un fisco più equo, progressivo e redistributivo, in linea con i principi della Costituzione e del Pilastro europeo dei diritti sociali. Il Movimento 5 Stelle propone una visione diversa, fondata sulla giustizia fiscale: non possiamo più accettare che si continui a tassare chi produce ricchezza reale, mentre si agevola chi accumula capitali senza contribuire al bene comune” conclude Turco.
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