CONFARTIGIANATO VENETO: 2000 MLD DALL’EUROPA, MA LE PMI RISCHIANO DI RESTARE AI MARGINI
La proposta per il periodo 2028-2034 presentata il 16 luglio dalla Commissione ridimensiona il ruolo delle politiche territoriali e dà più spazio a competitività e innovazione. Risorse triplicate e centralizzate in unico fondo destinato alle imprese.Boschetto: “la centralizzazione mette a rischio il potere decisionale dei territori, così i fondi rischiano di restare fuori dalla portata delle PMI”.
Porre l’attenzione sulle imprese di piccola dimensione, ancora troppo trascurate nelle politiche UE. È la richiesta rilanciata da Confartigianato Imprese Veneto dopo la presentazione del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2028-2034: un bilancio da quasi 2.000 miliardi di euro pensato per affrontare le sfide economiche, geopolitiche e climatiche del prossimo decennio.
Il Veneto dopo l’Emilia-Romagna resta il secondo paese in Italia con la più alta vocazione manifatturiera: se in Italia si registra una creazione di valore aggiunto nella manifattura pari a 5.210 euro per abitante, in Veneto questo valore sale fino a 8.850 euro per abitante.
“Il nuovo QFP – spiega Confartigianato Veneto – si articola principalmente in due strumenti: i Piani Nazionali e Regionali di Partenariato e il Fondo Europeo per la Competitività. I primi unificano la politica di coesione e quella agricola, con l’obiettivo di semplificare e ridurre gli oneri burocratici, rappresentano il 48% del QFP e sono una svolta nel modo in cui i fondi UE verranno gestiti. Ogni Stato membro dovrà presentare un piano integrato che raggruppi tutte le misure di sostegno: dalla politica agricola alla coesione, fino all’occupazione e innovazione.
Il secondo strumento è il Fondo Europeo per la Competitività, con una dotazione di 409 miliardi di euro (23% del QFP), pensato per sostenere le imprese lungo tutto il ciclo degli investimenti, con focus su transizione verde, digitale, biotecnologie, salute, difesa e spazio. Per ricerca e innovazione (Horizon Europe) sono stati stanziati 175 miliardi, in molti casi però, la partecipazione ai bandi richiede consorzi internazionali e competenze progettuali elevate, spesso fuori portata per le PMI senza strutture dedicate.
Una mole di risorse imponente, ma che rischia di non tradursi in opportunità concrete per il tessuto delle piccole e medie imprese artigiane, come evidenzia Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto:
“Se non verranno definiti meccanismi di accesso semplici e realmente proporzionati alle dimensioni delle imprese, corriamo il serio pericolo che questi fondi restino appannaggio delle grandi aziende e dei grandi gruppi di ricerca. E invece sono proprio le PMI e gli artigiani, soprattutto in un territorio come il Veneto, a generare occupazione, innovazione di prodotto e di processo, sostenibilità. Le nostre imprese – prosegue Boschetto – nel 2024 hanno cercato oltre 50.000 lavoratori, ma non sono riuscite a trovarne il 62,5%: un mismatch che mina la competitività delle filiere. Per questo servono politiche europee capaci di tradursi in strumenti vicini alle esigenze dei distretti e delle comunità produttive locali, non solo dei grandi hub industriali. Oggi i meccanismi di accesso ai fondi di coesione sono ancora troppo complicati e tarati su chi ha strutture complesse e dedicate. Così si crea un paradosso: chi avrebbe più bisogno di supporto per crescere e innovare – come le piccole imprese artigiane – spesso resta escluso dai benefici europei. Serve un cambio di passo per rendere davvero inclusivi gli strumenti comunitari e valorizzare chi anima i territori.”
Confartigianato Veneto condivide la preoccupazione per il rischio di una eccessiva centralizzazione delle scelte industriali a Bruxelles, che potrebbe tradursi in un progressivo allontanamento dai bisogni dei territori e delle comunità locali. I piani di partenariato possono diventare uno strumento efficace per lo sviluppo locale se il dialogo tra Stato, Regioni e rappresentanze produttive sarà reale e continuo – conclude Boschetto – affinché le risorse vengano calate sui bisogni delle imprese artigiane e delle PMI”.
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