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“Colpo mortale per il settore”


Agricoltori e pescatori criticano le scelte politiche fatte in Europa, in particolar il taglio del 20 percento alle risorse della Politica Agricola Comune e la riduzione di due terzi dei fondi destinati alla pesca, inserite nel nuovo Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, presentato mercoledì scorso a Bruxelles. Negli ultimi due anni chi lavora la terra e chi lavora in mare, hanno unito le forze per far sentire la loro voce e attirare l’attenzione su un settore economico in serie difficoltà. In molti si sono chiesti cosa ci facessero in agitazione i trattori assieme ai pescherecci. Le risposte stanno arrivando, perché quello che stanno facendo l’Unione Europea e molti singoli Governi, sono scelte che vanno contro le categorie che producono gli alimenti. E’ una linea politica precisa e partita da lontano, quando sono adottate le quote latte, le limitazioni alle produzioni di olio di oliva, ma anche le reti da pesca con le maglie più larghe, gli incentivi alla rottamazione dei pescherecci e altri provvedimenti chiaramente a sfavore delle piccole e medie imprese e a favore delle grandi navi dell’Atlantico e del Nord Africa.

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Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, critica le scelte della Ue: “La pesca è un asset strategico e penalizzarla significa rinunciare ad un canale fondamentale per il miglioramento della sovranità alimentare europea, visto il già elevatissimo livello di importazioni di pesce. Quello che non va è l’accorpamento dei finanziamenti in un fondo unico che mette insieme pesca e acquacoltura con agricoltura, ma anche con la coesione e lo sviluppo regionale. Considerare la pesca nell’ambito del più ampio patto per gli oceani, rischia di penalizzarla a vantaggio di altri settori dell’economia blu. Non si tiene conto del valore del settore, di chi ci lavora, dell’economia che vi gira attorno e soprattutto non si tiene conto del fatto che la pesca è fonte di proteine nobili, i blue food sono elemento cardine della dieta mediterranea, per la quale abbiamo presentato un manifesto per la sua valorizzazione, e rappresentano un’opportunità strategica per affrontare le pressanti sfide dell’Europa in materia di sicurezza alimentare, resilienza climatica e salute pubblica. Le proposte di bilancio – conclude Maretti – devono essere corrette”.

Il presidente Massimiliano Bernabini ed il direttore Alessandro Corsini di Coldiretti Forlì-Cesena intervengono diretti e senza tanti giri di parole: “Siamo di fronte ad un colpo mortale per il nostro territorio e per l’intero comparto agroalimentare italiano. E’ una scelta miope e gravissima che rischia di cancellare anni di sacrifici e investimenti fatti dalle nostre imprese agricole e dalle marinerie, nel segno della sostenibilità, della qualità e della sicurezza alimentare. Non si tratta soltanto di un taglio ai bilanci, ma un attacco diretto alla tenuta sociale ed economica”. Secondo Corsini c’è il rischio di mettere in ginocchio definitivamente i pescherecci e le aziende agricole, già provate dall’aumento dei costi di produzione e dalle politiche ambientali. Bernabini sottolinea inoltre che questi tagli aumenteranno la dipendenza dalle altre nazioni, visto che l’Italia importa l’85 percento del pesce consumato, a causa di politiche europee sbagliate. Coldiretti chiede con urgenza un incontro con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, per opporsi ai tagli.

Giacomo Mascellani



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