Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Perché Meta non vuole la regolamentazione dell’AI dell’Europa


Meta si è rifiutata di firmare il Codice di Condotta dell’Unione Europea per l’AI Act e, a poche settimane dall’entrata in vigore delle nuove e stringenti normative dell’UE, un gesto del genere potrebbe portare a nuove tensioni. Questa decisione, infatti non è solo un atto di dissenso ma rappresenta anche un chiaro segnale delle profonde divergenze tra i giganti tecnologici e i legislatori europei sul futuro della regolamentazione dell’AI che, Meta in primis, ritiene sbagliata e rischiosa per gli sviluppatori di modelli AI.

Prestito personale

Delibera veloce

 


Cosa dice l’UE in materia di AI

Il Codice di Condotta dell’UE è stato concepito per aiutare le aziende a implementare processi e sistemi conformi alla legislazione europea in materia di regolamentazione dell’IA. E, nonostante la sua natura “volontaria”, impone una serie di obblighi significativi, come ad esempio la necessità di fornire e aggiornare regolarmente la documentazione sui propri strumenti e servizi di IA.

Importante anche il divieto per gli sviluppatori di addestrare l’IA su contenuti piratati e l’obbligo di ottemperare alle richieste dei proprietari dei contenuti di non utilizzare le loro opere nei propri dataset, un punto fondamentale per regolamentare la spinosa questione sull’AI e il copyright.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Secondo il portavoce di Meta, però, queste norme sono eccessive e potrebbero frenare lo sviluppo e l’implementazione di modelli di intelligenza artificiale in Europa, ostacolando le aziende che cercano di costruire un’attività proprio su questa tecnologia.

Dal punto di vista dell’UE, però, l’AI Act non è un semplice insieme di linee guida ma è una normativa basata sul rischio per le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Una legge è rivoluzionaria che non solo cerca di tracciare regole ben precise in un settore totalmente inesplorato a livello legislativo ma che vieta completamente alcuni casi d’uso considerati a “rischio inaccettabile”, come ad esempio quelle pratiche che sollevano serie questioni etiche.

L’AI Act in sintesi, vuole cercare di far coesistere l’innovazione con la protezione dei diritti fondamentali e la sicurezza dei cittadini, un obiettivo ambizioso e molto complesso da realizzare, ma sicuramente cruciale per uno sviluppo virtuoso di questa tecnologia che non deve mai scavalcare le persone.

Lo scontro tra l’UE e le aziende tecnologiche

Le aziende tecnologiche di tutto il mondo come Alphabet, Microsoft, Mistral AI e, naturalmente, Meta hanno apertamente contestato queste regole, spingendo persino la Commissione Europea a ritardarne l’implementazione. Tuttavia, la Commissione ha mantenuto la sua ferma posizione, ribadendo la determinazione dell’UE a porsi come pioniere nella regolamentazione dell’IA a livello globale, stabilendo uno standard che potrebbe influenzare altre giurisdizioni.

Le contestazioni comunque, non fermeranno i piani dell’UE che ha fissato al prossimo 2 agosto l’entrata in vigore delle linee guida per i fornitori di modelli di IA che riguarderanno specificamente i fornitori di “modelli di IA generici con rischio sistemico” che comprendono attori chiave come OpenAI, Anthropic, Google e, appunto, Meta.

A fronte di questo, le società che hanno immesso sul mercato tali modelli prima del 2 agosto avranno tempo fino al 2 agosto 2027 per conformarsi pienamente alla normativa.

La decisione di Meta di non firmare il Codice di Condotta, però, evidenzia la crescente tensione tra la necessità di innovare rapidamente nel campo dell’AI e l’esigenza di stabilire un quadro normativo che tuteli la società. Sarà interessante vedere come si evolverà questo braccio di ferro visto che nessuna delle parti in causa sembra intenzionata a cedere.





Source link

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati