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Boccardelli (Luiss): «Attrarre più giovani, priorità al capitale umano: così l’Italia può crescere»


di
Andrea Ducci

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«Dall’AI alla geopolitica – spiega il rettore dell’università Luiss, Paolo Boccardelli -, in questo primo anno abbiamo predisposto tutte le iniziative per consolidare le competenze del futuro e del lavoro di domani»

«Attrarre in Italia giovani di talento che possano studiare e arricchire il capitale intellettuale delle nostre università e scuole, innescando un meccanismo virtuoso di diversità e ricchezza per il capitale umano del nostro paese». L’intento è indicato da Paolo Boccardelli, da poco più di un anno rettore della Luiss. Un ateneo che, negli ultimi mesi, ha rinnovato completamente la propria governance, con l’arrivo di Giorgio Fossa alla presidenza e la scelta di Rita Carisano come direttore generale.
Boccardelli si definisce «un inguaribile ottimista», sottolineando uno dei compiti dell’alta formazione: «i giovani arrivano da noi con sensibilità diverse rispetto al passato. Dobbiamo, come università, creare una rinnovata capacità di pensiero critico per meglio affrontare la complessità contemporanea». Nel suo primo anno da rettore la Luiss ha, intanto, confermato la leadership nella classifica Censis degli atenei non statali con più di 10mila studenti.

Qual è il bilancio di questi primi 12 mesi?
«Già a dicembre abbiamo approvato il piano strategico 2025-2028, che prevede investimenti importanti su tutte le dimensioni della didattica e della ricerca, come pure su infrastrutture e servizi per gli studenti. Questo percorso nasce da una visione di Confindustria, il nostro stakeholder di riferimento, per potenziare ulteriormente la natura di questa università come centro di eccellenza per la formazione».




















































Quali sono le sfide di un ateneo come Luiss?
«Le principali riguardano demografia, capitale umano, competenze, intelligenza artificiale e geopolitica. In questo primo anno abbiamo predisposto tutte le iniziative per rispondere a queste esigenze come, per esempio, consolidare l’Osservatorio sulle competenze del futuro e del lavoro di domani “Look4ward” con Intesa Sanpaolo. Uno strumento utile per comprendere l’evoluzione del mondo del lavoro e delle skill nei nuovi contesti professionali. Aggiungerei l’Osservatorio sul Rischio Geopolitico, diretto dall’ambasciatore Giampiero Massolo, così come il nuovo centro di ricerca presieduto dalla professoressa Paola Severino su “Law and Governance: Compliance, Security and Sustainability”, che ha il compito di approfondire la regolamentazione e la legislazione in contesti nuovi come l’underwater. Proprio qui, infatti, abbiamo una partnership con Fincantieri per il progetto, dedicato alla sicurezza delle infrastrutture sottomarine».

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Sul fronte dell’intelligenza artificiale come si muove Luiss?
«Abbiamo avviato un grande cambiamento con il centro di ricerca “AI4Society”, che studia e analizza l’impatto delle tecnologie di intelligenza artificiale sulla società e presto si insedierà anche nel nostro hub di Milano. In quest’area abbiamo poi istituito un quinto dipartimento di “AI, Data and Decision Sciences” e potenziato la faculty: da settembre, arriverà il Professor Paolo Benanti, che si occuperà delle sfide etiche legate all’AI. Ma non solo. Tutta la nostra comunità ha a disposizione un “AI Handbook” per un uso efficace di questa tecnologia e, da quest’anno, abbiamo lanciato un badge di “AI Readiness” che certifica le competenze di intelligenza artificiale dei nostri studenti».

Che accordi avete con le università estere?
«Luiss collabora con più di 360 università in 75 Paesi del mondo, con 68 programmi di mobilità. Tra queste, c’è la partnership con Sciences Po e stiamo lavorando a un accordo strutturato con King’s College. Siamo parte dell’alleanza Engage.Eu che vede insieme 9 grandi atenei europei per affrontare le grandi sfide della società. E abbiamo da poco lanciato una manifestazione di interesse per oltre 20 tra docenti e ricercatori con esperienze all’estero. L’internazionalizzazione fa parte del Dna dell’ateneo dalla sua nascita, nel 1977. In questi 50 anni, abbiamo formato tanti allievi di successo, che rappresentano per i nostri studenti dei “role model” e una connessione con il mondo del lavoro in tutti i continenti».


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