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«Agricoltura a rischio tagli, servono scelte lungimiranti»


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«L’agricoltura veneta rischia di perdere oltre 100 milioni di euro con i tagli annunciati alla Politica Agricola Comune. Non è solo un numero: è un colpo diretto a migliaia di aziende, a interi territori, a un pezzo fondamentale dell’identità e dell’economia della nostra regione. E questo accade mentre i cambiamenti climatici mettono ogni giorno più in difficoltà chi lavora la terra: tra siccità, allagamenti, patogeni, stress idrico crescente. Davvero possiamo permetterci di voltare le spalle a chi produce valore, cultura, qualità e cura del territorio?». Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto del centrosinistra, interviene sul tema dei tagli europei all’agricoltura e sul rischio concreto che l’intero comparto venga indebolito proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno di visione e sostegno. «Non c’è futuro senza agricoltura. E non c’è agricoltura senza un investimento serio sull’innovazione, sulla sostenibilità, sulla competitività. Le imprese agricole non chiedono sussidi a pioggia, chiedono di poter crescere e innovare in un contesto stabile e lungimirante».

Per Manildo serve una svolta che tenga insieme tutela ambientale, sviluppo rurale e competitività. Anche in chiave di politiche venete. «Le imprese agricole oggi sono chiamate a fare i conti con una sfida enorme: produrre cibo di qualità in modo sostenibile. E per farlo servono strumenti adeguati. Parliamo di riciclo delle acque, di agricoltura rigenerativa, di tecnologia applicata, di energie rinnovabili. Ma anche qui la Regione è rimasta indietro: basti vedere come ha gestito – o meglio non gestito – lo sviluppo del fotovoltaico, lasciando che si trasformasse in una corsa al far west, senza sufficienti regole né equilibrio tra tutela del suolo e diffusione intelligente degli impianti».

Un altro tema cruciale, per Manildo, è proprio la difesa del suolo: «Consumo di suolo e perdita di spazi agricoli vanno fermati. Ogni ettaro che scompare è una ferita per la biodiversità, per la sicurezza idrogeologica, per il paesaggio, per il futuro. Cosa ancora più rilevante nell’epoca degli eventi meteo estremi, che minacciano la sicurezza di cittadini e attività. La Regione deve assumersi la responsabilità di governare con più determinazione questi processi, non di inseguirli a cose fatte».

Manildo propone una visione che tenga insieme imprese, ambiente e comunità. «L’agricoltura veneta è fatta di persone, saperi, lavoro, identità. Ma è anche un settore chiave per una nuova idea di sviluppo: più equilibrata, più giusta, più moderna. Quando parliamo di “Creare Futuro”, parliamo di questo: di come conciliare crescita economica, sostenibilità, qualità della vita».

Caner: «Veneto primo per risorse alle imprese, investiti 2,4 miliardi»

«Proprio oggi rientro dalla tre giorni a Sibari in cui la Commissione Politiche Agricole, alla presenza di tutti gli assessori regionali e del ministro Lollobrigida, si è occupata della riforma della PAC e di ciò che le aziende del settore primario perderebbero nel caso di una riforma del Fondo unico come quella che si sta portando avanti a Bruxelles. Ho sostenuto fin dall’inizio le istanze degli agricoltori, molti dei quali giovani, che hanno manifestato la scorsa settimana davanti alla Commissione europea. E posso garantire che tutte le risorse che abbiamo a disposizione vengono investite non a pioggia ma con progetti specifici, che nel tempo hanno dato frutti, tant’è vero che abbiamo raddoppiato i fondi CSR dedicati ai giovani e all’innovazione ed abbiamo finanziato tutte le domande ammesse in graduatoria. Garantisco al candidato del Centrosinistra Manildo che la Regione Veneto non è rimasta indietro ma è la prima in Italia e tra le prime in Europa per i target raggiunti con l’utilizzo delle risorse destinate all’agricoltura e al mondo rurale». Lo dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner rispondendo al candidato governatore del centrosinistra Giovanni Manildo in merito agli investimenti nel settore primario. «Vediamo se i numeri bastano a schiarire le idee a Manildo – prosegue Caner -.  Guardando allo Sviluppo rurale, siamo la Regione che ha completamente utilizzato i 1.561 milioni di euro assegnati, che tradotti in aiuti agli agricoltori hanno generato un investimento complessivo che supera i 2.400 milioni di euro. Le domande di aiuto finanziate e gestite sfiorano le 80.000, con oltre 233.000 ordini di pagamento».

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«A conferma che proprio l’innovazione è stata il driver di questi sostegni, basta citare i 50 milioni di euro che hanno consentito di collegare alla rete BUL 168 Comuni rurali del Veneto oppure l’insediamento di 2.721 nuovi giovani agricoltori titolari di azienda, o il sostegno agli investimenti di ammodernamento e di adeguamento al cambiamento climatico di 7.202 aziende agricole. 681 aziende agricole sono state aiutate a trovare nuova forza diversificando la propria attività. È stato possibile incentivare gli investimenti per la trasformazione dei prodotti agricoli di 466 imprese agroalimentari, piccole e grandi. Ogni anno sono stati indennizzati 3.600 agricoltori affinché proseguano l’attività in poco più di 62.000 ettari di SAU in zona montana e garantire così la sicurezza idrogeologica di un territorio delicato e fragile e che ne determina l’attrattività per i turisti, costituendo la base per la sua vivibilità a favore delle Comunità che in montagna caparbiamente vivono».

«E poi l’ambiente: con premi annuali abbiamo accompagnato le pratiche agro-climatico-ambientali di 8.624 agricoltori per oltre 88.000 ettari di SAU e sostenuto l’applicazione del metodo biologico su oltre 12.000 ettari di SAU da parte di 1.175 aziende. Per aiutare gli agricoltori a stare al passo con le innovazioni abbiamo sostenuto gli Enti formativi per 179.000 ore di formazione, e gli Organismi di consulenza che hanno supportato oltre 21.000 aziende».

«Sono solo numeri? Non direi. Sono anche leggi: nel 2022 abbiamo approvato in Consiglio regionale una specifica norma (col plauso delle categorie) che disciplina la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra su terreno agricolo, individuando aree idonee e non idonee per tali impianti. Rassicuro poi Manildo che la questione del fotovoltaico ‘fatto bene’ è ulteriormente normata dal Nuovo Piano Energetico regionale approvato solo 4 mesi fa. Mi sembra che tutto ciò conferma che verso il settore agricolo la Regione non si muove con politiche vaghe o “sussidi a pioggia”, ma opera secondo strategie dirette all’innovazione, alla sostenibilità e alla competitività». «Infine mi permetto di dare a Manildo un suggerimento sempre utile: studi prima di dichiarare sui media, soprattutto se si ambisce ad essere eletto presidente del Veneto. Perché se pensa di amministrare questa Regione come ha fatto col Comune di Treviso, ha già fallito in partenza».



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