Il mondo degli investimenti è in costante evoluzione, e il crowdinvesting ne è un esempio lampante. Ma di cosa si tratta esattamente? Parliamo di quella pratica che permette a persone fisiche e investitori istituzionali di finanziare progetti o imprese, tramite piattaforme online, in cambio di una remunerazione sul capitale. Questo può avvenire acquisendo quote di capitale di rischio (equity-based model) o concedendo un prestito (lending-based model).
Oggi analizziamo i dati del 10° Report italiano sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano, pubblicato a luglio 2025. Si tratta di un traguardo importante che offre uno sguardo approfondito sull’andamento e le prospettive di questo mercato in Italia.
Il Crowdinvesting in Italia: un mercato in contrazione ma resiliente
Il Report evidenzia un periodo di difficoltà per il mercato italiano del crowdinvesting. Negli ultimi 12 mesi (da luglio 2024 a giugno 2025), la raccolta totale ha registrato una contrazione del 14% rispetto al periodo precedente, attestandosi a €260,65 milioni. Nonostante questo rallentamento, il valore cumulato totale dall’avvio del crowdinvesting in Italia ha raggiunto circa €1,57 miliardi.
Diversi fattori hanno contribuito a questa flessione, tra cui l’aumento dei tassi di interesse, l’incertezza sui mercati globali che ha spinto i risparmiatori verso asset più liquidi e meno rischiosi, e l’impatto della nuova regolamentazione ECSP, che ha portato a una “selezione” tra le piattaforme autorizzate.
Equity Crowdfunding: stabilità e il ruolo crescente del Real Estate
Focalizzandoci sull’equity crowdfunding, ovvero l’investimento in quote di capitale di rischio, negli ultimi 12 mesi la raccolta si è mantenuta stabile a €110,95 milioni. Un dato interessante emerge dal settore immobiliare, che ha registrato una crescita del 32%, mentre i progetti non immobiliari hanno subito una flessione del 19%. La raccolta cumulativa di capitale di rischio ammonta ora a €792,93 milioni.
Le nuove campagne di equity crowdfunding negli ultimi 12 mesi sono state 160, un numero stabile rispetto al Report precedente. In particolare, i progetti immobiliari rappresentano il 30,6% del totale, un dato record che sottolinea la loro crescente importanza nel settore. Il tasso di successo delle campagne si mantiene elevato, intorno all’88%.
Per quanto riguarda il profilo degli investitori, il report evidenzia che negli investimenti tramite persone fisiche, la maggior parte delle sottoscrizioni (39,7%) si concentra tra €1.000 e €4.999,99. Persiste un significativo “gender gap”: solo il 19% degli investitori è donna, sebbene questa percentuale sia in progressivo aumento nel tempo.
Il post-campagna: crescita limitata e sfide per il mercato secondario
Un’analisi cruciale del report riguarda ciò che accade alle imprese dopo la campagna di equity crowdfunding. Se da un lato alcune aziende riescono a crescere in termini di fatturato e marginalità, arrivando persino alla quotazione in Borsa, la stragrande maggioranza non mostra una crescita significativa.
Inoltre, aumenta il numero di emittenti che sono state chiuse e liquidate. Questo solleva interrogativi importanti sulla crescita effettiva e sulla capacità di queste imprese di rispettare i business plan iniziali.
“La grande maggioranza delle imprese che raccolgono capitale di rischio attraverso il crowdfunding non crescono. Perché propongono business plan sistematicamente troppo ottimistici? Perché è così difficile creare un mercato secondario per gli investimenti fatti?” si chiede Giancarlo Giudici del Politecnico di Milano.
Lending Crowdfunding e minibond: un comparto in flessione
Il settore del lending crowdfunding, che include le offerte di minibond e prestiti diretti, ha anch’esso risentito del clima di incertezza. I collocamenti di minibond hanno registrato un calo significativo del 73% negli ultimi 12 mesi, con soli €7,65 milioni raccolti.
Per quanto riguarda i prestiti diretti alle imprese, la raccolta è stata di €142,05 milioni. I progetti non immobiliari hanno perso terreno (-1%), così come quelli immobiliari (-18%). Il tasso di interesse medio annuo per i prestiti è salito al 10,07% nel primo semestre 2025.
“Il crowdfunding sconta in Italia una eccessiva regolamentazione che crea complessità gestionali per gli operatori e un trattamento fiscale inspiegabilmente disincentivante,” commenta Paolo Baldinelli di Ener2Crowd.
Prospettive per il 2025
Il Decimo Report dipinge un quadro di un mercato del crowdinvesting italiano che, nonostante la crescita complessiva degli ultimi dieci anni, si trova in una fase di rallentamento e assestamento. La maggiore selettività nei progetti e la ricerca di una maggiore trasparenza sui tassi di insolvenza saranno elementi chiave per il futuro.
Nonostante le sfide attuali, il settore ha dimostrato resilienza e una continua evoluzione, con il real estate che si conferma un pilastro fondamentale. Il potenziale per una maggiore integrazione con il sistema finanziario tradizionale e per lo sviluppo di nuove asset class rimane inespresso. Sarà fondamentale un impegno congiunto di operatori, investitori e policymaker per creare un ambiente più favorevole alla crescita e all’innovazione, in linea con le aspirazioni di un mercato unico europeo del crowdfunding
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