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Terre alte addio? Forse non è detta l’ultima parola


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I lettori forse ricordano che ogni tanto, in passato, questa rubrica è stata sostituita da un’altra rubrica, “Diario dalle terre alte”, in cui ho raccontato la Val di Vara e lo Zerasco in tutti i loro segreti. Il “Diario” proseguirà in futuro, raccogliendo il messaggio arrivato dalle valli confinanti. E’ la storia di un’Italia bellissima ma fragile, lontana dai grandi interessi, non rappresentata. La storia della resistenza di tanti amministratori e cittadini attivi che combattono il declino con una visione strategica di lungo periodo coniugata all’attenzione per la vita quotidiana delle persone: servizi necessari a chi in questi luoghi abita o vorrebbe trasferirsi, nuova occupazione, cultura, messa in sicurezza del territorio.  Una storia che interessa tutti noi, perché se perdiamo questi luoghi miniamo la spina dorsale del Paese: le “aree interne” in Italia significano 4 mila Comuni, 13 milioni di persone (il 23% della popolazione), il 60% del territorio nazionale. L’Italia non è fatta solo dalle città e dalle coste, ma anche e soprattutto da questa sua parte profonda, quella che custodisce montagne, boschi, pascoli, campi coltivati, acque, borghi storici, chiese, opere d’arte, comunità coese.

Questa Italia profonda oggi si vede diagnosticare una malattia terminale.

L’obiettivo 4 del nuovo Piano Strategico Nazionale Aree Interne 2021–2027 ha questa dicitura: “accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile”.

All’interno del documento si legge: “le aree interne non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma nemmeno essere abbandonate a se stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento”.

A quel crogiolo di esperienze, sperimentazioni, dialogo sociale che resiste nelle “terre alte” si dice: “Non contate più”.

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Eppure il cambiamento climatico suggerisce il contrario: le persone cercano luoghi più freschi rispetto alle città e alle coste. E dove si vive meglio.

Un governo serio farebbe ciò che stanno facendo i governi del Nord Europa: investire in questi territori, valorizzarli, incentivare il ripopolamento. Vuol dire considerare l’innovazione tecnologica come una necessità non solo per le le grandi aree industriali e turistiche: quindi assicurare una buona connettività digitale, che significa rendere possibile il lavoro a distanza, diffondere la telemedicina e servizi come la posta e la banca. Vuol dire mantenere le scuole, i servizi sanitari, i trasporti. Vuol dire smetterla di considerare l’agricoltura, l’allevamento, il turismo rurale e lento come attività economiche di serie b. Vuol dire capire che nelle “terre alte” le tasse da pagare e le norme da osservare non possono essere identiche  a quelle delle città e delle coste.

Non servono gli “specchietti per le allodole”. A Castelnuovo Monti è stata presentata una proposta di sfruttamento della montagna: l’illuminazione della Pietra di Bismantova. Significherebbe portare in Appennino la stessa logica che sta devastando le città e le coste, quella della “disneyficazione”.

Per fortuna qualche segnale  di politica lungimirante c’è. Da pochi giorni la “Valorizzazione della Toscana Diffusa” è legge regionale. Una “legge cornice” di riordino degli strumenti a disposizione della Regione per il sostegno alle “aree interne”, che si coordina con i fondi europei, nazionali e regionali e stanzia 2 milioni e 300 mila euro per il 2025: 750 mila per sostenere le locazioni residenziali; 750 mila per sostenere gli acquisti residenziali; 500 mila da destinare al mantenimento degli esercizi di vicinato; 300 mila per il sostegno  alle produzioni agroalimentari. Sono previsti strumenti di premialità e priorità a favore di chi vive, lavora, offre servizi in questi territori: un aspetto decisivo, innanzitutto sul piano del fisco. Il tutto ascoltando e coinvolgendo i Comuni, le associazioni, i cittadini.

Un primo passo. Il segno che, volendo, la tendenza si può invertire. Che forse non ci blinderanno in città, nell’Italia del cemento. Regione Liguria, se ci sei batti un colpo!

lucidellacitta2011@gmail.com

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