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ecco il nuovo piano dell’Agenzia delle Entrate


Basta cartelle a sorpresa: arrivano controlli rapidi e mirati per scovare evasioni e frodi, ma anche per aiutare i contribuenti a mettersi in regola prima che sia troppo tardi.

Dimentichiamoci i pesanti accertamenti fiscali che sono vere e proprie “mazzate” ma arrivano tardi e male, spesso a distanza di anni da quando l’evasione si è realizzata, e molto tempo dopo una dichiarazione dei redditi incompleta o una fattura sospetta: ora l’Agenzia delle Entrate cambia rotta e punta sui controlli sprint per intercettare subito le anomalie fiscali, prima che diventino evasione e sottraggano imposte all’Erario. È questa una delle novità più rilevanti del nuovo piano anti-evasione illustrato dal direttore Vincenzo Carbone in una lunga intervista rilasciata al Sole 24 Ore che ti abbiamo anticipato ieri.

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Ora vediamo più da vicino come funzionerà questo ambizioso Fisco 2.0, basato non solo su controlli rapidi ma anche su un maggior dialogo con i contribuenti che finiscono nel mirino, per aiutarli a mettersi in regola prima di passare alle maniere forti con l’irrogazione di sanzioni.

Più compliance, meno contenziosi

La compliance è la strategia soft su cui si basa il Fisco prima di intervenire in maniera pesante con gli accertamenti. L’obiettivo è quello di favorire la regolarizzazione spontanea ed anche di alleggerire il sistema giudiziario tributario. Quindi più imposte incassate subito e meno ricorsi.

I nuovi controlli veloci — definiti “accessi brevi” — sono già stati introdotti e sono quadruplicati in un anno: nei primi sei mesi del 2025 ne sono stati effettuati oltre 22.000, contro i 5.500 dello stesso periodo del 2024.

Questi accessi non sono vere e proprie ispezioni o verifiche, ma interventi rapidi e mirati per chiarire situazioni sospette, offrendo al contribuente l’opportunità di instaurare un dialogo collaborativo con l’Amministrazione Finanziaria e di regolarizzarsi, senza arrivare a sanzioni pesanti o a lunghi ed estenuanti contenziosi tributari.

Fisco collaborativo: l’Agenzia delle Entrate non è (più) un “nemico”

La nuova linea strategica promuove una visione diversa dell’Agenzia delle Entrate: non più soltanto organo accertatore – come è stata percepita per anni, in base alla sua funzione tipica – ma anche hub di servizi” in favore dei cittadini, dei professionisti e delle imprese.

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Una visione certamente più moderna, ed anche molto impegnativa e ambiziosa. Il messaggio del direttore Carbone è chiaro: «Il Fisco non deve essere percepito come un ostacolo, ma come un alleato per la crescita».

Questo nuovo approccio tra Fisco e contribuenti si basa su collaborazione preventiva, dialogo con imprenditori e professionisti ed anche sulla auspicata uniformità interpretativa tra gli Uffici territoriali, per evitare il fenomeno delle prassi difformi che spesso portavano a risultati diversi o addirittura opposti da zona a zona in base all’interpretazione del funzionario di turno.

Tra le numerose novità anticipate dal numero 1 dell’Agenzia Entrate ci saranno molto presto: sportelli più accessibili, protocolli con gli ordini professionali, giovani funzionari dedicati al controllo preventivo dei pareri, per garantire coerenza su tutto il territorio.

Frodi nel mirino: bonus edilizi, false partite IVA e cartiere

Il nuovo piano dell’Agenzia delle Entrate non punta soltanto sulla compliance e sull’adempimento collaborativo: i controlli restano, ma vengono velocizzati e resi più mirati. Si cerca, cioè, di potenziarne l’efficacia.

In questa prospettiva, i controlli sprint servono soprattutto a concentrare le risorse sulle grandi frodi strutturate, evitando di disperdersi inutilmente in micro-evasioni d’imposta o di concentrarsi sulle violazioni di carattere meramente formale.

La capacità operativa dell’Agenzia delle Entrate è già ampia e notevole – il suo “esercito” annovera attualmente più di 40mila funzionari e impiegati, considerando anche i 7mila addetti alla riscossione, e presto sarà potenziata con 3mila nuove assunzioni già in corso, ma, secondo Carbone, va «ottimizzata» per renderla più proficua.

Tra i principali obiettivi del piano anti-evasione ci sono i fenomeni che sottraggono più risorse all’Erario, e tra questi principalmente l’attenzione dell’Agenzia si sta concentrando su:

  • le frodi carosello e le partite IVAapri e chiudi” (che spariscono dopo pochi mesi di attività, senza versare nulla di imposte sui redditi e di IVA);
  • i bonus edilizi gonfiati (a partire dal Superbonus) e le cessioni di crediti sospette, fatte solo per monetizzare fatture in realtà inesistenti: finora l’Agenzia delle Entrate ha impedito l’uso indebito di crediti per 7 miliardi e mezzo di euro;
  • le fatture false e le “cartiere“, spesso internazionali, che producono in grande quantità questi documenti, poi venduti agli operatori per consentirgli di abbattere fittiziamente i costi ed incassare rimborsi IVA per operazioni inesistenti: per dare un’idea dell’entità del fenomeno, basti pensare che negli ultimi 5 anni sono state individuate 600 “scatole vuote” per 4 miliardi di imposte non versate;
  • le compensazioni indebite tra crediti e debiti d’imposta tramite modello F24: ne sono state bloccate per 2.400 soggetti nel solo primo semestre 2025, e ciò ha portato a un recupero d’imposta per 4 miliardi e mezzo di euro.

Il concordato preventivo per i contribuenti ISA

Nel nuovo corso fiscale assume un ruolo importante anche il concordato preventivo, che coinvolge quasi 3 milioni di contribuenti soggetti agli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA). L’obiettivo è favorire trasparenza e affidabilità, con una pianificazione fiscale concordata e semplificata.

Microcredito

per le aziende

 

Il direttore è fiducioso, e confida che questo istituto possa «aiutare a far emergere contribuenti che oggi dichiarano redditi inferiori alla loro reale capacità contributiva».

Cooperative compliance anche per le PMI

Il modello di cooperative compliance — finora riservato alle grandi aziende, garantendo, grazie al monitoraggio costante dell’Agenzia, entrate «certe e strutturali» per più di 13 miliardi all’anno — viene esteso alle PMI, cioè le piccole e medie imprese italiane, e da ciò si spera di ricavare un ulteriore incremento di incassi delle imposte.

Il decreto del MEF del 9 luglio 2025 consente l’adesione anche senza tax control framework, grazie a certificatori abilitati. Un’opportunità per chi vuole stabilire un rapporto stabile e trasparente con il Fisco. Il direttore dice: «L’adesione delle Pmi è una sfida impegnativa, ma va nella giusta direzione».

Il nuovo Fisco in 6 punti

  1. Controlli sprint: 22.000 accessi brevi in 6 mesi per chiarire subito le anomalie
  2. Compliance prima della sanzione: 3 milioni di lettere inviate nel 2024 per evitare accertamenti
  3. Stop ai bonus edilizi fasulli: bloccati crediti fittizi per oltre 7,5 miliardi
  4. Cartiere e frodi IVA: 600 entità fittizie smascherate grazie al network Eurofisc
  5. Compensazioni vietate ai maxi-debitori: F24 sospesi per chi ha debiti erariali oltre i 100mila euro
  6. Dialogo con imprese e professionisti: roadshow, sportelli più accessibili e risposte uniformi



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