Dal biotech all’AI, dalle smart city allo sportech, ecco gli obiettivi per i dieci comparti strategici contenuti nell’Agenda dell’innovazione italiana
Un lavoro collettivo, frutto di un’intera mattinata dedicata a ragionare di futuro. Al SIOS25 ROAD in corso a Roma gli innovator hanno costruito il Manifesto dell’innovazione: dieci punti su altrettanti verticali strategici che aiutano a decifrare il presente.
Biotech & Life Science
a cura di GIAMPAOLO COLLETTI
Il modello “one health” per guidare il futuro del biotech
Perseguire una visione strategica che metta al centro il concetto di “one health” e che possa valorizzare tutte le componenti dell’ecosistema: formazione, R&S, innovazione (technology transfer e startup), produzione, regolatorio/accesso al mercato, lead-user e end-user per semplificare regole e snellire vincoli burocratici in un’ottica di efficientamento e di coerenza del sistema regolatorio per una visione a lungo termine, incrementare l’accesso ai finanziamenti, attrarre il capitale umano su profili STEM integrati con le scienze umane, restringere il delta salariale, abbattere i freni culturali e incentivare le alleanze pubblico-privato sistemiche anche di taglio internazionale, migliorare la capacità di misurazione con rendicontazione quali-quantitativa.
Connessioni finanziarie e strumenti per la crescita
a cura di LUCA ANNUNZIATA
Finanza del futuro verso una cultura imprenditoriale
Il tessuto industriale italiano richiede maggiore attenzione ai suoi reali bisogni finanziari. Per superare la patologia del nanismo aziendale, è necessario facilitare concretamente la raccolta di investimenti nei primi 18-24 mesi di attività, anche tramite un supporto pubblico selettivo sotto forma di garanzie per le imprese pre-seed e seed. È fondamentale chiarire ruoli e responsabilità degli attori del mercato, lasciando spazio, superata questa fase iniziale, all’iniziativa privata.
Occorre definire con precisione un percorso e una tassonomia che accompagnino le imprese attraverso tutte le fasi di sviluppo, tenendo conto delle specificità dei diversi settori industriali e prevedendo fin da subito una chiara exit-strategy. Gli investimenti dovranno essere rapidi, liberi da inutili vincoli burocratici e finalizzati a spingere le imprese verso un orizzonte europeo. La quotazione in Borsa dovrà diventare uno scenario frequente e auspicabile, così come il passaggio naturale verso nuove iniziative imprenditoriali.
Il Futuro del Marketing: tra AI, Dati e Nuovi Media
a cura di CHIARA TROMBETTA
Un’altra P come prompt
Per innovare davvero nel marketing e nei nuovi media serve un nuovo approccio culturale, fondato sulla formazione continua. In questo cambiamento, l’essere umano deve restare al centro, guidando l’innovazione con consapevolezza e promuovendo regole che evolvono insieme alle tecnologie e alle strategie emergenti.
Futuro del lavoro, soft skill e competenze
a cura di EDOARDO NEGRI
L’importanza delle connessioni
Contribuire ad un sistema integrato che consenta di valorizzare l’intraprendenza e spirito imprenditoriale, come motore e base di una continua formazione che metta a fattor comune formazione scolastica universitaria, con esperienze in azienda e tra aziende diverse: nel rispetto della persona in altre parole un nuovo umanesimo.
Sport tech e intrattenimento digitale
a cura di CHIARA BURATTI
Competenze e mindset
Il problema della sostenibilità tecnologica e delle infrastrutture nel mondo dello sport si può risolvere concentrandosi su esempi virtuosi locali, anche non necessariamente legati al contesto sportivo, da prendere a modello. Le competenze oggi in alcuni casi sono difficilmente rintracciabili e in questo scenario emerge la necessità di individuare un cambiamento di mindset sia lato corporate che a livello di sistema. Una comunicazione chiara ed efficace ambo i lati (startup e corporate) è un punto centrale per identificare queste competenze ed evolvere il settore. Fondamentale anche il contributo degli acceleratori, che dovrebbero essere incentivati.
E-commerce & Retail: il futuro tra AI e delivery intelligente
a cura di GIANCARLO DONADIO
Accesso facilitato ai bandi ed export digital manager per guidare le imprese all’estero
Supportare le aziende nel processo di internazionalizzazione significa incentivare la conoscenza di bandi e finanziamenti internazionali, ma anche affiancarle con nuove competenze professionali. È fondamentale promuovere l’utilizzo di figure come gli Export Digital Manager, capaci di guidare e coordinare l’ingresso delle imprese nei mercati esteri in modo strategico e innovativo.
Sicurezza infrastrutture e smart cities
a cura di CARLO TERZANO
Smart City come processo: un obiettivo cui tendere
Per diventare smart city servono federazioni tra imprese e partnership pubblico-private. La smart city non è solo servizio, ma infrastruttura. Fondamentale una PA tempestiva, aggiornata e in costante dialogo col mondo imprenditoriale, coordinata da una cabina di regia tra città e vari livelli amministrativi. La sicurezza parte dalla formazione del singolo cittadino. La digitalizzazione, con dati trasparenti e centralizzati, non frammentati, è imprescindibile. È urgente sviluppare tecnologie europee per infrastrutture sensibili. Serve un piano digitale UE di lungo periodo, favorendo deregolamentazione e accettando aiuti pubblici come strumento, non come obiettivo finale.
Transizione energetica e mobilità del futuro
a cura di MASSIMO FELLINI
L’Umanesimo culturale e digitale che guida la transizione energetica
Lavorare per rafforzare l’umanesimo culturale e digitale all’interno di un quadro di regole condiviso, snello e semplificato, favorente la cultura della responsabilità e le comunità partecipate. Stimolare la pianificazione di una politica industriale Nazionale, contaminata dall’open innovation e favorire Università con piani didattici integrati a Project work.
AI e automazione intelligente
a cura di ALESSANDRO DI STEFANO
Sicurezza e affidabilità: la via europea per competere
In un mondo in cui USA e Cina guidano nell’innovazione che ruolo può giocare il Vecchio continente? Il punto centrale è educare e la norma non deve ingabbiare, ma abilitare. Abbiamo un sacco di dati – anche analogici – che non stiamo utilizzando. Gli agenti si occupano sempre più di persone e agiscono nel contesto.
Food & Agritech, innovare la filiera agroalimentare
a cura di VALENTINA PEZZONI
La leva per lo sviluppo dell’agritech
Per il settore agritech occorre innanzi tutto il riconoscimento: una indicazione di merito, dello status di startup, a tutti i livelli. In Europa, in Italia, nelle Regioni.
Ci sono 4 criticità da superare. La difesa delle colture da nuove malattie e agenti infestanti. La valorizzazione del contenuto, ovvero migliorare la qualità dell’alimentazione. Nutrire meglio anche le piante: c’è in ballo la gestione idrica e l’emergenza legata alla carenza di fosforo. Infine, l’esigenza di una divulgazione chiara e coesa sulle reali esigenze del comparto: per dare vita a una reale cultura dell’innovazione e tacitare falsi miti.
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