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Come cambia il fisco: sarà più vicino al contribuente e senza contenzioso. Ecco il piano di Carbone: lotta alle frodi tra partite Iva e bonus – DottNet


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L’obiettivo è di aumentare la compliance, riducendo la conflittualità e intervenendo con prontezza sulle anomalie per evitare il ricorso all’accertamento

Un’Agenzia delle Entrate capace di dialogare, prevenire e semplificare. È questa la visione di Vincenzo Carbone, da poco alla guida dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader), che in una recente intervista al Sole 24 Ore ha tracciato le direttrici di un nuovo corso improntato su collaborazione, trasparenza ed efficienza. “L’obiettivo è essere proattivi, capaci di anticipare i problemi e di proporre soluzioni concrete, anche quando si tratta di rivedere prassi consolidate”, ha spiegato Carbone. “Vogliamo costruire un Fisco che non arrivi al contenzioso, perché il contenzioso rappresenta, per definizione, un fallimento per tutte le parti coinvolte”.

Un tassello centrale della strategia riguarda il potenziamento degli accessi brevi, una forma di intervento rapido e puntuale che consente di verificare in tempo reale le anomalie riscontrate nei dati fiscali, spesso prima che si inneschi un procedimento di accertamento vero e proprio.

“I numeri parlano chiaro”, sottolinea Carbone: “nei primi sei mesi del 2025 sono stati effettuati oltre 22mila accessi brevi, rispetto ai 5.500 registrati nello stesso periodo del 2024. Una crescita esponenziale che testimonia la volontà di affrontare le criticità sul nascere, dando al contribuente la possibilità di chiarire e regolarizzare la propria posizione senza ricorrere a sanzioni o cartelle esattoriali”. Questo nuovo approccio punta a concentrare le risorse investigative su ambiti ad alta intensità di rischio, come le frodi fiscali, le compensazioni indebite, le partite Iva fittizie o i comportamenti illeciti legati ai bonus edilizi.

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Con oltre 730 miliardi di euro gestiti annualmente in versamenti fiscali e 80mila servizi erogati ogni giorno (di cui il 75% online), l’Agenzia si propone sempre più come un hub integrato di servizi per cittadini e imprese. Tuttavia, il presidio fisico del territorio continua a rappresentare un elemento chiave: gli uffici locali rimangono punti di riferimento per milioni di contribuenti. Carbone insiste su un concetto fondamentale: l’Agenzia non ha come bersaglio le piccole e medie imprese. “I controlli non sono effettuati in modo indiscriminato”, spiega. “Sono calibrati sul rischio reale. Nel 2024, ad esempio, più del 35% dei grandi contribuenti è stato oggetto di accertamento. L’idea che il Fisco perseguiti i piccoli operatori è infondata”.

Nel cuore del nuovo impianto operativo c’è la compliance fiscale, ovvero la volontà di agevolare l’adempimento spontaneo e il rapporto trasparente con il contribuente. Nel 2024 sono state recapitate circa tre milioni di lettere di compliance, che hanno consentito il recupero spontaneo di 4,5 miliardi di euro. Un risultato significativo che, secondo Carbone, rafforza il patto fiduciario tra amministrazione e cittadini: “Chi sbaglia può rimediare senza paura. Questo riduce il contenzioso e libera risorse per contrastare chi opera con reale dolo”. Particolare attenzione è riservata alle frodi sull’Iva e ai bonus edilizi. A livello europeo, l’Agenzia partecipa attivamente alla rete Eurofisc, che consente lo scambio in tempo reale di informazioni tra Paesi membri. Negli ultimi cinque anni, questo strumento ha permesso di scoprire circa 600 società cartiere, responsabili dell’emissione di fatture false per un totale di 4 miliardi di euro. Sul fronte interno, sono state rafforzate le misure di blocco preventivo dei modelli F24 sospetti e dei crediti Iva anomali. Nei primi sei mesi del 2025, l’intervento ha evitato 2.400 tentativi di compensazione indebita, salvaguardando le casse dello Stato per oltre 4,5 miliardi.

L’attività di controllo sui bonus edilizi rimane una priorità. Dal 2021 ad oggi, l’Agenzia ha avviato più di 92mila verifiche preventive che hanno bloccato l’erogazione indebita di crediti per oltre 7,5 miliardi di euro. Il meccanismo di controllo ex ante sulle cessioni dei crediti si è rivelato uno strumento efficace per proteggere la tenuta dell’intero sistema di agevolazioni fiscali. Per sostenere questa evoluzione organizzativa, è in arrivo un importante piano di potenziamento del personale: 3.000 nuove assunzioni si aggiungeranno agli 11mila giovani già integrati negli ultimi tre anni. Parallelamente, è stato attivato un nucleo interno di monitoraggio per assicurare uniformità interpretativa tra gli uffici regionali e sono allo studio soluzioni per estendere gli orari di apertura degli sportelli e migliorare l’interazione con gli ordini professionali.

Due dispositivi normativi emergono come perni del nuovo modello fiscale: il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance. Il primo, al quale hanno aderito già 585mila partite Iva, mira a offrire certezza e stabilità ai contribuenti che scelgono di essere trasparenti fin dall’inizio. Il secondo, esteso anche a imprese prive di un tax control framework, consente un dialogo costante e anticipato con l’Agenzia, con evidenti vantaggi in termini di chiarezza giuridica e reputazionale. Al momento, sono 143 le aziende coinvolte nel programma di cooperative compliance, per un gettito garantito di circa 13 miliardi di euro all’anno.

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