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Pagamenti, il caso Worldline: la rivale francese di Nexi tra scandali, inchieste e crolli in Borsa


di
Francesco Bertolino

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La corsa ai ricavi, anche in Italia, finisce sotto la lente della Consob tedesca. L’ispezione di Bankitalia e le accuse di avere gestito transazioni per casinò online e siti pornografici

Il 22 luglio del 2021 il prezzo delle azioni di Worldline tocca gli 85 euro a Parigi e la capitalizzazione di Borsa oltrepassa i 23 miliardi. Siamo nell’epoca della ripresa dei consumi dopo i lockdown che sembrano aver impresso una definitiva accelerazione alla digitalizzazione del denaro in Europa. A tutto beneficio dei principali intermediari dei pagamenti elettronici con carta: Worldline, appunto, e l’italiana Nexi, entrambe reduci da ambiziose campagne di acquisizioni e pronte a sfidarsi senza esclusione di colpi per aggiudicarsi i contratti di gestione della monetica delle principali banche europee e italiane.
Avanti veloce: oggi il titolo Worldline vale circa 3,7 euro, il 95% in meno, per una capitalizzazione appena superiore al miliardo. In quattro anni, la narrativa è stravolta. Le transazioni sono sì sempre più digitali, ma il mercato prevede che nel medio termine questa trasformazione gioverà soprattutto a fintech come PayPal e, ovviamente, big tech come Apple, Google e Amazon. Gli investitori sposano questa tesi e vendono i titoli degli operatori di pagamento tradizionali. Il crollo di Wordline, però, è frutto anche, se non soprattutto, di problemi interni.

La frenata, l’azionariato

Tutto ha inizio nell’ottobre del 2023 con un’inattesa revisione al ribasso degli utili attesi per fine anno. Il profit warning viene giustificato, da un lato, con la frenata dei consumi in Europa. E, dall’altro, con l’accoglimento della richiesta della Consob tedesca (Bafin) — reduce dalle critiche per la gestione dello scandalo Wirecard — di cancellare diversi contratti in Germania con «clienti ad alto rischio» che, proprio perché tali, pagano commissioni molto più alte a chi accetta di fornire loro servizi di pagamento. La rescissione di questi accordi costa a Worldline circa 130 milioni di ricavi su un totale di 4,6 miliardi. E il 55% in Borsa in una sola seduta. Seguono altri due allarmi utili nel giro di un anno e, sul finire del 2024, il ceo Gilles Grapinet annuncia le dimissioni. Nel frattempo, l‘azionariato dei Worldline è cambiato: ai soci storici – la svizzera Six con il 10,5% e la banca pubblica Bpifrance con il 5% – si è affiancato l’istituto francese Crédit Agricole che, rilevato il 7% del capitale, crea con Wordline un’alleanza sui pagamenti digitali. Alla fine di febbraio 2025, poi, Pierre-Antoine Vacheron, manager di lunga esperienza nel settore bancario, prende le redini del gruppo e inizia a lavorare a un nuovo piano strategico, atteso entro la fine di luglio. I rivolgimenti nell’azionariato e al vertice rianimano un po’ il titolo. E a inizio giugno, il gruppo piazza sul mercato bond per 550 milioni a un tasso del 5,5% annuo, con una forte domanda.




















































Le accuse

La risalita pare avviata quando gli spettri del passato tornano a tormentare Worldline e i suoi investitori. Il 25 giugno un’inchiesta di un consorzio di 21 media europei accusa l’azienda di aver mantenuto anche «in anni recenti» contratti per gestire i pagamenti di clienti ad alto rischio come casinò online, siti di incontri pornografici e sospetti truffatori. Vacheron parla di un attacco mediatico basato su fatti già noti, paventando azioni legali.
La pubblicazione della notizia porta a un tracollo del 38% del titolo e a un vistoso calo del prezzo dei bond Worldline, compresi quelli appena collocati. La Procura del Belgio apre un’indagine, mentre l’autorità di mercato svedese convoca l’azienda.

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La replica, i controlli interni

Il gruppo intanto ribadisce di aver rafforzato i controlli e i criteri di precauzione, «con tolleranza zero». Sottolinea poi che il portafoglio dei clienti ad alto rischio rappresenta circa l’1,5% dei 500 miliardi di pagamenti gestiti ogni anno, senza quantificarne il peso su ricavi e margini. «A titolo indicativo», precisa, «secondo gli ultimi rapporti degli schemi internazionali, il tasso di frode di Worldline è inferiore alla media del settore». Poi annuncia di aver affidato a società esterne l’incarico di valutare la robustezza dei controlli interni. E di esaminare il portafoglio di clienti ad alto rischio per identificare eventuali “pecore nere”, promettendo i primi risultati dell’analisi a fine luglio.

Nuovi accordi

Worldline punta così a rassicurare i suoi investitori e clienti in Europa e in Italia, dove il gruppo francese è entrato in forze. Dopo aver rilevato il controllo di Axepta da Bnl, è un concorrente agguerrito per Nexi nelle gare per la monetica delle banche, vincendo quelle per Banco Desio, Credem, Cassa Centrale Banca, Banca del Fucino. Da ultimo il gruppo francese ha provato a sfilare il contratto per carte e Pos di Crédit Agricole Italia a Nexi che però, secondo indiscrezioni, è vicina alla fine a spuntare un rinnovo. Questa ascesa non è stata priva di inciampi. Nel corso del 2023, Worldline Merchant Services Italia è stata oggetto di una verifica di Banca d’Italia. L’ispezione non ha portato a sanzioni, si legge nel bilancio della società. Worldline ha però concordato con via Nazionale «un piano di potenziamento dei processi e dei controlli» che ha richiesto «impegnative attività» nel 2024, con una coda di lavoro anche nel 2025.


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20 luglio 2025 ( modifica il 20 luglio 2025 | 12:39)

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